La Scuola di moda è «libera», manca solo un ultimo sì

«La Scuola di moda di Chiasso resta incagliata in Gestione». Lo abbiamo scritto poco più di un mese fa su queste colonne. Oggi tuttavia la frase non è più attuale, anzi il progetto appare a tutti gli effetti pronto a sbocciare. Durante la seduta di ieri la Commissione gestione e finanze del Gran Consiglio ha infatti sottoscritto il rapporto con cui invita ad accogliere il messaggio da oltre 51 milioni di franchi per la realizzazione, nel comparto della stazione ferroviaria di Chiasso, del Centro professionale tecnico (CPT) del settore tessile e di un autorimessa con 240 posti auto. Relatore del rapporto: il deputato Matteo Quadranti. Nel Distretto il progetto è atteso, se ne parla da circa 15 anni: «La realizzazione nel comparto della stazione di Chiasso della nuova sede del CPT del settore del tessile che comprende la SAM della sartoria e la SSS di abbigliamento e design della moda è un’opportunità da cogliere e fortemente voluta dal Distretto – si legge nelle conclusioni del rapporto –. Lo spostamento del CPT del settore tessile da Lugano-Viganello e l’ulteriore centralizzazione della sede di Biasca a Chiasso rappresentano una soluzione definitiva che consente di consolidare e di creare un vero e proprio Centro di competenza nel settore della sartoria e della moda nel Mendrisiotto in un luogo facilmente accessibile con i mezzi pubblici».
Il messaggio era rimasto «incagliato» in Gestione, scrivevamo, e un motivo c’è. Non ha infatti convinto subito tutti. Dubbi sono emersi in merito alla referendabilità, all’impatto ambientale (ci torneremo in seguito) e alle formazioni nel settore oggi presenti a Biasca.
Centralizzazione
Nel testo si ricorda che inizialmente si prevedeva «di centralizzare a Chiasso la scuola di sartoria a tempo pieno di formazione di base di Viganello (130 allievi), la scuola specializzata superiore di Viganello (70 allievi), due professioni CSIA (80 allievi), per un totale di allievi stimato in 280. Attualmente i numeri sono più bassi. L’idea del Governo è di trasferire a Chiasso anche la scuola di sartoria di Biasca». A Chiasso sarebbero quindi riunite la Scuola specializzata superiore (SSS) di abbigliamento e design della moda (circa 50 allievi), la Scuola arti e mestieri (SAM) della sartoria, oggi divisa fra le sedi di Viganello (110 allievi) e di Biasca (circa 100 allievi). Totale: circa 260 allievi.
La rinuncia all’offerta oggi a Biasca è stato (ed è tuttora) uno dei temi più discussi. «Il Consiglio di Stato si dichiara cosciente che un investimento di tal portata implica un cambiamento strutturale per alcune scuole: per questo motivo valutati pregi e difetti della centralizzazione delle scuole di sartoria a Chiasso, il Governo opta per questa opzione e sta valutando, in vista dei prossimi investimenti a Biasca dove gli stabili che ospitano la SPAI e la SAM dovranno essere completamente risanati, quali settori trasferire in quel comparto in modo da compensare la partenza della scuola di sartoria». L’idea di trasferire a Biasca le professioni legate al settore della carrozzeria, si aggiunge e sottolinea, sarà presto oggetto di un incontro con i sindaci della regione.
Il rapporto non è sottoscritto da tutti i commissari (mancano le firme di UDC e Verdi). Soprattutto per la questione di Biasca: «Sembra che le autorità biaschesi non siano ancora state adeguatamente informate. Ho chiesto di verificare questa informazioni ma la Commissione ha ritenuto che non fosse il caso di ritardare ancora la firma del rapporto, per questo non l’ho sottoscritto», spiega Samantha Bourgoin (Verdi). Più sostanziali invece le perplessità dell’UDC: «Non abbiamo firmato per motivi finanziari e per dubbi sull’effettiva necessità di realizzare il progetto», chiarisce Roberta Soldati (UDC).
Un’altra criticità sollevata a livello commissionale, quella riguardante l’impatto ambientale del progetto, è invece stata appianata (e integrata nel rapporto): la stazione di Chiasso è un’isola di calore, «il Cantone ha chiesto al Comune e alle FFS di rivedere la parte esterna della scuola fino alla stazione».
Il nodo giuridico
Se il messaggio è rimasto bloccato in Gestione è però in gran parte per un terzo motivo. Sono infatti stati necessari approfondimenti giuridici per comprendere se la richiesta di credito fosse «referendabile». Inghippo risolto? «I dubbi sono stati sciolti solo in parte quindi si è deciso di lasciare aperta la via della referendabilità – spiega Quadranti (PLR) –. Siamo convinti che vada la pena andare avanti con il progetto, il consenso dei gruppi politici c’è, inoltre nel Mendrisiotto c’è grande attesa per la scuola».