Turismo

La ripartenza bagnata dei camping

Nonostante le forti precipitazioni domenicali, il bilancio del primo fine settimana di attività è positivo – «Sabato abbiamo registrato 140 arrivi nella nostra struttura» dice Simone Patelli, direttore del Campofelice a Tenero – LE FOTO
Alcuni scatti nei vari campeggi ticinesi: Piodella, Melezza, Molinazzo. © CdT/Chiara Zocchetti

A prima vista, il Campofelice di Tenero-Contra sembra un deserto d’acqua. Piove a dirotto. E non c’è anima viva. Eppure, gli ospiti ci sono. Eccome se ci sono. Certo, la domenica è quella che è. E i campeggiatori la passano rinchiusi nelle loro roulotte o nei bungalow. Di tanto in tanto, qualcuno esce allo scoperto. Dei bambini giocano attorno ad una pozzanghera, immaginandosi chissà che cosa: un lago, un mare, un oceano. Due anziani abbozzano una passeggiata, aggrappati allo stesso ombrello. Ma la pioggia è fastidiosa. Meglio, molto meglio rimanere al coperto. E, magari, sistemare la bicicletta o cucinare qualcosa. Le targhe delle automobili e dei camper non mentono: Grigioni, Argovia, Berna, Obwaldo, Sciaffusa e via discorrendo. Quasi tutta la Svizzera è rappresentata.

Un’ospite del camping La Piodella TCS. © CdT/Chiara Zocchetti
Un’ospite del camping La Piodella TCS. © CdT/Chiara Zocchetti

Dopo le polemiche, i fatti

Gli operatori attivi nel settore del turismo avevano cerchiato con il pennarello rosso il weekend del 6 e 7 giugno. Sì, dopo molte polemiche e discussioni i campeggi hanno – finalmente – riaperto i battenti. Pazienza se in ritardo rispetto alle altre strutture alberghiere. D’accordo, ma è già possibile stilare un primo bilancio? «Tutto sommato è andata bene» risponde Simone Patelli, direttore del Campofelice nonché presidente dell’Associazione campeggi ticinesi. «Sabato abbiamo registrato 140 arrivi nella nostra struttura. Si trattava perlopiù di fedelissimi, ovvero clienti che ci conoscono bene e, soprattutto, che non vedevano l’ora di poter tornare. E proprio questa voglia, credo, farà la differenza. Avevamo avvertito segnali positivi in questo senso sin dai primissimi allentamenti, dopo la cosiddetta fase di panico. In questi ultimi giorni ne abbiamo avuto conferma, sia a livello di informazioni sia pensando alle prenotazioni future».

«Qualcuno in effetti è arrivato» gli fa eco Jacopo Donati, gerente del camping Lugano Lake. «Purtroppo, con questa pioggia molti sono già ripartiti. Insomma, il pienone non c’è stato ma i primi afflussi fanno ben sperare. C’è stato del movimento. Il weekend, nei fatti, è andato oltre le aspettative». «Il tempo non è stato dei migliori ma tutte le riservazioni sono state confermate» affermano i responsabili di un’altra struttura del Luganese. «E dalla prossima settimana si entra nel vivo della stagione». Soddisfatta anche Joëlle Wettstein del campeggio Al Laghetto, ad Astano. E questo nonostante il Malcantone sia stato particolarmente colpito dalla pioggia. Sabato a mezzogiorno sono arrivate tre famiglie, mentre per i prossimi giorni «abbiamo già diverse prenotazioni».

Un’immagine che parla da sola, al Campofelice Camping Village di Tenero-Contra. ©CdT/Gabriele Putzu
Un’immagine che parla da sola, al Campofelice Camping Village di Tenero-Contra. ©CdT/Gabriele Putzu

Glamping o albergo?

E chissà cosa penserebbe, oggi, Thomas Hiram Holding. Il padre del campeggio moderno, a detta degli storici. I dati parlano chiaro: dagli Stati Uniti all’Italia, passando per la Svizzera, l’interesse per tende, roulotte e camper è accresciuto. «È un interesse che abbiamo intercettato anche noi» conferma Patelli. Il quale allarga il concetto, includendo il glamping. Una forma di campeggio più vicina ad una vacanza in albergo: «È da qualche anno che proponiamo queste varianti. La clientela, in generale, in questi primi mesi post coronavirus cercherà soluzioni più semplici. Penso ai campeggi ma anche agli appartamenti offerti da piattaforme come Airbnb».

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