La Collina nord piace ai Municipi

Sì di massima da dieci sindaci del Luganese che scrivono a Norman Gobbi: "Bene per la nuova ripartizione territoriale, ma l'aggregazione non è prioritaria"
John Robbiani
22.09.2016 16:03

LUGANO - Dieci firme, di altrettanti sindaci, per confermare al Dipartimento delle istituzioni un "sì di massima" al nuovo scenario territoriale previsto dal Piano cantonale delle aggregazioni (PCA) per la Collina nord del Luganese. A firmarla sono stati, appunto, i sindaci di Cadempino, Canobbio, Comano, Cureglia, Massagno, Origlio, Ponte Capriasca, Porza, Savosa e Vezia.

Ma andiamo con ordine. Quando venne presentato, nel novembre del 2013, il PCA prevedeva un Luganese diviso in soli sette Comuni: Vedeggio, Medio Vedeggio, Capriasca, Malcantone est, Malcantone ovest, Lugano e Val Mara. Con la "nuova versione" il documento programmatico prevede invece la creazione anche dei Comuni di Collina nord e Collina sud. Inizialmente il Dipartimento intendeva infatti dar vita a una "grandissima Lugano" inglobando nella città anche Massagno, Paradiso, Canobbio, Porza, Savosa, Vezia, Cureglia, Muzzano, Sorengo, Collina d'Oro, Grancia, Melide, Vico Morcote e Morcote. Una proposta che aveva portato a una vera levata di scudi da parte di buona parte dei Municipi «costretti» ad entrare in Lugano. Il Dipartimento ha in seguito riconosciuto l'unicità dell'immediata periferia della città garantendo appunto la possibilità di preservarne anche in futuro l'autonomia

"Per l'aggregazione non c'è fretta"

Ai 10 sindaci piace dunque la nuova ripartizione territoriale (giudicata più "calibrata"), ma questo non significa che i 10 Comuni siano immediatamente favorevoli a un'aggregazione. Anzi. "A scanso di equivoci – si legge nella lettera indirizzata al consigliere di Stato Norman Gobbi -   viene integralmente ribadita la considerazione circa l'attuale comprovata e manifesta capacità dei Comuni che la compongono a garantire, tramite le proprie autonomie, una gestione ottimale alle proprie amministrazioni comunali, con piena soddisfazione della popolazione residente". In questo senso dunque, piuttosto che di fusioni (che i dieci Municipi giudicano "per nulla necessarie a medio termine"), il disegno proposto dal Cantone viene visto come "scenario di riferimento". Uno scenario "in cui rapportarsi per tutte quelle problematiche che, già da tempo, li vedono attivi protagonisti in collaborazione e relazioni intercomunali di successo".

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