La lotta al microcrimine passa anche dalle stazioni

Non è passato inosservato il dispositivo messo in atto dalle forze dell’ordine giovedì scorso nelle stazioni ferroviarie di Mendrisio e di Chiasso. Due zone che, da tempo, sono monitorate dalle autorità. Già nel novembre dello scorso anno, per fare un esempio, il capodicastero sicurezza della Città di Mendrisio Samuel Maffi ci aveva parlato di un’intensificazione dei controlli per arginare gli episodi di microcriminalità che si erano verificati. Giovedì si è deciso di dare, sostanzialmente, un segnale importante. La Polizia cantonale, in giornata, ha infatti comunicato che, «a seguito anche di alcune segnalazioni e al fine di verificare eventuali irregolarità, in particolare nell’ambito dei reati in urto alla Legge federale sugli stupefacenti», è stata effettuata un’operazione di controllo che ha interessato le aree delle stazioni ferroviarie, appunto, di Mendrisio e Chiasso. Si è deciso, in sostanza, di passare al setaccio tasche e zaini di chi, con una certa frequenza, staziona nelle due aree. «Gli approfondimenti – si spiega nella nota stampa – hanno riguardato complessivamente 63 persone». In particolare, sono stati riscontrati due casi di contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti e, allo stesso tempo, sono stati rinvenuti e sequestrati diversi grammi di canapa e derivati. In aggiunta sono in corso ulteriori approfondimenti sulla posizione di una delle persone controllate.
Come detto, si è trattato di un dispositivo di un certo volume. All’operazione, oltre agli agenti della Polizia cantonale, hanno collaborato agenti dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC), della Polizia Città di Mendrisio e della Polizia comunale di Chiasso.
Un’operazione, quella messa in atto giovedì, che è salutata positivamente dal municipale responsabile del dicastero Sicurezza a Mendrisio Samuel Maffi e dal suo omologo chiassese Luca Bacciarini. Per quel che concerne Mendrisio si tratta di un’azione che si aggiunge, se vogliamo, a quanto si sta già facendo per migliorare la situazione.
«Questa è una delle risposte date rispetto a quanto abbiamo riscontrato per lo meno nell’ultimo anno» ci conferma Maffi. «Da parte della Città di Mendrisio - continua - ci sono stati incontri con tutti gli attori interessati, tra i quali anche l’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale (OSC)».
«Vittima del suo successo»
Per certi versi, la stazione di Mendrisio - con annessa pensilina per i bus - è un po’ vittima del suo successo. «Ha avuto da una parte un effetto positivissimo sulla mobilità pubblica - evidenzia il nostro interlocutore - È diventato, a conti fatti, un hub (un fulcro, ndr) della mobilità pubblica. Permette di prendere il treno e allo stesso tempo di andare nei propri quartieri o Comuni di residenza con ottimi collegamenti nel trasporto su gomma». Anche per questo motivo, dunque, «in determinate fasce orarie la stazione pullula di fiumi di persone». C’è, però, anche il cosiddetto rovescio della medaglia.
«D’altro canto - commenta il municipale - in altre fasce orarie, le persone che girano nei luoghi della stazione e vicinanze, non offrono un bel biglietto da visita». Sono stati attestati episodi di microcriminalità e l’operazione di polizia avvenuta negli scorsi giorni ha permesso di rinvenire della sostanza stupefacente. Ci sono anche degli habitué che - come ci conferma Maffi - approfittano della vicinanza di negozietti o stazioni di benzina per acquistare birra e alcolici» e consumarli nell’area interessata.
La guardia, ad ogni modo, resta alta. «Tra gli obiettivi del 2026 c’è sicuramente quello di tenere monitorato il comparto stazione, ma anche l’area che porta sia alla SUPSI che al Mercato coperto». Inoltre, conclude il capodicastero, «continueranno le discussioni con tutti gli attori in gioco». Anche perché «non è soltanto un tema di polizia ma pure sociale». In tal senso, un ruolo importante lo giocheranno anche gli operatori di prossimità.
