La sindaca Prati non ce l'ha fatta

Cardano al Campo in lutto: l'Ospedale di circolo di Varese conferma il decesso
Ats
22.07.2013 16:21

VARESE - L'ospedale di Circolo di Varese ha confermato la morte di Laura Prati, sindaco di Cardano al Campo, nel Varesotto, che era stata ferita a colpi d'arma da fuoco lo scorso 2 luglio da un vigile sospeso dal servizio. I familiari hanno deciso di donare gli organi, come aveva chiesto la vittima. "Si è concluso formalmente il periodo di osservazione ai fini dell'accertamento della morte della signora Laura Prati, che risulta deceduta alle ore 8.30 di questa mattina", si legge in una nota ell'ospedale. Lo sparatore, Giuseppe Pegoraro, 60 anni, ex vice comandante dei vigili di Cardano al Campo, aveva fatto irruzione in municipio e aveva sparato a bruciapelo alla 49enne Laura Prati e al 76enne vicesindaco Costantino Iametti, ferendo entrambi gravemente.

L'unico agente di polizia municipale presente in quel momento in municipio, sentiti gli spari e le urla, lo aveva rincorso dando vita ad una sparatoria quando Pegoraro non aveva esitato a puntare l'arma contro di lui e a fare fuoco. Fuggito in auto, ma con uno degli pneumatici forati, l'uomo aveva abbandonato l'auto ed era entrato in una vicina sede Cgil e dopo aver fatto uscire tutti aveva lanciato una sorta di bomba molotov, per poi tentare nuovamente di dileguarsi. Uscendo dal palazzo, però, aveva incrociato una volante della polizia e imbracciando uno dei due fucili che teneva in auto aveva subito sparato contro gli agenti colpendo la vettura a un mozzo di una ruota e a un finestrino che però, blindato, aveva retto. I poliziotti per la presenza di numerose persone nel centro del paese in quel momento, lo avevano braccato senza intervenire fino a quando lo avevano sorpreso.

L'uomo, ex comandate della polizia municipale di Cardano, era stato coinvolto insieme ad altri sei dipendenti in un'indagine per truffa e peculato recentemente giunta a sentenza di primo grado al tribunale di Busto Arsizio (Varese). La commissione disciplinare del Comune, sulle prime, lo aveva trasferito al settore Ecologia dove l'uomo ha lavorato per un po', ma con l'avanzare dell'inchiesta è stata decisa per lui una prima sospensione dal lavoro per sei mesi, che è stata rinnovata una seconda volta proprio a fine giugno. Due dipendenti condannati sono stati licenziati, lui, invece, sarebbe stato reintegrato, anche se non più nella polizia locale, dato che gli era stato ritirata la qualifica di polizia giudiziaria e l'arma d'ordinanza. Nessuno, però, ha ritenuto di dover sequestrare le altre numerose armi che deteneva in casa, regolarmente, grazie a un porto d'armi a uso sportivo.

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