Politica

Iniziative, la ricetta di Avanti: «Un finanziamento modulare»

Con una mozione, il movimento chiede un approccio «responsabile e trasparente» per l’implementazione delle due proposte sui premi di cassa malati appena votate - Amalia Mirante: «È finito il momento dell’improvvisazione»
©Chiara Zocchetti
Giona Carcano
30.10.2025 06:00

«Il Parlamento deve poter disporre di una visione d’insieme chiara, sostenibile e referendabile sul modo in cui il Cantone intende finanziare l’implementazione delle iniziative popolari ritenendo l’intero contesto delle finanze pubbliche». A dirlo è una mozione di Avanti con Ticino&Lavoro, che riguarda – appunto – il tema «caldissimo» delle due iniziative di PS e Lega sui premi di cassa malati approvate dal popolo il 28 settembre. I deputati Amalia Mirante, Evaristo Roncelli e Giovanni Albertini mettono innanzitutto in guardia dal «peso» finanziario delle iniziative, stimato in 350-400 milioni all’anno: si tratta dunque «di una riforma con effetti sistemici sul bilancio e sulla pianificazione finanziaria cantonale, con riflessi anche sulla partecipazione dei Comuni e sulle risorse destinate ad altri ambiti strategici (socialità, istruzione, infrastrutture)».

Alla luce di questa situazione, ecco la richiesta della mozione. «Appare opportuno che il Consiglio di Stato licenzi un messaggio specifico concernente il finanziamento dell’attuazione di queste iniziative, definendo un pacchetto organico di misure che garantisca la copertura pluriennale e una pianificazione trasparente e coerente anche delle altre spese già note e pianificate». Anche se le due iniziative votate non definiscono le modalità di finanziamento, per Avanti «il principio di sostenibilità impone che il loro avvio non comprometta l’equilibrio dei conti cantonali».

Parola a Parlamento e popolo

Per evitare il rischio di sprofondare in deficit insostenibili, la ricetta di Avanti chiede un approccio «modulare» (quote autonome di copertura) pluriennale, con un orizzonte di «almeno 5-7 anni». Al contrario, un approccio frammentato o annuale al finanziamento «esporrebbe il Cantone a incertezze e tensioni strutturali». Avere un piano sul medio periodo, invece, secondo Avanti garantisce stabilità e permette «di pianificare l’evoluzione della spesa sanitaria e sociale in modo coerente con gli obiettivi di politica pubblica e di responsabilità fiscale». Non solo: per i deputati, «un modello di finanziamento modulare consentirebbe di articolare il pacchetto su più livelli o “tranche”, ciascuna con una fonte di copertura distinta (ad esempio risparmi interni, prelievi mirati, riallocazioni settoriali, nuove entrate fiscali o compartecipazioni federali). Ciò dovrebbe consentire di garantire progressivamente la copertura integrale delle spese richieste (a oggi si stima un importo necessario nel 2028 di 700 milioni di franchi)».

Vista la portata delle misure proposte per l’implementazione delle iniziative, Avanti chiede altresì che sia il Parlamento a esprimersi «su un pacchetto unitario, evitando una frammentazione delle decisioni di spesa in più fasi non referendabili singolarmente». La stessa possibilità andrebbe data anche al popolo. «La corretta implementazione delle iniziative rappresenta una sfida di grande portata istituzionale e finanziaria», sottolinea Avanti. «Solo un approccio strutturato, modulare e trasparente potrà garantire che la volontà popolare sia attuata in modo responsabile e sostenibile per le finanze cantonali, dati gli oneri già noti per il futuro».

I nodi arrivano al pettine

«Nella gestione dell’attività pubblica ci vogliono grande rigore e senso di responsabilità», commenta al CdT Amalia Mirante. «In particolare di fronte a certe cifre. Ho l’impressione che non ci si rende bene conto di che cosa significhi una spesa aggiuntiva di 400 milioni di franchi a fronte di un budget complessivo dello Stato di 4,5 miliardi di franchi». Insomma, per Mirante e Avanti la trasparenza (e il consenso) in situazioni simili è fondamentale. «Si tratta di cifre enormi: bisogna chiarire di fronte ai cittadini e alle imprese come si intende finanziare le iniziative. La loro copertura non è l’unico compito dello Stato: ci sono l’istruzione, la sanità, il lavoro. È finito il momento dell’improvvisazione, i nodi stanno arrivando al pettine». Per Mirante, il Governo «è stato capace di presentare un preventivo senza compiti aggiuntivi in deficit di 100 milioni. Ecco perché, con questa mozione, vogliamo che venga messo in atto un piano preciso, modulare e trasparente. È da irresponsabili dire ai cittadini che le due iniziative possono essere applicate a breve. Serve un piano strutturato, che guardi a un orizzonte di 5-7 anni». Oltre, dunque, le scadenze elettorali.