La lettera di Gobbi che non piace a Tesserete

L'Esecutivo della Capriasca nutre "non poche perplessità giuridiche" sulla decisione del direttore del DI di far riprendere le attività di tiro allo stand di Bidogno, bloccate dal Municipio - "Modalità al limite della legalità"
Red. Online
16.06.2017 13:38

BIDOGNO - Si va a complicare la situazione relativa allo stand di tiro di Bidogno, in Capriasca, oggetto negli scorsi mesi di una petizione firmata da 713 persone contro il suo possibile allargamento. A far luce sulla situazione è proprio l'Esecutivo della Pieve in risposta alla petizione. Due le novità principali: innanzitutto la domanda di costruzione per l'ampliamento (in realtà ripari fonici e messa in sicurezza) procede e si aspetta il preavviso cantonale. Secondariamente, il Municipio nutre "non poche perplessità giuridiche" riguardo a una raccomanda inviata dal capo del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi che ha intimato di far riprendere l'attività di tiro nel poligono, che era stata fatta sospendere supecautelarmente dall'Esecutivo poco tempo prima per ragioni di ordine pubblico. In questo senso il Municipio "si riserva di intraprendere tutti i passi necessari a contrastare modalità al limite della legalità e tempistiche irrispettose dell'organo esecutivo comunale".

Dall'inizio

I problemi con lo stand di tiro di Bidogno sono iniziati nell'aprile 2014, alla riapertura della struttura edificata nei primi anni del Novecento, dopo alcuni anni di inattività. O meglio: un mese dopo, alle prime lamentele di un gruppo di cittadini di Bidogno che chiedeva l'immediata cessazione dell'attività a causa del disturbo fonico e dal considerevole aumento del numero di giornate di tiro (niente al di fuori dei limiti di legge, in entrambi caso).

Nei due anni successivi si è cercato un compromesso, con gli abitanti da una parte e la Società Franchi Tiratori di Bidogno e l'ufficiale federale di tiro dall'altra, senza particolare costrutto. A dicembre 2016 la Società di tiro ha fatto domanda di costruzione per ridurre l'impatto fonico e aumentare la sicurezza della struttura. Ed è contro questa domanda che è stata portata avanti la petizione, consegnata nel febbraio 2017, con 713 cittadini convinti che si tratterà in realtà di un allargamento.

La sospensione del tiro

Il 18 marzo 2017 alcuni cittadini hanno chiesto al Municipio capriaschese di prendere misure provvisionali per fare cessare immediatamente l'attività di tiro. L'Esecutivo vi ha dato seguito il 15 maggio in via supercautelare citando motivi di ordine pubblico relativi alla sicurezza del Poligono, benché nel frattempo la Sezione del militare e della protezione della popolazione lo avesse informato che il questo fosse a norma. La decisione ha comportato l'annullamento del tiro previsto per il 20 maggio.

Due giorni dopo la Società dei Franchi Tiratori di Bidogno ha formulato delle osservazioni sulla richiesta di adozione di misure provvisionali, cosa che ha portato l'Esecutivo a revocare l'ordine supercautelare e a invitare i Franchi Tiratori ad astenersi con effetto immediato da ogni attività di tiro e d'uso della struttura.

La raccomandata di Gobbi

Il 9 giugno l'Esecutivo capriaschese ha ricevuto una raccomandata dal capo del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. Questa annunciava che le attività di tiro sarebbero "presto riprese", in quanto sono da ritenersi legittime e sono sotto il controllo dell'Autorità federale e cantonale (e quindi non del Comune). Su queste affermazioni il Municipio nutre "non poche perplessità giuridiche".

Il giorno seguente, via e-mail, l'ufficiale federale di tiro ha ordinato di procedere alla riapertura del poligono di tiro e al Municipio di garantire l'ordine pubblico e di operare affinché lo svolgimento dei tiri non venisse disturbato o interrotto. Oltre a ciò ha dichiarato nulli i divieti emessi dall'Esecutivo.

E ora?

Il Municipio capriaschese ha sottolineato che "si riserva di intraprendere tutti i passi necessari a contrastare modalità al limite della legalità e tempistiche irrispettose dell'organo esecutivo comunale", in riferimento in particolare alla raccomandata di Gobbi. Farà inoltre in modo che il quadro legislativo vigente - definito "particolarmente complesso" - venga rispettato.

Per quanto concerne la domanda di costruzione, questa procede. Si attendono un preavviso cantonale che, qualora fosse negativo, sarebbe vincolante per il Municipio, e successivamente la correlata decisione comunale sul rilascio o il diniego della licenza edilizia. A tal riguardo l'Esecutivo precisa che non è possibile negare una licenza edilizia se la domanda di costruzione adempie ai requisiti di legge.

Nel frattempo, a Bidogno si continua a sparare.

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