«La Corte d’appello e revisione penale rimarrà bloccata per almeno un mese: quali soluzioni?»

«La Corte d’appello e revisione penale rimarrà oggettivamente bloccata per almeno un mese. A questo grave problema si aggiunge che i candidati proposti dalla Commissione giustizia e diritti di questo Gran Consiglio rivestono tuttora importanti funzioni in seno al Ministero pubblico, ragione per la quale si prospettano problematiche di coordinamento, eventualmente di auto ricusa. Si aggiunge il fatto che da fonte ufficiale è stato comunicato che ci sono ben 18 grosse procedure che coinvolgono persone detenute che attendono di essere evase. Ciò solleva legittime preoccupazioni fra la popolazione di questo Cantone che attende di ricevere soluzioni, spiegazioni e rassicurazioni». Lo sostengono in una interpellanza «urgente» al Consiglio di Stato i grancosiglieri Tuto Rossi (UDC) e Alessandro Mazzoleni (Lega dei Ticinesi), i quali sottolineano come «tra 15 giorni la Corte d’appello e revisione penale si troverà privata di due giudici togati su tre» mentre il «Gran Consiglio accende la procedura di elezione dei nuovi magistrati sostituti a pochi giorni dalla loro entrata in funzione».
Di seguito il testo dell'interpellanza e le domande poste al Governo ticinese.
Testo dell’interpellanza
La Corte d’appello e revisione penale perde fra pochi giorni due giudici togati su tre. Gli interpellanti si fanno latori dalle grosse preoccupazioni della popolazione e di molti parlamentari circa il funzionamento di questo importantissimo Tribunale in una situazione di emergenza come quella che si prospetta.
Gli interpellanti, pur confermando di aver lavorato con celerità ed il massimo impegno in seno alla Commissione giustizia e diritti di questo Gran Consiglio nel contesto della procedura di nomina dei sostituti delle due Giudice che lasciano la Corte, già a suo tempo insieme ai colleghi di Commissione avevano tempestivamente segnalato al Consiglio di Stato la problematica in arrivo.
Questa problematica si è manifestata in tutta la sua gravità allorquando si è saputo che ben 18 grossi incarti riguardanti persone detenute risultano ancora inevasi presso la Corte d’appello e revisione penale.
Come già detto, di fronte a questa situazione, la Commissione giustizia e diritti si era resa disponibile presso il Consiglio di Stato affinché approvasse la prolungazione straordinaria della funzione delle due Magistrate uscenti fino all’evasione di questi incarti pendenti.
Sempre da fonte ufficiale si è invece appreso con altrettanta preoccupazione che per sbrigare questi grossi incarti pendenti si è fatto appello ai giudici sostituti, cioè a Magistrati che non hanno mai preso la direzione di procedimenti così complicati.
Non bisogna dimenticare che la Costituzione svizzera, agli articoli 28 e seguenti, annovera precise garanzie processuali per il cittadino tradotto in giustizia, al quale assicura determinati diritti di difesa e soprattutto il diritto di disporre di un Tribunale competente imparziale e indipendente.
Da qui scaturisce l’obbligo di trattare con priorità le persone che si trovano ristrette nella loro di libertà, pena la violazione del principio di celerità a cui ogni cittadino sottoposto giustizia deve potersi appellare.
Infine, non si può dimenticare che la Corte d’appello e revisione penale è l’organo supremo della giustizia ticinese destinata anche a comminare lunghe privazioni della libertà dei cittadini.
Per questi motivi chiediamo al Consiglio di Stato:
1. Non intende il Consiglio di Stato fare capo in procedura straordinaria all’aiuto della Magistrate uscenti per trattare questi delicati procedimenti affinché le garanzie costituzionali processuali vengano garantite?
2. Con quali criteri e a chi sono stati assegnati i procedimenti riguardanti cittadini detenuti?
3. Corrisponde al vero che finora questi Giudici supplenti non hanno mai trattato procedimenti riguardanti cittadini detenuti?
4. Se non ritiene che l’assegnazione di simili procedimenti a Giudici supplenti possa mettere a rischio la garanzia di disporre di un Tribunale celere, competente, imparziale e indipendente e le altre garanzie costituzionali a protezione del cittadino?
