L'evento

La giornata di festa per Cassis: «La Svizzera è un corpo con più cuori»

Il presidente della Confederazione in Piazza Riforma: «Oggi festeggiamo la pluralità del nostro Paese» — Le tappe ticinesi: Airolo, Biasca, Bellinzona e Lugano – Il senso per la democrazia e la «chiesetta di Wassen» – VIDEO
© Keystone - ATS / Ti-Press
Red. Online
14.09.2022 11:31

È partito da Berna poco dopo le 11.00 il treno speciale che ha accompagnato Ignazio Cassis in Ticino, dove si sono tenuti i festeggiamenti per il presidente della Confederazione rimandati di un anno causa COVID-19.

Poco prima di cominciare il viaggio, Cassis ha parlato ai media, dicendo di essere «felicissimo che il canton Ticino, il mio cantone di domicilio, abbia voluto organizzare questa festa quasi un quarto di secolo dopo l'ultima, quella tenutasi per l'allora presidente Flavio Cotti». Ignazio Cassis si è poi espresso sulle problematiche incontrate alla guida della Confederazione. «Difficilmente era immaginabile avere un anno più difficile, con due crisi che si accavallano - una pandemia e una guerra - di cui stiamo ancora avvertendo le conseguenze. È stato un anno difficile da gestire, si è sentita la necessità di avere un presidente che desse un volto e un segnale positivo alla coesione del nostro Paese. Sono comunque soddisfatto di quanto fatto in queste situazioni estremamente difficili. Il nervosismo si sente, lo si sente anche nelle critiche. Ma con occhi oggettivi possiamo dire che la Svizzera è gestita molto bene».

In Ticino

Il convoglio – con a bordo una nutrita delegazione ufficiale di rappresentanti cantonali e federali - ha raggiunto il nostro cantone nel primo pomeriggio. Ad accogliere Cassis alla prima tappa, Airolo, un accompagnamento musicale alla presenza delle autorità comunali e i bambini delle scuole. Cassis si è poi diretto per un momento di raccoglimento verso il Monumento alle vittime del lavoro di Vincenzo Vela. Dopo una breve pausa, il treno è ripartito in direzione di Biasca. Qui, seconda tappa del viaggio, il presidente della Confederazione è stato accolto attorno alle 14 dalle autorità del comune rivierasco. Cassis - che a Biasca ritrova una parte della sua famiglia - si è concesso un giro di saluti e foto tra le decine di persone presenti, accompagnato dalla musica della banda. Lo stop successivo è stato a Bellinzona, dove Cassis è stato accolto dal sindaco Mario Branda e dalle autorità comunali del capoluogo del Ticino. La breve sosta, simile alle due precedenti, ha permesso al ticinese di incontrare anche Claudio Zali e Manuele Bertoli, mentre gli altri rappresentanti del Consiglio di Stato si trovavano già bordo del treno speciale partito da Berna. La destinazione finale è stata Lugano, dove il presidente della Confederazione è arrivato intorno alle 15. 

Il saluto di Foletti e Zali

«Caro Ignazio, grazie di tutto e Lugano è fiera di fare parte di questo tuo viaggio». Con un discorso carico di emozione e gratitudine, il sindaco di Lugano Michele Foletti ha ringraziato Ignazio Cassis per la visibilità che ha dato alla Città. «Il cantone Ticino ha potuto sperimentare in questi nove mesi cosa vuol dire avere un consigliere federale ticinese ed è la prima volta che questo ruolo viene ricoperto da un cittadino ticinese del Sottoceneri. In questi mesi ci siamo sentiti un po' il centro del mondo: in città abbiamo avuto modo di accogliere ben dodici ambasciatori. Il Ticino, il Luganese e Lugano non sono mai stati presenti nell'agenda politica come nel 2022». Claudio Zali, presidente del Consiglio di Stato, ha sottolineato l'importanza di una giornata come quella odierna: «Cinque anni fa abbiamo lottato uniti per avere un ticinese in Consiglio federale. Da allora abbiamo atteso questo giorno, e ora dobbiamo rallegrarci di vedere un ticinese nuovamente presidente della Confederazione. Questa conquista è piena di sostanza. A titolo personale l'elezione di Cassis mi aveva rallegrato, perché le nostre traiettorie hanno qualche somiglianza. Coetanei, entrambi malcantonesi, la nostra conoscenza risale ai tempi del ginnasio. Ci siamo poi rivisti ai tempi della politica, che per entrambi sono iniziati relativamente tardi».

Il discorso di Cassis

Anticipato dall'intervento di due studenti liceali e dall'esecuzione del salmo svizzero, il presidente Cassis ha quindi preso parola. «È proprio vero che la Svizzera è un corpo non con un solo cuore ma con più cuori» le sue prime parole. Quindi, i ringraziamenti di rito. Rivolti in particolare al pubblico. «Ciascuno di voi è un tassello di questa Svizzera». E ancora: «Voi tutti, noi tutti siamo la democrazia. Quella democrazia che è l'onore del Paese. Questa è la vostra festa, è la nostra festa. La gioia di tornare a casa oggi raddoppia, perché con me sono venuti illustri ospiti. Di tutte le autorità federali e cantonali. Siamo partiti in treno da Berna e ci siamo presi il tempo di ripercorrere la via storica del San Gottardo con al famosa chiesetta di Wassen che si vede tre volte e che abbiamo dimenticato di guardare, perché non ci passiamo più. Ci siamo fermati ad Airolo, a Biasca, il paese della mia adorata moglie, a Bellinzona e qui a Lugano accogliendo man mano i rappresentanti delle altre città e degli altri comuni. Il mio auspicio è che l'intera Svizzera italiana si senta protagonista di questa festa. 24 anni dopo l'ultima festa per l'ultimo presidente italofono della Confederazione». Spazio, va da sé, anche alle tensioni di questi ultimi anni. «Oggi festeggiamo la pluralità del nostro Paese, quel collante che ci unisce anche se ridiamo, parliamo e sogniamo in lingue diverse, anche se abbiamo dee politiche diverse, anche se siamo confrontati con crisi che ci fanno sentire meno sicuri rispetto a pochi anni fa. Crisi che però non ci hanno diviso e non ci divideranno».