«Insegnamento a distanza in allestimento»

Emanuele Berger, il DECS si è attivato e sta lavorando per assicurare l’insegnamento a distanza: come procedono i preparativi?
«Siamo nella fase di transizione, che è lasciata alla creatività, all’impegno e alla dedizione che i docenti stanno già dimostrando, ciò di cui li ringraziamo. Sappiamo che diversi insegnanti hanno già preparato gli esercizi, spedendoli in parte via email o chat».
Nel frattempo è in fase di preparazione la fase di consolidamento.
«Sì, il Centro di risorse didattiche e digitali (CERD) sta allestendo le direttive e le linee guida e soprattutto le strumentazioni che saranno a disposizione dalla prossima settimana, indicativamente da mercoledì, quando dovremmo essere pronti per partire».
Su quale strumento informatico si sta lavorando, in particolare?
«Si sta mettendo a punto e adeguando tecnicamente la piattaforma Moodle, già presente il tutte le scuole cantonali: nei prossimi giorni il CERDD fornirà la consulenza a tutte le scuole affinché lo strumento possa diventare pienamente operativo. Tramite Moodle si potranno depositare i documenti e anche caricare piccole video-lezioni. Oltre a questo, verranno messi a disposizione altri strumenti come ad esempio Microsoft Teams, adatto alle videoconferenze e allo scambio collettivo di documenti. Ovviamente per il grado di insegnamento primario i mezzi più spontanei e semplici, come la stampa di documenti inviati per email, saranno sufficienti. Ad ogni modo, per i dettagli bisognerà attendere la prossima settimana».
Le nuove tecnologie sono decisamente diffuse, ma avete pensato anche a quelle famiglie che non dovessero essere dotate dei necessari strumenti informatici?
«In generale siamo sorpresi di come gli strumenti e le conoscenze informatiche siano diffusi, così come pronta è stata la reazione delle famiglie. Qualora invece non ci fossero i mezzi, si troverà sicuramente il modo affinché la documentazione possa essere stampata dalla scuola e quindi fornita ai genitori. È comunque prevista la possibilità di prestito di dispositivi».
Un approccio temporeaneo come quello che state mettendo in piedi d’urgenza, per quanto tempo potrà reggere affinché gli obiettivi didattici vengano raggiunti?
«Non sappiamo quanto l’emergenza durerà, ma certamente ci prepariamo per lavorare almeno qualche settimana in questa modalità. L’obiettivo è quello di ‘salvare’ l’anno scolastico e di fare in modo che si lavori il più possibile. Per le scuole superiori e professionali si pone anche il problema degli esami, fermo restando che in alcuni casi potranno essere fatti online e in altri casi mantenendo le distanze in locali ampi. Più difficile, ovviamente, il discorso legato agli esami professionali pratici, dove occorre mettere concretamente mano: stiamo valutando anche questo».
Per quanto riguarda l’accudimento, avete già un’idea di quale sarà la richiesta?
«Non abbiamo ancora dei dati significativi e certi, solo da domani saranno disponibili. Qualcosa, comunque, sappiamo già. Ad esempio il fatto che nella maggior parte delle scuole medie ci sono pochissime segnalazioni: in alcune sedi addirittura non c’è alcuna richiesta di accudimento. Più in generale vorrei far notare che una settimana fa l’accudimento sarebbe stato un problema acuto mentre oggi, grazie alle nuove misure per l’economia tramite cui molti genitori saranno a casa, nella stragrande maggioranza dei casi le famiglie potranno occuparsi dei bambini senza mescolanza intergenerazionale».