«La nostra volontà è ricostruire qui»

Le difficoltà non mancano e ci vorrà parecchio tempo, ma le aziende agricole di Bavona e Lavizzara duramente toccate dall’alluvione del 30 giugno vogliono risorgere. E se possibile rimanere nelle due valli dove erano insediate prima che la furia degli elementi le spazzasse via o le compromettesse da renderle inservibili. Una volontà condivisa dal Cantone, i cui funzionari hanno incontrato lunedì i titolari di queste tre aziende per iniziare ad abbozzare, insieme anche alle autorità comunali, un progetto di delocalizzazione. «Siamo positivi. Durante l’incontro abbiamo potuto constatare che c’è molta sensibilità nei nostri confronti», esordisce Ivan Mattei che nell’evento catastrofico di due mesi fa ha perso tutto al Piano di Peccia: casa, agriturismo, stalla. Quest’ultima dovrà essere demolita. Ma Mattei non si scoraggia.
Fiducia dopo tanta incertezza
«Dopo sei settimane di incertezza, si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel». Dietro la casa attualmente inabitabile a causa dei danni causati da massi e fango (ora la famiglia Mattei risiede nell’abitazione della nonna a Cortignelli) verrà probabilmente costruito un vallo di protezione. Bisogna però trovare una sistemazione per la sessantina di capi di bestiame che ora si trovano sull’alpe. «Per quest’inverno e probabilmente anche per il prossimo abbiamo trovato una soluzione sul Piano di Magadino», spiega il nostro interlocutore. Più a lungo termine si dovrà trovare una nuova ubicazione per l’azienda agricola che, come detto, si vuol mantenere al Piano di Peccia. Per questo si dovrà tener conto delle zone di pericolo, aggiornate dopo l’alluvione di fine giugno.

Quel desiderio di continuità
Anche Elio Biadici ha perso tutto: casa, azienda agricola, bed&breakfast e terreni al Piano di Peccia. La proprietà è ora in una zona di pericolo elevato e gli stabili non possono più essere ricostruiti per motivi di sicurezza. «Ora abitiamo a Cevio, ma la nostra ferma volontà è di riavviare l’attività in valle. Vorrei che mio figlio rilevasse l’azienda agricola. Con l’aiuto del Cantone vedremo dove potremo insediarci», sottolinea Biadici. Anche lui ha partecipato all’incontro di lunedì con i funzionari cantonali. «Siamo consapevoli che ci vorrà del tempo, ma ribadisco: faremo di tutto per poter rimanere al Piano di Peccia ricostruendo quanto perso a causa dell’alluvione, se possibile, mantenendo tutte le strutture raggruppate come è stato fino alla fine dello scorso mese di giugno».

Impressioni positive
Dal Piano di Peccia spostiamoci in val Bavona. «Ci vorranno sicuramente altri incontri, ma le prime impressioni sono positive», osserva Raffaele Speziale, la cui stalla a Mondada è stata distrutta dalla frana. Quando il bestiame scenderà dagli alpeggi, verranno allestiti dei ricoveri provvisori a Sonlerto. Anche per Speziale la volontà, peraltro condivisa dalla sezione cantonale dell’agricoltura, è quella di riavviare l’attività in Bavona. Per questo si dovranno valutare le soluzioni alternative, tenendo conto delle zone soggette a pericoli naturali.