Mendrisio

Infermieri che sfottono e fotografano i pazienti

Annunciati due licenziamenti e tre ammonizioni per comportamenti deontologicamente scorretti - L’inchiesta interna era partita dal caso dell’infermiere sospettato della morte di 17 pazienti - Sanvido: «L’OBV è un ospedale ferito»
Il presidente dell’EOC Paolo Sanvido durante la conferenza stampa. © CdT/Gabriele Putzu
John Robbiani
23.01.2020 11:14

Dell’inchiesta principale, quella che riguarda diciassette morti sospette all’Ospedale Beata Vergine di Mendrisio, non si è potuto praticamente parlare. «L’indagine è ancora in corso e non abbiamo informazioni in merito agli atti in mano al Ministero pubblico». Un’indagine che, se confermerà i sospetti finora emersi, potrebbe portare alla luce uno dei più sconvolgenti casi - non solo in Svizzera ma anche in Europa - di omicidi in ambito ospedaliero. Quelli che, in criminologia, vengono definiti angeli della morte. L’infermiere sotto inchiesta - arrestato il 5 dicembre 2018 ed immediatamente licenziato - continua a respingere le accuse e nega di aver alterato la somministrazione di farmaci ai suoi pazienti per causarne il decesso. Nel reparto Medicina 1, intanto, due collaboratori sono stati licenziati e altri tre ammoniti.

Comportamenti inaccettabili

I vertici dell’EOC (era presente il presidente del CdA Paolo Sanvido) e dell’OBV (il direttore Pierluigi Lurà e il direttore sanitario Brenno Balestra) hanno convocato la stampa per confermare il licenziamento, alla conclusione di un’inchiesta interna, di due collaboratori colpevoli di comportamenti - seppur non di rilevanza penale - incompatibili con gli standard etici. Altri tre sono stati ammoniti. Così facendo i vertici dell’ospedale hanno anche confermato le indiscrezioni pubblicate dai media (in particolare da Il Caffè). Si parla di «comportamenti inadeguati» in relazione alla modalità di interazione con pazienti e colleghi. Ma soprattutto alla condivisione attraverso WhatsApp di immagini e video di persone ricoverate nel reparto, e commenti sgradevoli nei loro confronti. Comportamenti, è stato ricordato, che non hanno mai messo in pericolo la salute dei pazienti e che non dovrebbero gettare discredito sull’insieme del personale curante o della struttura.

Sono cose che una persona legge sui giornali e crede che succedano sempre da altre parti del mondo, e invece sono accadute in queste mura (Brenno Balestra, direttore sanitario dell’OBV)

Ma per l’OBV - ed è stato ammesso esplicitamente - il danno d’immagine è grandissimo. Sanvido ha parlato di «un ospedale ferito», mentre Balestra ha ammesso di sentirsi come in un brutto sogno. «Ho sessant’anni - ha spiegato - e ne ho passati quasi la metà all’OBV. Mai e poi mai mi sarei immaginato di confrontarmi con ipotesi di reato tanto gravi. Sono quelle cose che una persona legge sui giornali e crede che succedano sempre da altre parti, e invece sono accadute in queste mura».

Il comunicato dell’EOC

In seguito è giunto in redazione il comunicato dell’EOC che riportiamo qui di seguito:

«L’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) ha incontrato oggi i media per fare il punto della situazione sulla vicenda dell’ex infermiere dell’Ospedale Regionale di Mendrisio Beata Vergine (OBV), il cui agire all’interno del nosocomio è oggetto di un’inchiesta penale tuttora in corso. A metà ottobre 2019, l’EOC aveva finalmente ottenuto l’accesso a parte della documentazione dell’inchiesta penale, limitatamente agli scopi di un’indagine interna, e il divieto d’informare imposto a suo tempo dall’Autorità inquirente era stato tolto.

Ciò ha permesso di avviare gli accertamenti interni – coerentemente alle tempistiche e alle procedure previste dai regolamenti EOC – che hanno evidenziato un agire incompatibile con gli standard comportamentali ed etici dell’Ente da parte di cinque colleghi dell’ex infermiere. L’EOC, sulla base dei propri regolamenti, ha sanzionato questi comportamenti: due collaboratori sono stati licenziati e tre ammoniti. Per quanto assolutamente inadeguati, tali comportamenti sono circoscritti all’utilizzo inopportuno di servizi di messaggistica istantanea (WhatsApp) e alla modalità di interazione con pazienti e colleghi, che in nessun modo hanno messo a repentaglio la sicurezza dei pazienti.

La Direzione generale dell’EOC e dell’OBV, profondamente dispiaciute per quanto successo, rinnovano ai pazienti e ai famigliari la loro vicinanza, la solidarietà e la disponibilità per fornire tutto il sostegno necessario.

Ricordiamo che le presunte azioni dell’ex infermiere del Reparto di Medicina 1 dell’OBV erano emerse nel novembre del 2018. L’EOC aveva subito sospeso e poi licenziato l’infermiere in questione e parallelamente aveva segnalato il caso all’Ufficio del Medico cantonale e al Ministero pubblico, che, per le esigenze dell’inchiesta penale, aveva ingiunto all’EOC di mantenere l’assoluto silenzio sui fatti, sia al proprio interno, sia nei confronti dei pazienti e dell’opinione pubblica.

Durante l’odierna conferenza stampa svoltasi nella sede dell’OBV a Mendrisio, alla quale hanno partecipato il presidente del Consiglio di amministrazione dell’EOC Paolo Sanvido, il direttore Pierluigi Lurà e il direttore sanitario Brenno Balestra dell’OBV, è stato ribadito il principio della tolleranza zero dell’EOC nei confronti di comportamenti inappropriati da parte dei propri collaboratori. Sebbene non paragonabili ai gravissimi fatti attribuiti all’imputato e oggetto dell’inchiesta penale, l’EOC ha riconosciuto la gravità di quanto accaduto e ha preso i necessari provvedimenti, in linea con i propri regolamenti interni. Le sanzioni interessano 5 collaboratori di un reparto e non devono gettare il discredito sull’insieme del personale curante, impegnato ogni giorno a dare il meglio di sé per il bene del paziente.

Piena collaborazione con gli inquirenti
Durante la conferenza stampa si è ricordato che l’EOC/OBV ha collaborato fin dall’inizio con l’Autorità di vigilanza e con il Ministero pubblico, al quale ha fornito tutti i documenti richiesti per l’inchiesta penale, attenendosi inoltre scrupolosamente al divieto di informare. L’accesso a una parte degli atti dell’inchiesta penale ha finalmente permesso di avviare l’indagine interna. Sono così stati evidenziati azioni e atteggiamenti di alcuni infermieri contrari ai principi comportamentali, etici e deontologici che da sempre l’EOC difende e promuove.

Proprio per questo nei confronti di cinque collaboratori sono state prese le misure previste dai regolamenti dell’EOC, che vanno dal licenziamento immediato all’ammonimento.

L’indagine prosegue
L’indagine interna proseguirà. Essa si propone di valutare il sistema di gestione e conduzione del reparto nel suo insieme e di porre l’accento sui meccanismi che permettono ai collaboratori di rilevare e conseguentemente segnalare comportamenti o azioni non appropriate. Sarà premura dell’Ente informare adeguatamente sugli sviluppi dell’inchiesta sia i propri collaboratori, sia l’opinione pubblica.

Vicinanza nei confronti dei pazienti e dei loro famigliari
Le Direzioni dell’EOC e dell’OBV, profondamente dispiaciute per quanto accaduto, rinnovano la propria vicinanza e solidarietà ai pazienti e alle loro famiglie toccati dalla vicenda. La Direzione dell’OBV resta a disposizione dei pazienti e dei loro famigliari per qualsiasi ulteriore informazione o necessità in relazione all’accaduto».