Rancate

La discarica alla Rossa potrebbe essere riattivata

La Società anonima che gestisce l’area ha inoltrato una richiesta per la sistemazione finale della discarica «reintegrando il conferimento di materiali» – L’amministratore (e proprietario dei fondi) mira a «modificare la morfologia per creare una situazione paesaggistica dignitosa»
©Benedetto Galli
Stefano Lippmann
16.07.2025 06:00

In zona La Rossa a Rancate c’è la concreta possibilità che torni ad alzarsi la polvere. Ma ancche, in senso metaforico, un possibile polverone. Da qualche giorno si sono infatti riaccesi i riflettori sulla discarica di inerti presente in località Cantone, riconducibile all’azienda Agrospazio SA amministrata dal consigliere comunale di Mendrisio Tiziano Pasta (UDC-UDF). La società ha infatti depositato una domanda di costruzione che ha quale oggetto la «variante in corso d’opera per la sistemazione finale della discarica». La storia che concerne quell’area e quell’attività, negli anni, si è arricchita di numerosi capitoli e colpi di scena ai quali, appunto, potrebbe aggiungersene un altro. Agrospazio, infatti, con la documentazione depositata all’Ufficio tecnico della Città, è intenzionata a «reintegrare il conferimento di materiali di categoria B» nonché «adeguare la durata dell’attività autorizzata per tenere conto del ritardo accumulato a causa di eventi straordinari». La discarica, in effetti, non è operativa da qualche anno. Ma lo è stata a partire dagli anni ‘90 del secolo scorso, così come sono stati attivi anche le autorità comunali e cantonali e, infine, pure i tribunali. Basti pensare, ad esempio, che nel 2009 la Città di Mendrisio aveva ordinato il blocco dei lavori a seguito di una serie di irregolarità riscontrate nel corso di alcuni sopralluoghi (difformità, va detto, che riguardavano in particolare le opere eseguite sulla base dei piani presentati dal precedente gestore della discarica). Oppure, un anno più tardi, la decisione del Dipartimento del territorio di revocare l’autorizzazione della gestione alla SA.

Tra inerti e sorgenti

Oggi, sebbene il deposito sia chiuso, la discarica rientra nella categoria di tipo A, la quale permetterebbe di depositare materiale di scavo non inquinato e materiali minerali naturali. In quell’area però, come anticipato, si vorrebbe passare alla categoria B, circostanza che permetterebbe di stoccare materiali inerti e rifiuti edili provenienti anche dalle demolizioni. Un cambiamento non da poco, ma possibile – stando a quanto si può leggere nella documentazione allegata alla domanda di costruzione – perché nel frattempo sono mutati alcuni criteri di protezione che riguardano la zona. Il Municipio di Riva San Vitale (che confina con il quartiere di Rancate) nel 2020 ha infatti stralciato le zone di protezione delle sorgenti Liprée, Granée e Riale dal Piano di protezione delle acque sotterranee. I mappali sui quali sorgeva la discarica, in sostanza, erano collocati in una zona di protezione (S2/S3) che sono stati stralciati dal citato Piano e dunque «tutte le limitazioni d’uso del fondo a suo tempo istituite sono state revocate». Insomma, per l’istante e proprietario del fondo ci sarebbero dunque tutte le premesse per riprendere l’attività.

Ridare valore al paesaggio

Da noi interpellato, Tiziano Pasta ci ha spiegato che «nell’attesa di decidere se riaprire o meno la discarica ho inoltrato la variante in corso d’opera per la sistemazione finale» (così come da licenza edilizia concessa, infine, nel 2017). Nelle intenzioni di Pasta, in definitiva, v’è la volontà di ultimare i lavori «per modificare la morfologia del terreno e rendere la zona meritevole al fine di creare una situazione paesaggistica dignitosa per l’area del Castello di Cantone». Già, il Castello di Cantone. A pochi metri dalla discarica sorge – seppur visibilmente sofferente del peso degli anni – lo storico edificio, circondato da un vasto vitigno. Lo stesso Pasta, proprietario del fondo, negli scorsi anni ha sviluppato un progetto volto a ridare vita all’immobile, dandogli un carattere votato all’agriturismo: un punto di raccolta, se vogliamo, per i cultori del nettare di Bacco. Prima, però, c’è da comprendere se la potenziale riattivazione della discarica troverà i favori delle autorità.

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