La polemica

«La ‘Festa della gnocca’ non è da banalizzare»

Lo Zonta Club di Locarno, attivo nella valorizzazione della condizione femminile, scrive al presidente di GastroTicino sull’irriverente iniziativa di un ristoratore cittadino per l’8 marzo
Lo Zonta Club di Locarno denuncia «con sconcerto e indignazione» l’evento proposto dal ristoratore locarnese. ©CdT/Archivio
Barbara Gianetti Lorenzetti
Barbara Gianetti Lorenzetti
05.03.2020 17:56

«Caro presidente, la ‘Festa della gnocca’ non è da banalizzare». Così lo Zonta Club di Locarno scrive a Massimo Suter, presidente di GastroTicino, dopo le dichiarazioni di quest’ultimo in merito all’evento per l’8 marzo, Festa della donna, organizzato da un ristoratore cittadino. L’associazione – che da oltre 100 anni si batte per la promozione e la valorizzazione della condizione femminile – afferma di non poter «non denunciare con sconcerto e indignazione la scelta» dell’esercente in questione. L’iniziativa, secondo lo Zonta, «già nella sua denominazione rappresenta una grave offesa alla dignità di tutte le donne. Pubblicizzando per di più un menù all’insegna dei più beceri stereotipi che fanno di noi donne semplici oggetti di eccitazione e soddisfazione sessuale». Successivamente nella lettera ci si riferisce alle dichiarazioni dello stesso Suter sul tema: «Con altrettanto sdegno – prosegue l’associazione – abbiamo letto le sue giustificazioni che, tra sarcasmo ed ironia, tendono a banalizzare un grave problema quale il sessismo e la discriminazione di genere». Nella missiva, poi, ci si distanzia da qualunque censura o condanna moralistica, «ma – prosegue lo scritto – in tempi in cui la lotta al sessismo è diventata per tutta la società un imperativo etico condiviso, simili atteggiamenti servono solo ad alimentare una pericolosa cultura maschilista e di sopraffazione delle donne». L’obiettivo della lettera non è comunque quello di una sanzione nei confronti del ristoratore in questione: «Questa è per noi – conclude lo Zonta Club locarnese – soltanto una doverosa segnalazione e non una richiesta d’intervento per impedire scelte che rientrano esclusivamente nella sfera della responsabilità personale, del buon gusto e di una cultura rispettosa della dignità femminile, che purtroppo in questo caso mancano del tutto».