Il ricordo

La preziosa eredità di Cornelio Sommaruga

Mirjana Spolijaric Egger, presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa, ricorda il ticinese, a sua volta alla guida dell’organizzazione tra il 1987 e il 1999, morto nella notte tra sabato e domenica scorsi all’età di 91 anni
©SALVATORE DI NOLFI
Mirjana Spolijaric Egger
22.02.2024 19:30

Cornelio Sommaruga ha presieduto ai destini del CICR all’indomani della Guerra fredda, in una fase caratterizzata da profondi sconvolgimenti geopolitici. Uomo dalle convinzioni profonde e dotato di grande carisma, Cornelio Sommaruga ha saputo modernizzare la nostra organizzazione dotandola degli strumenti necessari per affrontare nuovi conflitti e nuove forme di violenza armata e continuando al tempo stesso a rispondere alle conseguenze umanitarie della Guerra del Golfo e dei conflitti nei Balcani, in Cecenia, in Somalia e in Ruanda.

Sommaruga, noto per l’impegno e la personalità fuori dal comune, si è reso portavoce delle vittime dei conflitti armati dinanzi agli Stati, concorrendo così a rafforzare il diritto internazionale umanitario per offrire loro una protezione migliore senza però mai rinunciare a difendere un’azione umanitaria neutrale, imparziale e indipendente.

A tale proposito, emblematico è il suo impegno a favore della messa al bando delle mine antiuomo: turbato dalle testimonianze dei chirurghi del CICR sulle mutilazioni e le indicibili sofferenze causate in maniera indiscriminata dalle mine, nel 1994 Cornelio Sommaruga lanciava un appello per vietare completamente l’uso di questi ordigni, seguito da una campagna pubblica, strumento allora del tutto inedito per il CICR. Le tesi sostenute da Cornelio Sommaruga hanno contribuito al miglioramento senza precedenti della protezione delle vittime della guerra sfociato nell’adozione, nel 1997, della Convenzione di Ottawa. 

Alla fine della Guerra fredda, quando alcuni si interrogavano sull’opportunità di preservare un’azione umanitaria neutrale, imparziale e indipendente, Cornelio Sommaruga si è battuto per l’applicazione e il rispetto di questi principi fondamentali del Movimento internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, oggi più che mai essenziali per poter intervenire nei conflitti e fungere da intermediario neutrale. 

Intimamente convinto dell’importanza del CICR all’interno del Movimento, ha saputo ancorarne la missione alle attività sul terreno, nel cuore dei conflitti, e al dialogo con i belligeranti. Nel 1992 Sommaruga è stato una delle prime figure di spicco a mettere in guardia contro i campi di concentramento in Bosnia-Erzegovina, poi nel 1994 contro gli attacchi sistematici e mirati ai danni di una parte della popolazione in Ruanda.

Cornelio Sommaruga si è speso molto anche per la comunità umanitaria e la Ginevra internazionale, dedicando particolare attenzione alla trasformazione del CICR come pure al percorso delle sue collaboratrici e dei suoi collaboratori, passati da 3.500 all’inizio della sua presidenza a 10.000 a fine mandato. Da allora i delegati, prima esclusivamente svizzeri, avranno nazionalità diverse e profili sempre più eterogenei. 

Cornelio Sommaruga è stato profondamente segnato dall’uccisione dei suoi colleghi del CICR, soprattutto nel 1996, quando sei di loro vennero assassinati in Cecenia e tre in Burundi. Per tutelare ancora più efficacemente il personale delle organizzazioni umanitarie e facilitare l’accesso alle popolazioni civili, Sommaruga ha ulteriormente intensificato il dialogo con le parti in conflitto, sia governi che gruppi armati non statali. 

Per dirla con le sue parole, «l’aiuto umanitario non serve solo a rispondere a bisogni immediati, ma anche a ridare speranza». Cornelio Sommaruga ci lascia un’eredità preziosa che spetta a noi preservare e mettere a frutto dinanzi alle sfide umanitarie dei nostri giorni.