La morte misteriosa e violenta di un giovane timido e solitario

Una morte violenta. Il corpo sfigurato di un giovane di 23 anni, grande e grosso, ritrovato dopo giorni, steso, senza vita nel corridoio del suo appartamento in una palazzina popolare di Solduno, quartiere di Locarno. I vicini di casa che non hanno sentito nulla di strano, nessun rumore, niente grida, a parte l’odore nauseabondo percepito da un paio di giorni sul pianerottolo e le scale. «Abbiamo pensato che potesse essere la spazzatura di qualcuno», ci dicono. Una morte violenta, improvvisa, ma nessuna certezza sulla dinamica di un fatto di cronaca nera che ancora una volta ha colpito il Locarnese e le valli.
Ieri nessun ulteriore dettaglio dalla Polizia cantonale e dal Ministero pubblico sul ritrovamento, giovedì, poco prima delle 15, del cadavere di un uomo nell’appartamento al quarto piano della palazzina di via Muro della Rossa a Solduno. L’inchiesta, coordinata dal Procuratore pubblico Roberto Ruggeri, non esclude dunque nessuna ipotesi: omicidio, incidente domestico o persino il suicidio. Le ferite al volto del 23.enne, originario dell’Argentina ma che da qualche anno s’era trasferito con la famiglia nella regione, sono all’esame dei medici di Losanna che stanno effettuando le analisi autoptiche sul suo cadavere. «Gli accertamenti finora esperiti non permettono di escludere l’intervento di terze persone», dichiaravano giovedì la Polizia cantonale e il Ministero pubblico. E da noi contattati, ancora ieri gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi.
Effettuati nuovi rilievi
Nella giornata di ieri sono stati interrogati alcuni testimoni, vicini, conoscenti e naturalmente i familiari del giovane. I tecnici della Scientifica, oltre ad ulteriori rilievi nell’appartamento di Solduno, hanno anche fatto acquisire i filmati degli impianti di videosorveglianza della zona alla ricerca di elementi che possano indicare in quale direzione orientare le indagini. Certo è, come ci hanno confermato alcuni vicini di pianerottolo, che il 23.enne era da almeno tre giorni che non si vedeva in circolazione. Un’assenza che aveva preoccupato anche la madre, che periodicamente si recava nell’appartamento occupato dal figlio da un paio d’anni e dove viveva da solo, con il suo amato gatto. Proprio allarmata dalla mancanza di notizie del primogenito, la madre ha mandato il figlio più giovane nella casa del 23.enne. E sarebbe stato proprio il fratello appena 18.enne a fare la macabra scoperta dentro l’appartamento e avvisare la madre, che ha allertato la polizia.
«Viveva da solo. Era un po’ strano, di poche parole. A volte salutava mentre altre volte no, ma comunque sempre educato», dicono i vicini quando lo incrociavano per le scale del palazzo in cui abitava da qualche anno. «Quando è arrivato era magrolino, poi negli anni è diventato sempre più grosso», racconta un’altra signora. La custode l’avrebbe visto per l’ultima volta venerdì scorso. Smentito invece quanto affermato da alcuni media: dal suo appartamento non c’era nessun movimento particolare, nessuno schiamazzo, solo la musica «metal» a volte un po’ alta. Le uniche visite che riceveva erano quelle della madre e del fratello più giovane.
Le parole della madre
Da noi contattata, la madre ci ha confermato che suo figlio era un tipo tranquillo, forse un po’ timido, che passava molto tempo in casa e che certamente non faceva uso di droghe e non aveva nemmeno problemi di alcool. «Fatemi sapere al più presto come è morto», si limita a dire dopo che gli inquirenti le hanno vietato di parlare con i giornalisti. La donna, argentina, sposata ad uno svizzero da cui ha avuto appunto due figli, ha vissuto per diversi anni in Svizzera interna. Poi, dopo il divorzio, il trasferimento in Ticino con i due ragazzi. Dopo un periodo di convivenza, la scelta del più grande di andare a vivere da solo, in un appartamento però non molto distante da quello della sua famiglia.
Solduno, il popoloso quartiere di Locarno, nel giro di pochi mesi è dunque ancora al centro della cronaca e del mistero. «Sono venuto qui dalla Grecia, dove speravo di trovare più sicurezza», ci dice un esercente del quartiere colpito dai drammatici fatti accaduti degli ultimi mesi.