La badante ruba centomila franchi: condannata

In tre anni, ha sottratto oltre centomila franchi all’anziana che doveva accudire. Per questo, ieri, una 57.enne polacca è stata condannata a 14 mesi sospesi per due anni e all’espulsione dalla Svizzera per cinque dalla Corte delle assise correzionali presieduta dal giudice Marco Villa. Il processo si è svolto con la formula del rito abbreviato e la Corte ha di fatto ratificato l’accordo di pena raggiunto fra accusa - il procuratore pubblico Daniele Galliano - e difesa - l’avvocato d’ufficio Stefano Stillitano. L’imputata sarà dunque scarcerata non appena saranno svolte le formalità per il suo allontanamento (questione di giorni): è in carcere dallo scorso luglio, al momento dell’arresto, e in espiazione anticipata della pena dall’11 settembre.
«Ha violato la fiducia»
Trattandosi di una procedura di rito abbreviato, il procedimento è durato poco più di una mezz’ora, il tempo per il giudice Villa di sottolineare all’imputata come il suo crimine sia stato reprensibile soprattutto dal profilo morale, data la fragilità della vittima, nel frattempo deceduta e il fatto che fosse suo compito aiutarla a passare una vecchiaia serena. Invece, citiamo dall’atto d’accusa, «ne ha conquistato a poco a poco la fiducia, scoprendo che aveva ingenti disponibilità economiche e intuendo che, data l’età e la frequenza dei prelievi, non avrebbe controllato in maniera approfondita l’estratto conto mensile». E per attingere a questo patrimonio ha individuato la chiave della cassaforte in cui l’anziana teneva la tessera per accedere al suo conto ed è riuscita a farsi rivelare il codice PIN. Fatto ciò, sono seguiti tre anni di prelievi, dapprima «timidi» e poi vieppiù spavaldi - tanto da saldare in alcune occasioni con il conto dell’anziana addirittura il proprio affitto - fino alla denuncia e all’arresto. In tutto ciò, l’imputata ha riconosciuto le sue colpe. Ben difficilmente però riuscirà a restituire il maltolto, al netto che quasi trentamila franchi le sono stati confiscati. «Ha crassamente violato la fiducia dell’anziana, a cui doveva badare», ha chiosato Villa.
Anche un lavoro in nero
Oltre che del reato di ripetuta appropriazione indebita, la donna è stata riconosciuta colpevole anche di truffa (pere essersi fatta dare 1.200 franchi dall’anziana per far fronte alle spese necessarie per l’operazione di un figlio; spese però da lei riferite gonfiate rispetto alla realtà), ripetuto riciclaggio di denaro (per aver speso in Romania gran parte del maltolto), infrazione alla Legge sull’AVS e appropriazione indebita di imposte alla fonte (questi ultimi due reati per aver lavorato a Lugano in nero per un’altra persona - verso cui si procede con decisione separata - nel 2023).
