Centovalli

La proposta stuzzicante di un palazzo da reinventare

Già una ventina di richieste di informazioni alla fondazione che punta al rilancio della Casa Tondü di Lionza Il concorso di idee ha suscitato l’interesse di vari architetti ma non solo - Sollecitazioni anche da Gran Bretagna, Italia e Stati Uniti
Barbara Gianetti Lorenzetti
Barbara Gianetti Lorenzetti
28.09.2020 06:00

È una sfida che parrebbe aver fatto breccia in parecchi cuori, quella partita dalla piccola frazione centovallina di Lionza e andata irradiandosi nel mondo. Sono infatti già una ventina le richieste di contatto giunte ai promotori del rilancio di Palazzo Tondü, con l’obiettivo di informarsi sul concorso di idee lanciato nello scorso giugno. La proposta, lo ricordiamo, è quella di mettere sul tavolo un progetto (creativo, fantasioso, ma anche sensato e sostenibile) per dare un contenuto allo storico edificio, oggi vuoto e dismesso, al cui piano di restauro si sta lavorando da anni.

Una buona diffusione

«Siamo contenti di come stanno andando le cose – afferma Elena Fiscalini, segretaria della Fondazione Casa Tondü –. Il concorso di idee (aperto a tutti, ricordiamolo, n.d.r.) ha finora avuto una buona diffusione, il che ha portato alle prime richieste di informazioni. Quante, poi, approderanno ad un progetto concreto, ancora non possiamo dirlo». Diversi i media che hanno dedicato contributi all’iniziativa. In Ticino i giornali, ma anche la RSI (con uno dei filmati proposti di recente sulle vacanze a chilometro zero e con un servizio di «Falò»), ma anche nella Svizzera romanda. In quella tedesca si fatica un po’ di più, però grazie ai social media la notizia sta comunque continuando a correre in rete. Lo dimostra il fatto che sulla ventina di sollecitazioni giunte in Ticino, alcune arrivano anche dall’estero. «Dall’Italia – prosegue Fiscalini –, ma pure dalla Gran Bretagna e, addirittura, dagli Stati Uniti». I riscontri internazionali riguardano soprattutto architetti. «Categoria professionale – prosegue la segretaria della fondazione con sede nelle Centovalli – che rappresenta circa la metà dei contatti registrati finora. Risponderemo a tutti, ribadendo beninteso che, essendo il palazzo un bene tutelato a livello cantonale, le sue caratteristiche originali andranno mantenute. Il concorso di idee, insomma, riguarda il contenuto e non il contenitore».

Cultura e accoglienza

Diversi dell’altra decina di interessati hanno già richiesto (e, in parte, effettuato), una visita dell’oggetto . «Ovviamente – prosegue Fiscalini – ancora non conosciamo i dettagli dei loro progetti. L’impressione è comunque quella che si tratti, per lo più, di idee miste fra ambito culturale e strutture di accoglienza. Ora non ci resta che sperare che, dopo aver visto Casa Tondü, concretizzino davvero le candidature e siano pronti a mettersi in gioco». Questo, infatti, lo scoglio principale sul quale si sono arenati i promotori della rinascita del «palazz» (com’è chiamato in valle). «Di idee – chiarisce la segretaria della fondazione – possiamo averne tutti, ma quel che ci serve è qualcuno che creda veramente in ciò che propone e sia pronto a concretizzarlo». Per farlo c’è ancora tempo fino al 30 novembre. Poi la giuria (composta, fra gli altri, dall’architetto Benedetto Antonini, dal docente universitario Pietro Beritelli, dall’hostality manager Emanuele Patelli, dall’albergatore Diego Glaus e dal presidente della fondazione, Daniele Maggetti) procederà alla prima selezione di cinque idee, che potranno essere approfondite. Entro fine anno si dovrebbe poi giungere alla scelta finale e al vincitore andranno 20 mila franchi per poter dettagliare ulteriormente il progetto.

Se già di per sé la possibilità di far correre liberamente la fantasia per individuare i futuri contenuti di Casa Tondü poteva essere una sfida intrigante, gli effetti della crisi coronavirus l’hanno sicuramente resa ancora più attrattiva. Le contingenze legate alla pandemia hanno infatti cambiato il rapporto con il territorio e la sua fruizione, ponendo sotto i riflettori le zone periferiche e incontaminate. «Abbiamo cambiato paradigma – chiosa Elena Fiscalini – passando dal consumare il viaggio e la vacanza al viverli. Speriamo che tale mutamento si trasformi in una costante. Dalla quale, sicuramente, anche il futuro di Casa Tondü potrebbe trarre beneficio».

Un luogo di scambio

Intanto l’invito ad eventuali interessati a farsi avanti rimane valido (il bando di concorso e le relative informazioni si trovano sul sito www.palazzotondu.ch), ricordando che la destinazione dell’edificio, oltre a rispettare determinati criteri etici e sociali, dovrà anche avere una certa apertura verso l’esterno, facendo in modo che il «palazz» diventi un luogo di scambio fra il pubblico locale e quello di passaggio.