La guardia del corpo che protegge i vip a Lugano

Non può rivelare la sua identità per motivi di sicurezza e nemmeno il nome della famiglia del Luganese che protegge. Perché per lui la sicurezza, sua e quella della famiglia per la quale lavora, ha la precedenza su tutto. «Può chiamarmi Marcus», dice, prima di accomodarsi dall’altra parte del tavolo di un bar. Testa rasata, occhi azzurri e un fisico da marcantonio, Marcus di professione fa la guardia del corpo. Dopo un addestramento in un'unità speciale di un grande esercito europeo e prima di diventare guardia del corpo di una famiglia nel Luganese ha protetto varie celebrità tra Europa e Medioriente. «Il nostro lavoro non è come quello che si vede nei film – precisa – nel nostro lavoro quando c’è quell’azione che piace tanto agli spettatori significa che si è sbagliato qualcosa».
C’è anche Elton John
Anche a Marcus in passato è capitato che qualcosa andasse storto, ma preferisce non parlarne. Non sono cose che fa piacere rivangare. Anche se il rischio fa parte del suo mestiere che non a caso è ben pagato. «Una guardia del corpo in Svizzera può guadagnare fino a 300 mila franchi l’anno, ma si tratta di un'eccezione – spiega –. Poi, dipende dalla celebrità che si deve proteggere, da quanto è esposta, da quanto è attiva la sua routine e dai pericoli a cui è sottoposta». Ecco perché i salari in realtà possono essere molto più alti. Più aumenta il rischio, più aumentano anche i soldi a fine mese, ma questo richiede anche una formazione di prim'ordine e una grande esperienza. Anche se non è sempre così.
«Un calciatore molto noto può spendere per la sua sicurezza ogni anno circa 8-10 milioni di dollari», chiarisce Marcus, che in passato ha protetto ad esempio anche Elton John, quando il cantante si spostava in Europa per i suoi concerti. Uno dei concetti della sicurezza privata è che il vip di turno ha sempre con sé la sua scorta, ma quando si sposta e va in un Paese si appoggia anche a quella che trova sul posto. Il motivo? Marcus lo spiega più avanti. Prima bisogna arrivarci a essere una guardia del corpo. Non un fatto scontato, visto che servono competenze che non si trovano proprio dietro l’angolo. «Oltre ad essere in possesso dell'autorizzazione di agente di sicurezza privata (LPPS) occorre conoscere le tecniche di autodifesa, avere esperienza con le armi da fuoco, sapere l’inglese e requisito molto importante avere anche testa. Perché senza sale in zucca non si va da nessuna parte».
Forse anche per questo a un processo di selezione di nuovi candidati - di recente sul CdT è uscito un annuncio di lavoro proprio in questo senso - non rimangono mai più di una manciata di potenziali papabili, anche di fronte a diverse centinaia di candidature «Nel nostro mestiere molto importante è anche il rapporto con il nostro datore di lavoro. Deve scattare la scintilla, altrimenti è dura, visto tutto il tempo che si passa insieme». Tra la persona facoltosa o celebre e la sua guardia del corpo devono insomma esserci anche affinità ed empatia. Solo così può scattare più facilmente anche la fiducia e di conseguenza anche una migliore sicurezza.
Nessun orologio o gioiello
Ma quante sono le famiglie o le persone che in Ticino si affidano a una guardia del corpo? Difficile rispondere. Anche Marcus tenta una stima. «Ad averne bisogno sono un centinaio, ad averla una trentina», risponde. Non tutti insomma hanno capito che sarebbe meglio averla. Anche se la Svizzera è uno dei luoghi più sicuri al mondo le minacce continuano a esistere. Anzi, forse oggi sono maggiori che in passato visto l’aumentare delle diseguaglianze sociali e la piega guerrafondaia che sta prendendo il mondo. A preoccupare Marcus è in particolare il terrorismo, sia di destra che di sinistra. Un fenomeno certo non paragonabile a quello degli anni ’70 e ’80, ma «comunque presente, soprattutto in alcuni Paesi come la Germania».
Ecco perché Marcus non ama troppo l’espressione bodyguard. Perché per lui un bodyguard è solo la persona che «fa muro» con il suo corpo a una minaccia. Marcus preferisce definirsi un Close Protection Operative (CPO), un professionista della sicurezza che fornisce protezione personale a individui o gruppi a rischio, ma è anche responsabile della protezione della proprietà, dell'attività, dello stile di vita, dell'immagine e della reputazione del cliente. Un professionista della sicurezza a tutto tondo, insomma.
Anche perché quando deve, ad esempio, accompagnare un cliente in un ristorante, prima di andarci si informa più che può su tutto. Dal percorso stradale per arrivarci alla disposizione dei bagni e delle uscite di sicurezza del locale. Ma non è tutto. Molto importante è anche sapere «dove si trovano le stazioni di polizia e gli ospedali più vicini». Meglio non rischiare, insomma. Da qui il motivo per cui i vip internazionali ricorrono anche a guardie del corpo personali locali per proteggersi. Quando invece Marcus accompagna qualcuno della famiglia che protegge in centro a Lugano scattano altre regole di comportamento. «Nessun gioiello o orologi costosi in vista, pochi contanti con sé e le borse non devono essere necessariamente fake, ma il furto deve essere sopportabile». Questo perché in una città come Lugano il pericolo maggiore quando si passeggia in centro, Marcus lo ha stabilito, sono i borseggiatori e gli accattoni. Nessun rischio anche qui, dunque. E a proposito di Lugano, Marcus fa fatica a comprendere come possano essere tollerati i tossicodipendenti che stazionano in una parte del parco Ciani. «Io proteggo la famiglia per cui lavoro da tanti anni e posso dire che la situazione al parco Ciani sta peggiorando – sostiene -. Non capisco perché la Città non faccia niente».