La bassa Leventina crede sempre nel sogno

Lo dicono da oltre tre anni. Da quel 15 dicembre 2017 quando svelarono la candidatura dell’ex Monteforno per accogliere le future Officine FFS. Alla fine si è optato per l’altra soluzione, per Castione. Tuttavia i Comuni bassoleventinesi (Bodio, Giornico e Personico) e Biasca nonché la Commissione regionale dei trasporti (CTR) credono ancora nel sogno. Ossia la possibilità di poter ospitare il più moderno stabilimento industriale d’Europa.
Non potevano dunque non sottoporre pure loro all’Ufficio federale dei trasporti ed al Consiglio federale le osservazioni in merito all’inserimento del futuro sito produttivo nel Piano settoriale dei trasporti. La presa di posizione si aggiunge a quelle – anticipate oggi dal CdT – delle tre imprese facenti capo al gruppo Marti (Otto Scerri, Mancini & Marti e Genio Beton) e dell’Associazione per il miglioramento ambientale di Castione (AMICA).
Nel loro dettagliato dossier gli enti locali e la CTR ribadiscono a grandi linee i punti sollevati a più riprese nell’ultimo triennio. L’alternativa più praticabile e valida, osservano i quattro Municipi e la commissione, è una soltanto: quella dell’ex Monteforno di Bodio-Giornico. L’insediamento dell’Officina 2.0 in Leventina sarebbe un segnale forte da parte delle Ferrovie verso una regione periferica che deve far fronte al calo demografico e, secondariamente, andrebbe a ricompensare la valle rimasta «isolata» a seguito dell’apertura della galleria di base del San Gottardo. Le osservazioni vertono altresì su aspetti più tecnici che secondo i mittenti non sono stati necessariamente presi in considerazione dalle autorità a più livelli.
