La Masseria e il Pasto Sospeso si raccontano: «Oltre 2300 persone hanno trovato aiuto e dignità»

Sette mesi di attività, oltre 3400 pasti caldi distribuiti e un’idea che ha saputo radicarsi nel cuore di una comunità. Alla Masseria della Solidarietà di Porza, ieri mattina, il progetto «Pasto Sospeso» ha presentato il suo primo bilancio in una conferenza stampa che ha riunito promotori, istituzioni e ristoratori, alla vigilia del secondo anniversario di apertura della struttura. Nei numeri ci sono vite, gesti concreti: 2300 persone hanno usufruito della mensa, circa la metà con un contributo simbolico, e sono state 1900 le consulenze sociali offerte a chi si trova in situazioni di precarietà.
Ad aprire l’incontro è stata Fabia Parola, presidente del Rotary Club Lugano-Lago, che ha ricordato lo spirito con cui l’associazione ha dato il via al progetto, in collaborazione con la Fondazione Francesco: «L’obiettivo è semplice ma fondamentale: trasformare la solidarietà in un gesto quotidiano, capace di garantire dignità e speranza. Oggi possiamo raccontare risultati concreti, ma soprattutto confermare un impegno comune che cresce con il tempo».
Fra Martino Dotta, direttore della Fondazione Francesco, ha dato voce alla dimensione più quotidiana e al tempo stesso più fragile della Masseria: «Non parliamo solo di pasti distribuiti, ma di accoglienza, ascolto, relazioni che nascono. C’è chi non sa di avere diritto a un sostegno pubblico o non riesce a superare la vergogna di chiedere aiuto. Qui proviamo ad abbattere quelle barriere e a restituire fiducia. Serviamo ogni giorno tra i 50 e i 60 pasti, ma ciò che conta è il senso di comunità che si crea attorno a un tavolo». Ha sottolineato anche la pressione crescente portata da persone provenienti da altre zone del Cantone o da oltrefrontiera, ricordando come l’impegno degli operatori si traduca in ascolto, accompagnamento e sostegno concreto: «Spesso non è solo cibo, ma la possibilità di ricominciare».
Roberta Riassetto, responsabile del progetto per il Rotary Club Lugano-Lago, ha posto l’accento sulla semplicità dell’iniziativa: «Ci siamo ispirati all’antica tradizione napoletana del caffè sospeso, trasformandola in un pasto. Bastano cinque franchi per regalare dignità a qualcuno che si siede qui. La risposta ci ha sorpreso: una trentina di ristoranti hanno aderito e i cittadini hanno dimostrato una generosità che commuove». Riassetto ha annunciato inoltre l’adesione del Rotary Club Locarno, che porterà il «Pasto Sospeso» a Casa Martini, e ha ricordato la dimensione replicabile dell’iniziativa: «È un modello che può crescere, moltiplicando il suo impatto».
Un riconoscimento simbolico è andato ai cinque ristoranti che hanno donato più pasti sospesi: La Locanda della Masseria (594), Sass Café (515), Officina Gastronomica (168), La cucina di Alice (101) e Caffè Mauri (91). Non semplici esercizi di ristorazione, ma veri alleati che hanno trasformato un gesto in un movimento collettivo.
A rimarcare la prospettiva istituzionale è stata Sabrina Antonini Massa, direttrice della Divisione Socialità della Città di Lugano: «Il successo di questa iniziativa nasce dal lavoro di rete, dalla collaborazione tra pubblico e privato, ma soprattutto dalla risposta solidale delle persone. Non si tratta solo di offrire un aiuto materiale, ma di creare occasioni di incontro e relazione. È un valore aggiunto che va ben oltre il piatto servito».
Marco Silvani, presidente della Fondazione Francesco, ha ricordato il ruolo spesso invisibile ma determinante del consiglio della Fondazione: «Dietro ogni gesto visibile c’è un lavoro costante, fatto di complessità, sostenuto da un gruppo competente e determinato. La sostenibilità di progetti come questo si regge sulla coesione e sulla volontà di non lasciare indietro nessuno».
Dal canto suo, Manuel Rigozzi, presidente del Rotary Club Locarno, ha ribadito la volontà di sostenere il progetto e di portarlo sul territorio: «Ci siamo convinti che fosse importante aderire completamente a questa iniziativa. Ora lavoreremo perché possa avere lo stesso successo anche a Locarno».
La conferenza è stata anche un’occasione per ricordare il percorso compiuto dalla Masseria in due anni di attività: da ottobre 2023 a oggi è diventata un punto di riferimento per la città e per il Cantone. Nei soli primi otto mesi del 2025 sono stati serviti 13mila pasti, con un servizio che non si limita al cibo ma comprende lavanderia, consulenze e sostegno sociale di base. Domani, sabato 4 ottobre, la struttura aprirà le porte alla cittadinanza con una giornata di condivisione, per celebrare un anniversario che non è solo una ricorrenza, ma il segno di un cambiamento profondo: la solidarietà che diventa quotidianità, e la dignità che passa anche da un piatto caldo condiviso.