«La pandemia ci ha fatto rimboccare le maniche»

Avrebbe già dovuto lasciare la scorsa primavera se non fosse arrivata la COVID-19. E con essa l’annullamento delle elezioni comunali. Così il sindaco di Quinto Valerio Jelmini è rimasto volentieri in carica per altri dodici mesi, con ogni probabilità i più difficili in 21 anni di Municipio (di cui 13 in qualità di primus inter pares). Il prossimo 18 aprile terminerà il suo impegno per la cosa pubblica dell’ente locale altoleventinese. Sull’edizione appena recapitata a tutti i fuochi de «Il Corriere di Quinto» traccia un bilancio dei due decenni spesi al servizio della collettività. Vediamo dunque quali sono state le soddisfazioni di questa esperienza di vita.
«Era già tutto pronto»
«Non è stato facile riaprire la valigia anche perché l’uscita (dal Municipio, ndr.) era stata preparata da tempo e con essa erano stati chiusi alcuni dossier e altri erano pronti per essere presi in mano dal nuovo Esecutivo. La gestione dell’emergenza sanitaria non ci ha fatto desistere ma ci ha fatto rimboccare le maniche; così siamo andati avanti, cercando di fare del nostro meglio per garantire i servizi primari durante la pandemia», rileva il 52.enne che nei 21 anni trascorsi nel consesso di Quinto ha lavorato con tredici colleghi. Lascio una comunità, scrive Valerio Jelmini, di «brava gente che ama il proprio Comune, e parto con un bagaglio prezioso, colmo di esperienza e amicizia, coltivate nel tempo con altrettante persone che operano nei più svariati campi ma che hanno, quale denominatore comune, il bene collettivo».
Ringraziamenti per tutti
Seguono, infine, i ringraziamenti. Agli oltre 35 collaboratori dell’amministrazione (in primis il segretario comunale Nicola Petrini, «un partner prezioso» per il Municipio) e agli enti pubblici e privati con cui il Comune di Quinto ha collaborato dal 2000.
