«La priorità deve essere la prevenzione»

Cosa fa il
Casinò di Lugano per verificare che un cliente non giochi in maniera eccessiva?
«Il nostro
piano di misure sociali è strutturato in modo efficace per individuare
tempestivamente i giocatori a rischio. Tuttavia, ancor prima del
riconoscimento, le nostre priorità sono la prevenzione e l’informazione, che
consideriamo come un dovere verso la nostra clientela. Il nostro personale è
formato per affrontare sia le situazioni di riconoscimento precoce sia i
colloqui di prevenzione, offrendo informazioni chiare sugli strumenti a
disposizione di tutti».
Esiste una
soglia di spesa al di sopra della quale intervenite per fermare il giocatore?
«Non esistono
soglie predefinite. Gli interventi sono personalizzati e variano in base al
singolo caso. Teniamo conto, ad esempio, della spesa, dell’età e del
comportamento del giocatore. Qualora sorgano dubbi sul fatto che una persona
stia giocando oltre le proprie possibilità, l’attività di gioco viene sospesa e
si richiede la documentazione finanziaria necessaria per una valutazione più
approfondita».
In teoria,
dunque, un cliente potrebbe anche spendere 100.000 franchi in una sera.
«Una spesa del
genere non passa certamente inosservata. In questi casi, oltre agli obblighi
previsti dalle misure sociali, abbiamo anche doveri legali derivanti dalla
Legge sul riciclaggio di denaro. Il cliente viene interrogato in merito alla
provenienza dei fondi. In caso di dubbi viene escluso in via provvisoria
dall’attività di gioco. Tale misura può essere evitata solo nel caso in cui
siano già disponibili informazioni affidabili e documentate che dimostrino che
il cliente possiede solide possibilità finanziarie, tali da poter investire
tali somme nel gioco senza incorrere in situazioni di rischio».
In media,
quante persone all’anno diffidate?
«L’anno scorso
il Casinò di Lugano ha emesso 110 esclusioni per il canale terrestre e ben 753
esclusioni per l’online. Questi numeri riflettono sia l’efficacia dei sistemi
di riconoscimento e prevenzione, sia la necessità di un monitoraggio continuo,
soprattutto nel contesto digitale».
Come fate a
verificare che queste persone non vadano a giocare a Campione o su siti
illegali?
«Questo resta
purtroppo un punto critico. Il Casinò di Campione, operando sotto legislazione
italiana, non rientra nel sistema svizzero di protezione. Quindi, anche in
presenza di un’esclusione attiva, una persona a rischio o che ha già sviluppato
una dipendenza può continuare a giocare liberamente presso tale struttura. La
stessa vulnerabilità si riscontra anche nel gioco online estero o addirittura
illegale, dove nessuna misura di protezione è garantita. Alcuni giocatori,
inoltre, tendono a sostituire l’astinenza dal gioco con forme alternative, come
l’acquisto compulsivo di gratta e vinci, che sfuggono a qualsiasi controllo».
Che cosa si
potrebbe fare per proteggere queste persone?
«In un momento
storico in cui le possibilità di accedere al gioco d’azzardo sono sempre più
numerose, riteniamo che un’informazione corretta, chiara, non giudicante e
sostenibile sia più indispensabile che mai. Per questo motivo, il Casinò di
Lugano ha avviato un progetto di sensibilizzazione rivolto ai giovani, che
ha suscitato grande interesse al
Simposio internazionale di Montreux. Tra gli
altri progetti, collaboriamo con gli educatori di strada della Divisione
sociale del Comune di Lugano per raggiungere il pubblico anziano,
distribuendo materiale informativo. Promoviamo anche momenti di confronto e
altri progetti realizzati grazie alla preziosa collaborazione di INGRADO,
Caritas Ticino, IRGA, Comune di Lugano e l’Associazione degli Anziani
(l’ATTE)».