Animali domestici

La controversa vicenda dei bocconcini avvelenati

Da giorni si moltiplicano sui social allarmi riconducibili a diversi luoghi del Malcantone - I veterinari non ne sanno nulla e la polizia indaga su un solo caso sospetto - Abbiamo ricostruito come la notizia si è diffusa ed è mutata sul web
©CDT/CHIARA ZOCCHETTI
Federico Storni
02.03.2022 06:00

«Attenzione! Bedigliora, veleno per topi. Avvelenato un cane! Attenzione ai cani e ai gatti». Comincia così, per quanto siamo riusciti ad appurare, l’allerta bocconcini avvelenati in Malcantone, tornata attuale proprio ieri. Allerta con tutta probabilità generata da persone benintenzionate, ma con altrettanta probabilità esagerata: se di avvelenamento si può parlare, alle autorità al momento risulta un solo caso, su cui si sta peraltro ancora indagando (il cane, a quanto ci risulta, non sarebbe deceduto). Ad oggi non vi sono insomma indizi che vi sia qualcuno che sistematicamente posi bocconi avvelenati nel Malcantone (o altrove).

Di post in post

Ma come siamo arrivati a questo punto? Come è stato possibile che centinaia di persone abbiano condiviso la notizia dei bocconcini avvelenati in varie zone del Malcantone come se fosse un fatto appurato? Abbiamo provato a ricostruirlo, scoprendo che la prima menzione di un possibile avvelenamento - il messaggio citato in entrata - è stato pubblicato sul Facebook da una donna di Breganzona il 15 febbraio. A essere stato avvelenato sarebbe stato il cane di un suo vicino, stando a quanto scrive. Il giorno dopo, su una pagina Facebook dedicata agli amanti dei cani del Malcantone è comparso un messaggio che informava della presenza di bocconcini avvelenati in zona Banghès a Curio, con un cane e un gatto che sarebbero stati male: «Messaggio - precisa chi l’ha condiviso - giunto in pagina da terzi. Non conosco i dettagli e chi ha denunciato, ad ogni modo lo segnalo!».

Seguono quattro giorni di silenzio, poi parte il tam tam mediatico. La notizia di bocconcini avvelenati inizia ad apparire sulle pagine di associazioni locali in difesa degli animali e su quelle dedicate alle comunità locali, con sempre più condivisioni. Il 21 febbraio inizia a circolare questo messaggio: «Ciao, ci sono bocconcini avvelenati zona Curio-Bedigliora-Banco. PF fate girare la voce». Firmato: la segreteria comunale di Bedigliora, con tanto di numero di telefono. Per quanto abbiamo potuto appurare si tratta in realtà di un’e-mail che un’impiegata comunale ha spedito a otto persone. Ma nell’immagine che è circolata questa informazione è stata tagliata e a molti il messaggio è sembrato una conferma ufficiale da parte del Comune, cosa che ha dato alla notizia dunque una credibilità accresciuta. Il giorno seguente, su una popolare pagina Instagram dedicata al Ticino con oltre ventimila follower, la vicenda appare con questo testo: «Ci è stato comunicato che in diversi comuni dell’alto Malcantone (Breno, Fescoggia, Vezio e Bedigliora) sono stati trovati dei bocconcini per cani avvelenati. La segnalazione ci è arrivata da più persone, vi chiediamo di darci una mano a condividere soprattutto se conoscete qualcuno che vive in Alto Malcantone». Lo stesso giorno - una ventina di minuti più tardi - lo stesso identico messaggio è stato pubblicato da un quotidiano ticinese sulla propria pagina Facebook, venendo condiviso oltre 400 volte, dando ulteriore credibilità alla vicenda. Il post del quotidiano è ad esempio evocato dal Comune di Alto Malcantone sul proprio sito, in un breve comunicato in cui il Municipio invita «tutti a prestare la massima cura affinché nessun animale si trovi a essere vittima di tali trappole».

Nel frattempo, i possessori di cani del Malcantone hanno reagito con preoccupazione alla notizia, e con rabbia verso il o i presunti avvelenatori. Un commento per dare idea delle reazioni: « Che se li mangiassero loro, poi vedono quanto è bello. Deficienti».

Le parole delle autorità

Ma, come accennato, nella vicenda non vi sarebbe nulla di sistemico. La Polizia cantonale ci ha riferito di aver ricevuto una denuncia contro ignori da parte del Comune di Bedigliora. Alle autorità è anche stato consegnato il bocconcino sospetto e si attendono i risultati delle analisi. Né sono giunte particolari segnalazioni ai veterinari della zona, come ci è stato riferito dallo studio Paola Juri di Agno. Veterinari che, peraltro, sono soliti scambiarsi informazioni quando invece accadono episodi di questo tipo. Da parte di chi si occupa spesso di queste vicende, in altre parole, non vi sono particolari segnali d’allarme o di preoccupazione.

Tante segnalazioni ancora di ieri

È un episodio che sembra circoscritto, quindi, sempre che venga confermato come tale. Eppure ieri sui social è partita una nuova allerta. Il tam tam stavolta è iniziato dal Comune di Magliaso, che ha diffuso su Facebook e sul proprio sito questa nota: «Avviso importante a tutti i detentori di cani: zona foce di Caslano ci sono bocconcini avvelenati!!!». Tutto maiuscolo sottolineato, con la seconda parte evidenziata in giallo. «È stata una comunicazione fatta in fretta e furia su una segnalazione di una nostra impiegata - ci ha spiegato il sindaco Roberto Citterio. - Una segnalazione che si è poi rivelata non veritiera, e quindi l’abbiamo tolta». I pompieri di Caslano, chiamati a indagare, non hanno infatti trovato riscontri (o forse hanno fatto delle analisi senza trovare nulla di preoccupante: circolano due versioni). Nel frattempo però, sui social l’allarme diramato dal Comune è continuata a circolare e a essere condiviso, malgrado nel frattempo fosse stato cancellato. La sua smentita, salvo poche eccezioni, è invece rimasta confinata nei commenti dei singoli post. Molto meno visibili.