Sotto la lente

La corsa a ostacoli delle donne tra famiglia, lavoro e politica

La giornata mondiale dedicata all’universo femminile offre un’occasione per capire i progressi compiuti dalla società sulla parità di genere e le sfide attuali - Ne parliamo con cinque esponenti attive nel Locarnese
Per l’8 marzo giro d’orizzonte nel Locarnese sulla politica al femminile. © Shutterstock
Davide Rotondo
Davide Rotondo
08.03.2022 06:00

Che festa sia, ma non senza qualche ragionamento ad accompagnarla. La giornata dell’8 marzo non è solo un’occasione per celebrare la donna porgendole una mimosa, si tratta di un momento di riflessione sulla nostra società, sui traguardi raggiunti e sui progressi che ancora si possono registrare in ambito di parità di genere. La giornata è mondiale ma è giusto che le osservazioni siano anche locali. Per questo motivo abbiamo intervistato alcune politiche del Locarnese attive in diverse posizioni. Partiamo proprio da Locarno, siamo nel 2004 e l’Esecutivo era composto da una maggioranza rosa. Oggi invece vi troviamo “solamente” la municipale Nancy Lunghi (PS). Che cosa è successo? Secondo l’attuale capodicastero socialità, giovani e cultura cittadina la generale assenza di donne negli esecutivi politici è dovuta a più fattori: «Da un lato – spiega Lunghi – non si fa ancora abbastanza per rendere conciliabile la carica politica con la vita familiare e lavorativa e quindi spesso le donne ancora oggi si sentono in obbligo di rinunciare all’impegno politico a favore di famiglia e lavoro; problematica che per altro tocca anche gli uomini, che per fare politica e lavorare spesso si vedono “costretti” a rinunciare ai compiti familiari. Dall’altro, ai partiti manca la volontà di portare un’equa e seria rappresentanza nelle proprie liste e a favorire le donne competenti quando queste danno la propria disponibilità per una certa carica».

A farle da eco, la municipale di Minusio Veronica Provenzale (USI), secondo la quale «l’azione dei partiti è fondamentale, devono sostenere in maniera proattiva le carriere femminili in politica e non solo a titolo di alibi, inserendo ad arte 2 o 3 nomi in lista». Il sostegno partitico però potrebbe anche non bastare: la capodicastero socialità di Minusio ritiene che «una presenza femminile in politica non sia, in un certo senso, naturale».  Troppi infatti, secondo Provenzale, i deterrenti che la rendono impossibile: «La maggior parte dei politici sono liberi professionisti e il divario salariale non ci permette di dedicare lo stesso tempo degli uomini alla politica. Inoltre esistono altri ostacoli invisibili come il condizionamento sociale, che pone uno stereotipo duro a morire: le donne non sono viste come leader e se non sono spinte non credono in loro stesse». Insomma, si gioca in un sistema basato sull’uomo: «Le donne restano sempre ampiamente minoritarie in politica. E questo a fronte di un 53% di donne con diritto di voto in Svizzera», osserva la municipale di Minusio.

Le donne quindi sono tante ma sono poche. Un controsenso colto anche dalla municipale PPD di Losone Nathalie Ghiggi Imperatori: «Noto che ci sono molte donne che si mettono a disposizione della comunità in tanti ambiti o che si impegnano attivamente per cause specifiche. Sono competenti e informate. È un peccato che solo una parte di loro sia interessata a lanciarsi anche in politica. Inoltre, il numero e la complessità dei temi affrontati, per esempio in un Municipio, richiede un investimento di tempo sempre crescente e una grande flessibilità che può essere difficile avere a causa dei numerosi impegni privati».

Una minoranza che tocca anche la dimensione cantonale della politica, se consideriamo che nel periodo tra il 1999 e il 2011 ci sono state sempre due consigliere di Stato, cariche che negli ultimi 11 anni sono invece occupate stabilmente da uomini. Ne parliamo con una delle 31 deputate su 90 in Gran Consiglio, nonché municipale PLR ad Ascona Michela Ris: «Nonostante ci sia parità alla base della partecipazione politica, nel momento in cui si parla di potere politico, le donne appaiono sottorappresentate. Maggiore è il potere e la responsabilità, maggiore è il divario di genere. Negli esecutivi i posti sono meno numerosi e quindi la lotta è più serrata soprattutto se le donne candidate sono poche. Ma nelle ultime elezioni, sia a livello cantonale che comunale le donne elette sono leggermente aumentate quindi per il futuro sono fiduciosa, anche se ci vorranno ancora molti anni per una reale parità».

Per trovare l’eccezione a quella che sembrerebbe una regola, dobbiamo andare a Lavertezzo, dove la sindaca Tamara Bettazza ci spiega che oltre a lei «attualmente nell’Esecutivo composto da 5 membri, siede anche Tiziana Gerosa Szpiro che ricopre la carica di vicesindaco, mentre il Consiglio comunale è composto da 8 donne e 12 uomini. È comunque difficile dare una spiegazione al fenomeno della sotto rappresentanza femminile in politica, in quanto sono molteplici i fattori da considerare».

«Ancora tanto da fare»
Ostacoli di ogni sorta a partire da quelli culturali: «Quello che colpisce – spiega Provenzale – è la banalizzazione dello status quo pensando sia normale che le donne abbiano uno stipendio più basso e che la società sia costruita su scale e valori maschili». Secondo Lunghi quindi «ben vengano congedi parentali e settimane di lavoro ridotte a pari salario per permettere a chiunque una maggiore conciliabilità con altri compiti». I tanti ostacoli in politica per le donne sono superabili, secondo Bettazza, attraverso collaborazione e rispetto reciproco: «Negli ultimi decenni il ruolo della donna è molto cambiato. Abbiamo di principio le stesse opportunità degli uomini e questo grazie a un'apertura nei confronti del mondo femminile», conclude la sindaca.