Giustizia

«La Corte d’appello non se ne vada da Locarno»

La Gestione del Gran Consiglio, sottoscrivendo il credito che darà il via alla ristrutturazione del Pretorio, invita il Governo a trasformare da temporanea a definitiva la permanenza del tribunale nella città del Verbano
La CARP era arrivata a Locarno nel 2011 e per l’occasione la sala del Pretorio era stata ristrutturata con un investimento di 1 milione e 250 mila franchi. (foto Archivio CdT)
Barbara Gianetti Lorenzetti
Barbara Gianetti Lorenzetti
19.02.2019 19:44

LOCARNO - Per molti locarnesi la presenza in città della Corte d’appello e revisione penale (CARP) è ormai un dato assodato. Non tutti però ricordano che quando, nel 2011, per ragioni logistiche, il tribunale sbarcò sulle rive del Verbano, lo fece solo a titolo temporaneo, con l’obiettivo finale di tornarsene prima poi a Lugano, dove ha ufficialmente sede. Un elemento che non è invece sfuggito al granconsigliere Nicola Pini, chiamato ad allestire – in qualità di relatore – il rapporto con il quale la Commissione della gestione del Gran Consiglio ha sottoscritto gli oltre 11 milioni di franchi chiesti dal Governo per dare avvio alla ristrutturazione del Pretorio di Locarno. Nel documento, infatti, oltre ad avallare l’operazione, i commissari affrontano la questione della CARP, chiedendo al Consiglio di Stato che, una volta completati i lavori nello storico edificio, la corte possa tornarvi. E, questa volta, in via definitiva.

UNA SITUAZIONE PRECARIA

Il rapporto inizia salutando «positivamente l’arrivo e soprattutto l’impostazione del messaggio governativo». E questo, in particolare, «vista l’indubbia precarietà logistica ed estetica dell’attuale Pretorio, a cui occorre al più presto ridare la giusta dignità operativa e istituzionale». Per farlo, però, è necessaria un’operazione che è più simile ad un complesso mosaico che ad un semplice intervento edilizio. Perché lo storico edifico ospita oggi diversi, importanti servizi istituzionali, per i quali è stato necessario trovare una sede provvisoria. In alcuni casi, spostando a loro volta altrove altri entri cantonali. Un vero rompicapo, insomma , cui è stata data un’accelerata a partire dal 2016. Anno in cui, lo si ricorda anche nel rapporto gestionale, «alcuni sfaldamenti degli intonaci dei soffitti dei corridoi, rovinando sul sottostante soffitto ribassato, hanno determinato il crollo concatenato delle strutture posticce». Un evento che ha ovviamente reso necessari alcuni interventi urgenti, portando anche ad avviare una diagnosi tecnica globale dello stabile. Quest’ultima ha determinato lo svolgimento di una serie di lavori finalizzati a garantire la sicurezza e l’abilità, ma ha anche dato il la ad un provvedimento più radicale, volto a prolungare di 45-50 anni il ciclo di vita del Pretorio, fra l’altro tutelato come bene culturale.

Diversi gli aspetti del messaggio governativo analizzati in modo particolare dalla Gestione. Quello, ad esempio, della tempistica e dei periodi di affitto necessari per le sedi alternative temporanee. La stessa Corte d’appello dovrebbe rimanere in piazza Grande (nel palazzo che ospitava un tempo la filiale locarnese del Credit Suisse) per dieci anni. Un periodo alla fine giudicato ragionevole dai commissari, che hanno esaminato casi simili, come quello della ristrutturazione del Pretorio di Bellinzona per insediarvi il Tribunale penale federale. Pure approfondita la questione pianificatoria, per il timore che dopo la realizzazione del nuovo stabile amministrativo a Locarno, la particella non disponesse più degli indici per consentire, in particolare, la chiusura della corte. Interpellata in tal senso, la Sezione della logistica ha risposto «che nel messaggio governativo è stata inserita un’ipotesi di lavoro che prevede lo sfruttamento del volume massimo costruibile nel rispetto del Piano particolareggiato del quartiere Rusca». In ogni caso nel rapporto si invitano il Cantone e la Città di Locarno a ben coordinarsi «in modo da evitare spiacevoli disguidi durante il percorso».

TRE SEZIONI DA TENERE SEPARATE

Infine la Gestione affronta la questione dei traslochi. Se quello dell’Ufficio stima è ormai assodato (a Locarno rimarrà unicamente un’«antenna regionale», mentre la sede principale sarà trasferita a Bellinzona, accorpandosi alla centrale per il Sopraceneri), per quanto riguarda la Corte d’appello al momento dell’insediamento a Locarno il Governo sottolineava che la questione sarebbe stata riesaminata una volta terminato lo studio sulla separazione delle tre sezioni che compongono il Tribunale d’appello. A tal proposito «la Commissione gestione e finanze – si legge nel rapporto redatto da Nicola Pini – invita il Consiglio di Stato a valutare attentamente se non mantenere la CARP a Locarno, in un’ottica non solo di distribuzione regionale, ma soprattutto di separazione anche fisica tra primo e secondo grado, rendendo di conseguenza definitiva la norma transitoria».

Ricordiamo, infine, che i lavori di ristrutturazione del Pretorio – alla cui progettazione servirà parte del credito in questione – dovrebbero concludersi entro il 2027 e costare attorno ai 30 milioni di franchi.