La carenza d’alberghi è cronica: «Ma le alternative ci sono»

«Sulla scia della galleria di base del San Gottardo, negli ultimi due anni a Bellinzona ci pare di notare un aumento non esponenziale ma regolare di turisti, soprattutto al sabato. Vorremmo fare in modo che questo trend promettente possa crescere ancora, e abbiamo diverse iniziative importanti che avranno un impatto favorevole in tal senso, penso anzitutto al progetto per la valorizzazione della Fortezza, ma anche allo sviluppo del Polo biomedico, quest’ultimo capace di favorire un turismo di carattere scientifico». È quanto spiega il sindaco della capitale ticinese Mario Branda che abbiamo contattato per approfondire quanto da lui stesso affermato alla recente assemblea della Società dei commerciati in tema di turismo, un settore in cui ritiene che «Bellinzona non abbia ancora espresso completamente il proprio potenziale». Tra i nodi, appunto, c’è quello dell’accoglienza. «Abbiamo una cronica carenza di alberghi - aveva affermato il sindaco - Riceviamo costantemente delle richieste per l’organizzazione di seminari e assemblee che cerchiamo di distribuire dove possiamo però alla fine spesso l’Organizzazione turistica regionale (OTR) è costretta a rinviarli a Lugano e Locarno perché qui non abbiamo abbastanza posti».
«Il nostro tallone d’Achille»
Un nodo che abbiamo girato al direttore della stessa OTR Bellinzonese e Valli. «È chiaramente il nostro tallone d’Achille», conferma Juri Clericetti. «Non solo abbiamo poche strutture alberghiere, ma le stesse sono diminuite a vista d’occhio. A Bellinzona ne abbiamo poche, anche se vi sono stati nuovi arrivi come La Tureta di Giubiasco, e ristrutturazioni come quella dell’Internazionale, in città, ma anche altre strutture stanno rinnovando le proprie camere». Intanto nel resto del comprensorio le cose non vanno meglio: «In Leventina negli ultimi 30 anni c’è stata la chiusura di una quarantina di alberghi, mentre in Valle di Blenio le offerte si contano sulle dita di una mano: il problema è dunque generale». Secondo Clericetti va comunque ricordato che qualcosa si sta muovendo, con nuovi posti letto in arrivo: «Penso ad esempio all’Arbed Smart Center in costruzione e al Sun Village Acquarossa previsto per i prossimi anni. Ma, appunto, ci vorrà ancora un po’ di tempo, e comunque non saremo mai ai livelli di Lugano e Locarno».
I progettoni sono l’ossatura
In attesa, come ci si può muovere? «Da un lato occorre insistere nel lavoro che stiamo già facendo insieme all’Ente regionale per lo sviluppo, ovvero porre l’accento sui progetti strategici grandi e piccoli che creano l’ossatura turistica in cui altre iniziative, a catena, possano inserirsi, secondo le possibilità locali, con ‘piccoli’ alberghi di 20-50 camere. Senza dimenticare l’opportunità offerta da quanto sta avvenendo a Bellinzona, tra biomedicina e future Officine, dinamiche che favoriranno lo sviluppo economico e di conseguenza quello che viene definito un ‘turismo di business’». In quest’ultimo, secondo Clericetti, potrebbe inserirsi anche il Centro di competenza sui droni in Riviera. E poi c’è quanto si può fare operativamente, da subito, sul campo: «Dobbiamo puntare su una forma di accoglienza diversa, laddove abbiamo un potenziale che definirei enorme. Penso in primis a rustici e case secondarie, e poi ai camper».
«C’è un vuoto normativo»
Partiamo allora dai primi, con la famosa questione dei ‘letti freddi’. «Ci sono ancora troppi appartamenti e case secondarie non sfruttati. Molti proprietari si lamentano di dover pagare la tassa di soggiorno, dimenticando che hanno la possibilità di mettere i loro spazi sul mercato, facendoli vivere, e coprendo le spese. Per noi sarebbe un importante aiuto: anche mettendo a disposizione solo 100 appartamenti con quattro letti, abbiamo 400 posti, l’equivalente di otto alberghi». Passiamo ai camper. «Ve ne sono a centinaia che sostano qua e là abusivamente senza lasciare un franco sul territorio, né ai proprietari dei terreni utilizzati né a livello di tasse di soggiorno: è un settore attualmente non regolamentato. E, anche qui, il potenziale è grande, se pensiamo all’espansione vissuta dal fenomeno a seguito della pandemia e grazie all’ampiezza del nostro territorio». Tuttavia il direttore dell’OTR sottolinea che mancano soste per camper. «Di conseguenza, come detto, da noi il fenomeno è fuori controllo. Basti pensare che il sito principale su cui si appoggiano i camperisti, ovvero ‘park4night.com’, indica una sessantina di soste solo nella nostra regione, di cui la maggioranza in realtà sono abusive. Ripeto, al fine di monetizzare occorre regolamentare, affinché i potenziali utenti siano portati verso le aree ufficiali». Cosa significa più concretamente? «C’è un vuoto normativo, non esiste una legge che definisca come muoversi per istituire una sosta camper, il problema è lì: come settore turistico ci stiamo lavorando, nella speranza che le autorità ci seguiranno»Jur
