La natura colorata e fragrante pronta ad invadere le città

Nella Svizzera interna – dove quanto a sensibilità ecologica viaggiano spesso un passo davanti a noi – non sono più una novità: profluvi di erbe e fiori campagnoli che spuntano qua e là, fra strade trafficate e quartieri cittadini densamente abitati. La natura del luogo che ricolonizza il territorio urbano, per offrire rifugio ed espansione alla biodiversità. Da qualche tempo, però, nuvole colorate e fragranti stanno cominciando a fare capolino anche in giardini, parchi e aiuole ticinesi. Merito di un’associazione che ha creato a Corcapolo, nelle Centovalli, una vera e propria incubatrice ecologica. Ha un nome evocativo: «Cioss dei fioriselvatici» e ultimamente la sua attività sta davvero decollando, suscitando l’interesse di molti partner, fra i quali anche diversi enti pubblici.
Un ingegnere creativo
L’idea dell’associazione Fioriselvatici è venuta all’ingegnere agronomo Christian Pellanda, fondatore e oggi segretario generale. «Da sempre – racconta al Corriere del Ticino – ho coltivato la passione per la flora autoctona e l’idea di diffonderla sul territorio mi è venuta grazie... ai cervi del Monte Comino. Lassù mio zio seminava fiori commerciali, che venivano regolarmente mangiati dagli ungulati. Allora gli ho suggerito di puntare sulle piante selvatiche. La cosa ha funzionato e mi pareva interessante portare avanti il discorso». Dopo aver proposto l’idea, senza troppo successo, a vari operatori del settore, Pellanda ha deciso di fare da sé, fondando l’associazione tre anni fa, con sede a Verscio e vivaio, appunto, sul lato solivo delle Centovalli. Da allora l’attività è andata via via sviluppandosi e oggi dal volontariato sta sempre più orientandosi al professionismo, tante sono le richieste di consulenza e di acquisto. «I fiori selvatici dei prati magri, che troviamo principalmente nelle valli del Ticino – spiega ancora Pellanda – costituiscono un’opportunità anche per le zone urbane e periurbane: hanno un alto valore ecologico, fioriscono più volte all’anno e offrono un’estetica ricercata, senza rischiare di diffondere specie esotiche che danneggiano gli ecosistemi naturali».
Freno alle neofite invasive
Un tema, quello delle cosiddette neofite invasive, che tocca la gestione del verde di molti enti pubblici, per i quali il discorso portato avanti dall’associazione pedemontana e centovallina diventa dunque doppiamente interessante, soprattutto se affiancato a quello della tutela della biodiversità. Seminare fiori selvatici significa infatti aiutare a preservare la flora originale del Sud delle Alpi, oltre a diffondere habitat ideali per insetti (api, farfalle e altri impollinatori) e piccoli animali indigeni (ricci, lucertole, ramarri). Un alto valore aggiunto che l’accresciuta sensibilità ecologica ha reso sempre più interessante. «Oggi infatti – spiega il segretario generale dell’associazione – ci richiedono informazioni, e acquistano anche sementi e piantine, diversi giardinieri professionisti o studi di consulenza ambientale, che li utilizzano per la costruzione di giardini o per progetti di rinaturazione». Poi ci sono i Comuni. Negli ultimi tempi, ad esempio, hanno deciso di puntare sui fiori selvatici provenienti da Corcapolo le Città di Lugano e Bellinzona, oltre al Comune di Minusio. Ma ognuno, nel suo piccolo, può contribuire, creando in giardino o sul terrazzo di casa un angolo di verde per tutelare e diffondere la biodiversità.
La filiera produttiva di Fioriselvatici inizia dal territorio stesso. Il recupero delle sementi, ad esempio, viene effettuato principalmente nelle valli del Ticino, in luoghi discosti, dove la flora è pura e geneticamente originaria del posto. Poi si procede alla semina e alla coltivazione, in modo da continuare la produzione dei semi in proprio nelle Centovalli.
Ad ognuno la sua composizione
Quindi si passa alla fase forse più poetica e originale, con la creazione di miscele particolari per ogni esigenza, desiderio e caratteristica del territorio. «Grazie all’esperienza fin qui acquisita – conclude Pellanda – abbiamo sviluppato composizioni di specie ideali, che meglio si adattano ai diversi ambienti e terreni, tenendo conto delle condizioni locali, degli obiettivi di inverdimento e della sostenibilità ambientale». Per i più fantasiosi c’è addirittura una miscela che attira soprattutto le farfalle, diurne e notturne. Il tutto per contribuire a realizzare, grazie alle piccole oasi in parchi, aiuole, giardini e terrazze, veri e propri corridoi naturalistici attraverso le città.
Il giardino dell’Eden a metri
Christian Pellanda una la fa e cento le pensa. Così, mentre l’attività dell’associazione Fioriselvatici è in continua espansione, ha già nel cassetto una novità, scaturita dal crescente interesse per l’utilizzo delle piante autoctone nella gestione del verde. Soprattutto di quello pubblico. A breve a Corcapolo inizierà infatti la produzione di stuoie precoltivate: su una base in fibra di cocco – completamente biodegradabile – si coltiveranno per un anno le specie prescelte e, al momento giusto, i tappeti fioriti saranno forniti agli acquirenti. Pezzi del giardino dell’Eden, insomma, potranno essere comprati a metri.