Lugano

La roccaforte leghista perde ancora elettori: «Ma l’alleanza tiene»

In Città l’UDC supera il movimento di via Monte Boglia a livello di schede – Marco Chiesa: «I nostri obiettivi per le Comunali però non cambiano, pieno sostegno agli uscenti» – Michele Foletti: «Prevale comunque un discorso d’area» – Il PLR rimane stabile
©Gabriele Putzu

Il giorno dopo il responso delle urne, i due principali partiti a Lugano, Lega e PLR, tirano le somme. Archiviato l’esito delle Federali è già tempo di guardare alle prossime elezioni comunali. Il banco di prova di domenica qualche informazione, intanto, l’ha già data. La Lega ha perso 4 punti percentuali a livello di schede, confermando la tendenza al ribasso delle ultime Cantonali. Il PLR ha tenuto, ma i candidati luganesi al Nazionale hanno faticato. Le domande aperte sono quindi molte: il travaso di voti influirà sui rapporti tra Lega e UDC? Che strategia adotterà invece il PLR cittadino per la corsa al Municipio?

Crescere a Lugano

Iniziamo dalla Lega. Lo scrutinio di Lugano ha regalato il terzo seggio d’area a Paolo Pamini. Un colpo di tacco al novantesimo ai danni di uno sconsolato Centro, preso in contropiede dall’alleanza Lega-UDC. Lugano dunque decisiva. «Uniti si vince», ripete il presidente Piero Marchesi. Eppure, in via Monte Boglia il risultato della Lega a Lugano impone più di una riflessione.  Sull’altro fronte, con il ballottaggio per gli Stati ancora aperto, l’ultimo pensiero dei vertici democentristi è aprire uno scontro con i cugini della Lega. Ora, serve  compattezza, anche di fronte a un dato piuttosto eclatante: a Lugano la Lega ha perso, rispetto al 2019, 4 punti percentuali a livello di schede, passate (sottocongiunzioni comprese) dal 19,76% al 15,75%. Voti di scheda, in buona parte, confluiti in casa UDC, che in questa tornata elettorale a Lugano ha ottenuto (sottocongiunzioni comprese) il 16,05% dei voti di scheda, in crescita di 2,99 punti percentuali rispetto alle Federali del 2019. Sintetizzando: l’UDC cresce nella roccaforte leghista a scapito di via Monte Boglia. Altrimenti detto: il travaso di elettori prosegue. Tiene, per contro, il confronto a livello di voti di lista.

Che il nostro sia un partito in difficoltà mi pare ovvio, ma quello di Lugano non è un risultato da spaccarsi la testa
Michele Foletti, sindaco di Lugano

Acqua sul fuoco

Ma la Lega, a Lugano, è davvero finita? «Che sia un partito in difficoltà mi pare ovvio, ma quello di Lugano non è un risultato da spaccarsi la testa», risponde il sindaco Michele Foletti. «Alle federali c’è sempre un travaso di voti perché l’UDC è un partito nazionale e la Lega invece no». Il sindaco getta acqua sul fuoco e si concentra sull’alleanza con i democentristi. «Se si fa un discorso d’area, il nostro calo è compensato da un’UDC sulla breccia. In ogni caso, insieme siamo oltre il 30% e visto che abbiamo l’accordo per la lista unica, il nostro obiettivo resta la conferma dei tre seggi in Municipio e il mantenimento di quelli in Consiglio comunale. Anche se – ammette – sarà difficile vista la frammentazione politica. Più nell’immediato, sarà importante confermare il pieno sostegno a Marco Chiesa al ballottaggio». Come detto, l’accordo elettorale c’è e non è in discussione, ma non c’è il rischio che l’UDC “passi alla cassa” rivendicando magari un posto in più in lista? «Quando discusso fino ad oggi non lo prevedeva. Sarebbe però sbagliato basarsi solo sui dati delle federali…».

Gli appelli utili 

«Il voto di Lugano premia un’intesa d’area», osserva dal canto suo il presidente dell’UDC Marco Chiesa, che ricorda altresì come le dinamiche delle elezioni comunali e cantonali siano molto differenti rispetto a quelle Federali: «La Lega è locomotiva a livello cantonale e, spesso, comunale». Nonostante il sorpasso sui cugini leghisti concretizzatosi anche a Lugano, gli obiettivi delle prossime comunali, per i democentristi, rimangono invariati. Secondo Chiesa, pensare a un secondo seggio UDC in Municipio sarebbe fuori luogo: «A Lugano ci sono tre uscenti. E questi sono i favoriti. In particolare c’è un sindaco che si chiama Michele Foletti, che ha dato la sua disponibilità per i prossimi 4 anni, e che merita di essere rieletto». Chiesa non guarda quindi a Lugano? Il presidente UDC ride. «A quattro settimane dal ballottaggio sono  concertato sulla rielezione al Consiglio degli Stati». Il travaso di voti tra Lega e UDC però c’è stato e, nonostante gli appelli utili all’unità, qualche frizione l’ha creata comunque. Non teme a Lugano una resa dei conti? «Assolutamente no», commenta ancora Chiesa. «La Lega è ancora molto forte in tutto il Luganese in quanto ha persone molto valide e preparate. Anche a Lugano, per il Municipio, prevarrà un discorso d’area per la riconferma dei tre seggi». Guardando invece al futuro, una possibile candidatura di Chiesa a Lugano – tra quattro anni – sarà forse più possibile a fronte di un probabile ricambio dell’Esecutivo, soprattutto a livello d’area. «Che domande...»,  risponde sorridendo nuovamente il presidente nazionale.

Le votazioni federali hanno dinamiche diverse da quelle comunali. Alex Farinelli nel Luganese ha distanziato Regazzi e anch’io, pur essendo arrivato ultimo, nella regione mi sono sempre piazzato tra il terzo e il quinto posto e a Lugano ho battuto Gianini di 80 voti
Paolo Morel, presidente PLR Lugano

Troppi 5 luganesi?

Il risultato dei liberali radicali è invece all’insegna della stabilità: 20,34% dei voti di lista nel 2019, 20,31% nel 2023, grazie anche alle sottoliste LEA e Giovani (a livello di schede c’è stato un calo dal 19,39 al 18,77%). Il risultato ottenuto dai candidati di Lugano (e del Luganese) è però in chiaroscuro. Agli Stati Alex Farinelli è arrivato terzo dietro Fabio Regazzi, mentre al Nazionale Alessandra Gianella ha mancato il secondo posto e per ambire a un seggio dovrà attendere un’eventuale elezione dello stesso Farinelli agli Stati. I due candidati luganesi Giovanna Viscardi e Paolo Morel chiudono invece la classifica. A conti fatti, l’esito delle urne non rischia di indebolire il PLR luganese? «No», risponde il presidente sezionale Paolo Morel. «Le votazioni federali hanno dinamiche diverse da quelle comunali. Alex Farinelli nel Luganese ha distanziato Regazzi e anch’io, pur essendo arrivato ultimo, nella regione mi sono sempre piazzato tra il terzo e il quinto posto e a Lugano ho battuto Gianini di 80 voti. Personalmente sono felicissimo per il mio risultato nel Luganese, meno per quanto ottenuto nel resto del Cantone». Per quanto riguarda Gianella, «Alessandra ha fatto una bellissima votazione, ha pagato lo scotto di una lista con cinque candidati del Luganese. Ma questa è stata una scelta del partito; ci è stato dato spazio ma ci ha giocato contro». Guardando invece alle Comunali, che strategia adotterà la sezione luganese alle prossime comunali? «Stiamo cercando di migliorare nell’ambito della comunicazione. In passato abbiamo ragionato come un partito che deve per forza prendere posizione su tutto, ora vorrei identificare due-tre temi importanti e concentrare i nostri sforzi su questi. Senza ovviamente perdere la visione d’insieme». In generale, prosegue il presidente sezionale, «vedo una Lega in significativo calo e bisogna capire come si organizzerà l’UDC. Senza dimenticare la presenza di Avanti con Amalia Mirante». E l’ipotesi di recuperare il terzo seggio? È tramontata del tutto oppure ci si può fare un pensiero in più? «La Commissione cerca sta lavorando alla ricerca di figure che rendano la nostra lista la più forte possibile», risponde Morel. “Se tra queste ci saranno persone capaci di movimentare la base ma non solo potremmo anche considerare il terzo seggio». Lei sarà della partita?, chiediamo. «No. Ho sempre detto che mi sarei concentrato sulle federali. Rimarrò presidente sezionale ma non ho intenzione di candidarmi per il Municipio o il Consiglio comunale».

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