La Parrocchia di Sonvico è «sull’orlo del baratro»

«Riusciremo a pagare il parroco ancora questo mese, e forse anche il prossimo. Poi non ce la faremo più». È un momento particolarmente complicato per la Parrocchia di Sonvico, che nelle scorse settimane ha lanciato una «richiesta-appello» ai fedeli e alla popolazione locale dopo «due anni drammatici per le finanze a causa della pandemia». «Non abbiamo nessun timore a dire – si legge nella lettera inviata a tutti i fuochi – che mai come in questo periodo la Parrocchia non viaggia più solo sul filo del rasoio, ma si trova pericolosamente sull’orlo di un baratro. E possiamo affermare che, vista l’impossibilità di tagliare ulteriori spese, la presenza del parroco è fortemente a rischio, in quanto da subito non siamo più in grado di garantirgli lo stipendio. Questa situazione, per una comunità che conta all’incirca 900 fuochi, è a dir poco indecorosa».
Affittare la casa parrocchiale?
L’appello sembra aver dato un minimo di ossigeno alla Parrocchia, ma la situazione resta tutt’altro che rosea, tanto che a breve è previsto un incontro con la Diocesi per capire come procedere. «Chiederemo un aiuto finanziario straordinario – ci dice il presidente del Consiglio parrocchiale Lorenzo Bignasca (sua anche la frase iniziale dell’articolo) – e di poter rinunciare ad avere un parroco fisso. Significherebbe ridurre le funzioni mantenendo solo quella di domenica e forse di sabato, ma ci permetterebbe di affittare la casa parrocchiale, garantendoci un minimo di entrate».
La Parrocchia di Sonvico da un lato è chiamata a gestire ben cinque edifici religiosi – quattro chiese tutelate come beni culturale di importanza cantonale e la cappella della Madonna D’Arla, bene tutelato a livello locale – ma può godere di entrate fisse solo da due appartamenti. Ce ne sarebbe un terzo, ma è sfitto da un paio d’anni e non può essere rimesso sul mercato immobiliare senza una ristrutturazione, per la quale non ci sono però i soldi. Lo stesso destino toccherà agli altri due spazi al prossimo cambio di inquilino.
Chiesa vuota e sfortuna
Le difficoltà finanziarie della Parrocchia non sono una novità: «È quindici anni che non riusciamo a versare ammortamenti su vecchi debiti di oltre trecentomila franchi – spiega a mo’ di esempio Bignasca. – Per fortuna finora la banca è sempre stata molto comprensiva». Cos’è cambiato quindi di recente? Il colpo peggiore, la Parrocchia l’ha subito a causa della pandemia. Sia nel periodo più acuto della crisi sanitaria, sia – ed è quello in prospettiva più preoccupante – nella fase del ritorno alla normalità. Perché parte del gregge s’è persa: «Se prima della pandemia erano una cinquantina i fedeli che seguivano la funzione di sabato e un centinaio la domenica – spiega Bignasca – oggi saranno una decina il sabato e una ventina la domenica. E noi per sostenerci puntavamo sulle offerte raccolte in chiesa: dalla bussola si tirava sempre fuori qualcosa».
Poi ci si è messa anche la sfortuna, perché se da un lato lo scorso anno i lavori per restaurare la chiesa di san Giovanni Battista si sono chiusi con un piccolo avanzo, dall’altro lato questo è stato utilizzato per coprire la quota parte del rifacimento del tetto e del campanile della chiesa di san Pietro, divelto dal vento lo scorso ottobre. Il piccolo surplus è stato quindi azzerato e il Consiglio parrocchiale ha dovuto rinunciare a festeggiare la fine dei lavori con la comunità perché non era più finanziariamente sostenibile. Né opportuno, vista la colletta in corso.
Un problema generalizzato
Come detto, a breve è previsto un incontro con la Diocesi. Quest’ultima, da noi contattata, ha rimandato le sue considerazioni al riguardo al termine dello stesso. Non è un segreto, d’altronde, che anche le finanze della Diocesi non siano rosee: se ne era parlato in occasione del fallimento del Giornale del Popolo nel 2018, con il vescovo Valerio Lazzeri che aveva dichiarato che proseguire l’attività del giornale avrebbe messo a rischio le finanze di tutta la Diocesi. Nel 2021 i conti hanno chiuso con un disavanzo di gestione definito strutturale di 1,71 milioni di franchi e si prospettano misure urgenti di risanamento delle finanze, fra cui il rivedere gli aiuti alle Parrocchie. E in generale di Parrocchie che possano dirsi tranquille a livello finanziario ce n’è poche. Fra queste quella della vicina Cadro, che sta per incamerare un legato dotato di oltre due milioni di franchi.