Sviluppi

La Cisterna di Sorengo potrebbe andare all’asta

L’Ufficio fallimenti di Lugano procederà con la vendita dell’area se la maggioranza dei creditori della società non si opporrà - Il Comune potrebbe essere interessato all’acquisto, ma per la sindaca Antonella Meuli è prematuro esprimersi ora: «La procedura è ancora lunga»
©CDT/ARCHIVIO
Federico Storni
09.06.2021 06:00

Se entro il 18 giugno la maggioranza dei creditori non si opporrà, il comparto Cisterna a Sorengo finirà all’asta o sarà venduto tramite trattativa privata dall’Ufficio fallimenti di Lugano. La comunicazione è apparsa ieri sul Foglio Ufficiale, ed è conseguenza del fallimento della società che possedeva l’ex centro sportivo di Credit Suisse, la Piancha de Citerna. Fallimento che era stato pronunciato lo scorso febbraio e che non era il primo. In passato la società era già riuscita a tornare in possesso dei terreni. La proprietà è valutata - parliamo della stima ufficiale - oltre 2,2 milioni di franchi.

Tanti anni d’impasse

Era il 2008 quando il Credit Suisse aveva deciso di chiudere il centro sportivo alla Cisterna e di sbarazzarsi della proprietà, e da allora è stato un susseguirsi di cause giudiziarie e di ribaltoni politici. Brevemente: la banca voleva donarlo a Lugano Region, ma il Municipio di Sorengo era pure interessato all’area e tramite un ricorso al Consiglio di Stato era riuscito a mettersi in mezzo. Il Consiglio comunale di Sorengo, però, nel 2011 boccia l’idea (l’aveva peraltro già fatto nel 2005) giudicando non soddisfacente il rapporto tra costi e benefici. Nel 2013 Credit Suisse vende quindi a una SA ticinese l’area di 18.000 metri quadrati e i proprietari propongo di convertire gli spazi in un centro culturale complementare al LAC. Per permetterglielo, il Legislativo di Sorengo vota una variante di Piano Regolatore, che poi però revoca un anno dopo, a inizio 2020 ai primi segnali di difficoltà finanziaria della SA. Nel frattempo, nell’estate 2018, la Cisterna ospita un club lounge ben frequentato. Club poi fatto chiudere dal tribunale su ricorso di due confinanti.

Ginepraio pianificatorio

E veniamo a oggi, con una vendita fallimentare all’orizzonte che potrebbe segnare un nuovo inizio per l’area dopo un’impasse di quasi 15 anni. Decisivo sarà ovviamente l’acquirente, e decisivo anche in futuro sarà il Comune di Sorengo. Perché a livello pianificatorio l’area resta un ginepraio. Sia la variante di PR sia la sua revoca sono state impugnate di fronte a un tribunale e quindi la procedura è tutt’altro che lineare. Inoltre il Piano regolatore vigente pone vincoli restrittivi sull’utilizzo del comparto, e dunque chi vi entrerà in possesso dovrà trovare un consenso politico per qualsivoglia progetto intenda presentare. A Sorengo è pendente dal 2017 una mozione che chiede al Consiglio comunale di entrare in possesso del comparto, e nel corso della seduta di marzo del Legislativo la sindaca Antonella Meuli aveva detto che il Comune aveva esplorato la possibilità di acquistare l’area con la proprietà - la quale non si era di principio opposta - ma che «al momento non ci sono particolari indicazioni circa la possibile destinazione che si potrebbe dare alla proprietà nell’ipotesi che la Cisterna dovesse essere acquistata dal Comune».

«Seguiamo l’evoluzione»

«Sarà ancora una cosa lunga - ci dice Meuli in relazione alla procedura fallimentare. - I creditori hanno un mese per le intimazioni, poi vi sarà da fare la graduatoria e una perizia del fondo. Bisognerà anche vedere a quanto ammontano i debiti». La sindaca stima che per un’eventuale asta ci vorrà ancora un anno circa: «Siamo a inizio procedura, ma il tema è senz’altro sul tavolo del Municipio anche se è troppo presto in questa fase per esprimersi su un eventuale acquisto. Valuteremo come si evolverà la situazione». Di certo, se i tempi sono quelli appena descritti, vi sarà tempo per la politica di Sorengo di chinarsi sul tema, cosa non scontata in quest’ambito, con l’eventuale concorrenza di più agili privati.

A Lugano Region non interessa più

Un’eventuale acquisizione o gestione della Cisterna oggi a Lugano Region non interessa invece più: «Dovrei chiedere conferma al CdA, ma non penso proprio - ci ha detto il direttore Alessandro Stella. - Abbiamo il parco San Grato da gestire, e la Cisterna sarebbe un altro onere che le casse non permetterebbero di sostenere». Lugano Region, peraltro, stando a Stella si era già accorta che i numerosi vincoli pianificatori sull’area poteva essere un problema quando Credit Suisse gliel’aveva offerta: «Tanto che siamo anche stati contenti che alla fine fosse subentrato Sorengo».