Inchieste

La chat criptata per la droga sotto processo in tutta Europa

L’applicazione SkyECC è al centro d’indagini anche in Ticino – Ma le prove sono ammissibili? In Belgio sì: a Bruxelles inflitte condanne per 750 anni di carcere – Ne parliamo con l’ex procuratore Paolo Bernasconi
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Nico Nonella
04.11.2024 06:00

Quella pronunciata martedì da un tribunale di Bruxelles è una sentenza che interessa anche il Ticino. No, in aula non sono comparsi imputati residenti nel nostro cantone, ma la condanna di 119 persone per traffico internazionale di droga – il più grande caso criminale nella storia del Belgio – ha qualcosa in comune con una grossa inchiesta aperta in Ticino ma non ancora sfociata in rinvii a giudizio: l’applicazione criptata SkyECC.

Ha collaborato anche l’FBI

Gli inquirenti belgi hanno in sostanza appurato – e lo stesso hanno fatto i giudici durante il processo, durato ben cinque mesi – come le organizzazioni criminali utilizzassero questa applicazione di messaggistica per comunicare. Proprio da essa erano partite le indagini, che hanno portato a condanne per un totale di 750 anni di carcere per l’importazione e lo spaccio di cocaina e cannabis proveniente dall’America Latina e dal Nord Africa in diversi paesi europei.

Come ricostruito in sede dibattimentale, nel 2021 gli investigatori europei erano riusciti a infiltrarsi in SkyECC con la collaborazione dell’FBI e della polizia australiana: l’analisi del messaggi aveva portato a perquisizioni e arresti in diversi Paesi, di cui più di cento solo in Belgio, dove secondo le forze di polizia europee operano alcune delle reti criminali più pericolose del continente. D’altronde, non è un mistero che il porto belga di Anversa, insieme a quello olandese di Rotterdam, sia uno dei principali punti di arrivo della droga proveniente dal Sud America.

Le prime sentenze svizzere

Le indagini avevano toccato anche la Svizzera. In Ticino, nel 2023, grazie ai dati trovati sulla chat, erano stati effettuati circa venti arresti e ad oggi risultano aperti due filoni d’inchiesta affidati a più procuratori pubblici. Nel nostro cantone e nel resto della Svizzera si era quindi aperta un’importante questione giuridica: le prove raccolte in questo modo sono ammissibili? Nel corso del processo belga, gli avvocati della difesa avevano sostenuto che le operazioni di decriptaggio dei messaggi su SkyECC fossero state svolte in maniera illegale e in violazione della privacy degli imputati. Per l’Europol, l’agenzia di polizia dell’Unione Europea, come scrive Il Post, hanno invece fornito «informazioni inestimabili su centinaia di milioni di messaggi» scambiati tra i membri delle organizzazioni criminali.

In Svizzera, ad oggi, solo un tribunale si è pronunciato: a inizio 2023, una Corte penale di Basilea Città ha condannato un «barone della droga» a 10 anni e 9 mesi di carcere per un traffico di svariate tonnellate di cocaina. Per organizzarlo aveva usato anche SkyECC, ma per i relativi traffici era stato assolto, in quanto la Corte aveva stabilito che anche altre persone avevano a disposizione il codice per accedere alla controversa chat. Tuttavia, il Tribunale penale basilese aveva confermato l’utilizzabilità di questi dati «nei procedimenti penali per traffico di cocaina nell’ordine delle tonnellate».

In caso di reati (molto) gravi...

Dunque, queste prove sono utilizzabili o no? Secondo l’ex procuratore pubblico Paolo Bernasconi, sì. «In base al Codice di procedura penale (articolo 139, 140 e 141, ndr), le uniche prove non utilizzabili sono quelle raccolte dalle autorità giudiziarie, quindi Ministero pubblico e Polizia, tramite mezzi vietati». Tra questi troviamo mezzi coercitivi, violenza, minacce, promesse e inganni. «Questa importante limitazione – prosegue Bernasconi – non vale però quando l’utilizzo di questi mezzi di prova sia indispensabile per far luce su gravi reati». Ma che cosa si intende per «gravi» e che tipo di reati rientrano in questa distinzione? «Sicuramente un traffico di stupefacenti di dimensioni molto importanti, quintali o tonnellate, e il conseguente riciclaggio dei proventi criminosi, rientrano nella suddetta categoria di reati». Anche da questa cronaca giudiziaria, sembrerebbe che la polizia belga si sia limitata a decriptare messaggi in codice. Non pare siano stati compiuti atti di provocazione, e nemmeno che siano stati utilizzati apparecchi d’ascolto o di registrazione, oppure programmi informatici speciali, per i quali, secondo il codice svizzero di procedura penale, il procuratore pubblico deve chiedere l’autorizzazione di un giudice.

In manette anche un biker

Tornando alla cronaca giudiziaria elvetica, proprio un mese fa la Polizia sangallese era entrata in azione in uno studio di tatuaggi a Sankt Margrethen, sede di un gruppo degli Hells Angels. Il proprietario, un quarantaduenne austriaco, è sospettato di aver trafficato 28 chilogrammi di cocaina. Come? Esatto: tramite SkyECC. L’uomo si era opposto a una sua estradizione in Austria sostenendo che le chat fossero state acquisite illegalmente. Gli è andata male. Stando al portale watson.ch, il Tribunale federale non è neppure entrato nel merito del suo ricorso.

Tornando al Ticino e al Luganese, l’ultima novità di cui vi avevamo riferito lo scorso 24 settembre riguarda la scarcerazione, dopo nove mesi di carcere preventivo, di uno dei principali indagati dell’inchiesta SkyECC, un cittadino italiano (con precedenti) sospettato di aver pianificato e gestito lo smercio di svariati quintali di marijuana e hashish e nei cui confronti sono state disposte misure sostitutive dell’arresto.

Un ruolo cruciale nel traffico di stupefacenti lo rivestono i porti belgi e olandesi. A riprova di ciò, le ingenti cifre dei sequestri negli scorsi anni. Nei due Paesi, nel 2023, sono state sequestrate 173 tonnellate di stupefacente, per un valore di mercato di 13 miliardi di euro. A Rotterdam, nel 2023 i sequestri hanno raggiunto le 45,5 tonnellate (nel 2021: 70 tonnellate; nel 2020: 4,6 tonnellate). Ad Anversa, nel 2022, le autorità hanno confiscato 110 tonnellate, mentre nel solo mese di novembre 2023 ne sono state sequestrate 40 tonnellate. Anche la Germania non è esclusa dal fenomeno: lo scorso anno le confische di stupefacente nel porto di Amburgo hanno raggiunto le 33,9 tonnellate. «Olanda e Belgio sono sempre più disastrati dalle guerre fra narcotrafficanti. La massa di milioni disponibili per queste organizzazioni permette loro di controllare tutta la filiera della produzione fino al commercio al dettaglio, di mantenere al loro servizio gruppi armati in America Latina e in Europa, disponendo di un inventario a magazzino di merce che non viene neutralizzato nemmeno dai suddetti sequestri. Come si incanala questa massa di denaro nell’economia legale ? Attraverso le zone grigie della finanza, il cosiddetto Finanzunterwelt», afferma Bernasconi.
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