La Città in soccorso all’OSI e in pressing sui Comuni

La Città di Lugano vuole investire nel futuro dell’Orchestra della Svizzera italiana (OSI). Alla luce di un probabile ulteriore disimpegno della SSR/RSI a partire dal 2024, la Città propone infatti - sempre che il Consiglio comunale sarà d’accordo - di aumentare non il suo contributo ordinario (che rimarrà di mezzo milione di franchi annui fino al 2029), bensì quello aggiuntivo; ovvero quello che dipende da quanto versano gli altri Comuni del Luganese. Finora era di 150.000 franchi annui: si propone di portarlo a 250.000. Un pressing leggero sui vicini nato dalla convinzione che l’OSI «è portatrice di cultura e ambasciatrice, verso le altre regioni linguistiche e fuori dai nostri confini, sia di Lugano che della Svizzera italiana».
Come funziona
Lugano finanzia l’OSI (che oggi è l’orchestra residente al LAC) nei termini descritti dal 2018, anno in cui la SSR pure aveva visto al ribasso il suo impegno economico. Il budget restante (in totale circa 9 milioni) lo mette in parte il Cantone - che come Lugano dovrebbe annunciare un maggiore impegno finanziario su questo fronte; - in parte i Comuni ticinesi, soprattutto quelli del Luganese; e in parte (4 milioni) sponsor privati e mecenati, oltre che i concerti e le produzioni musicale. Nel 2020 l’allora granconsigliere luganese Raoul Ghisletta aveva proposto tramite un’iniziativa parlamentare a dare una base legale al finanziamento pubblico all’OSI (di fatto rendendolo obbligatorio per i Comuni) ma l’aveva ritirata nel 2022 quanto l’apparente consenso per la proposta era sparito e percorrere questa strada poteva paradossalmente indebolire il sistema di finanziamento.
«Situazione delicata»
Il contributo pubblico resta dunque facoltativo, ed è per questo che ora la Città cerca di dare il buon esempio e spronare quantomeno i Comuni del comprensorio a fare altrettanto: «La situazione finanziaria attuale dell’OSI, particolarmente delicata, ha necessità di un incremento delle fonti di finanziamento sia pubbliche sia private che di recente è stata affrontata anche tramite l’assunzione di un responsabile della ricerca fondi - si legge nel messaggio municipale. - Tale azione ha però bisogno di tempo e per evitare il rischio di un deficit strutturale, che negli scorsi mesi è stato risolto per l’anno in corso proprio grazie ad una riduzione della spesa e ad un aumento degli sponsor, si rende necessario un sostegno convinto da parte degli enti pubblici». Il capodicastero Cultura di Lugano e membro del Consiglio di fondazione dell’OSI Roberto Badaracco, da noi raggiunto, ha spiegato che allo stadio attuale l’Orchestra è confrontata con un deficit strutturale di circa un milione di franchi: «L’invito che facciamo a tutto il cantone è di essere sensibili verso l’OSI, che è un emblema sul territorio dell’identità e della cultura della Svizzera italiana».
I perché di chi non paga
Già dal 2018 l’Ente regionale di sviluppo del Luganese propone una chiave di riparto - facoltativa, non essendoci alcuna base legale - che suggerisce quanto potrebbero contribuire al finanziamento i Comuni del comprensorio (grossomodo dal ponte diga al Ceneri). In questi anni la maggior parte di essi ha effettivamente contribuito - Badaracco ha ricordato in particolare lo scorso anno una generosa donazione da parte di Paradiso - tant’è che mediamente sono stati raccolti fra i 222.000 e i 236.000 franchi annualmente. L’auspicio della Città è che, portando il suo contributo (finora sempre interamente versato data la generosità dei Comuni del Distretto) da 150.000 a 250.000 franchi si possa fare ancora meglio.
Ci sono infatti Comuni che negli anni hanno ritenuto di non contribuire all’OSI. Ad esempio Monteceneri, che giusto un paio di settimane fa ha deciso tramite risoluzione municipale che non finanzierà l’Orchestra. «L’ultimo nostro versamento all’OSI risale al 2018 - spiega la vicesindaca Letizia Ghilardi. - Negli anni seguenti abbiamo preferito destinare la cifra, circa seimila franchi, ad attività e associazioni culturali del nostro territorio. È una decisione che prendiamo in ogni caso di anno in anno e quindi non definitiva, tant’è che il finanziamento all’OSI figurerà ad esempio nel Preventivo 2024».