Locarno

La storia del «joker» di piazza Grande

Reinventarsi giocoliere per contenere la malattia e fare del bene: stiamo parlando di Filippo De Bernardi che quasi ogni giorno si esibisce e insegna nel centro città - FOTO e VIDEO
Il 45.enne è quasi tutti i giorni in piazza per fare esercizio e condividere con gli altri ciò che di bello offre la giocoleria. © CdT/Chiara Zocchetti
Nadia Lischer
26.09.2019 06:00

«Se puoi fare qualcosa per gli altri e al contempo per te stesso, fallo. Posso, quindi, devo». Questa la filosofia di vita di Filippo De Bernardi, meglio conosciuto come il «joker», buono, o «il giocoliere di piazza Grande». Ed è proprio qui che lo abbiamo incontrato, un venerdì mattina di fine estate, mentre insegnava a un bambino a manipolare con destrezza le tre palline da giocoleria. «La luce nei loro occhi, l’entusiasmo nell’imparare un gioco – che in realtà è uno strumento dai molteplici benefici – sono contagiosi e gratificanti», ci confida sorridente mentre passa da un esercizio all’altro, aumentando il livello di difficoltà. «Prova a lanciare la palla, quando la vedi scendere chiudi gli occhi e cerca di prenderla», indica al bimbo, il quale, dopo due tentativi andati a vuoto, riesce nell’impresa e il suo entusiasmo, è vero, contagia.

Un esercizio alternativo
Filippo, 45.enne di origini biaschesi, abita a Locarno dal 2004 e quasi ogni giorno scende in piazza per «fare ginnastica». Sì, perché per lui la giocoleria non è solo un’arte, ma soprattutto un allenamento specifico volto a placare, per quanto possibile, il progredire dell’ipotrofia muscolare. «Ne soffro fin dalla nascita», precisa, spiegando che «il team di fisioterapisti che mi seguiva a Biasca, un giorno ha pensato bene di insegnarmi le basi della giocoleria, proponendomela come ginnastica alternativa, che posso fare ogni giorno, quando e dove voglio». Un esercizio che è diventato «un percorso di vita», come lo definisce Filippo, che non solo gli ha permesso di contenere il suo male – «che prima o poi, purtroppo, avanzerà» – , ma lo ha anche portato a condividere con gli altri – «bambini, adulti e anziani, indistintamente» – ciò che di bello offre la giocoleria.

Il carnevale come trampolino
«La prima volta che mi sono esibito in pubblico – ricorda il 45.enne – era a carnevale, un po’ per scherzo, un po’ per vedere che effetto facesse. Mi sono divertito così tanto che ho deciso di continuare a farlo». E così Filippo ha iniziato ad allenarsi nei luoghi pubblici, arrivando a mettere a punto anche uno spettacolo. «Quando ero ancora a Biasca ho scritto un racconto di fantasia intitolato ‘Il giullare della Froda’ – ricorda – ed ero stato invitato a esibirmi nella corte municipale bellinzonese e nell’ambito di un corteo di carnevale. In quest’ultima occasione, vedendoli tra il pubblico, ho chiamato sul palco anche i ragazzi ai quali nel loro tempo libero avevo insegnato qualche numero». Non sono poi mancate alcune dimostrazioni negli asili dell’Alto Ticino. «Un’esperienza che mi piacerebbe ripetere in altre scuole», fa sapere Filippo, ribadendo la sua disponibilità a eventuali nuove collaborazioni. Intanto, da quando si è trasferito nel Locarnese, il «giocoliere di piazza Grande» continua a partecipare – «a titolo volontario» – agli eventi che animano il centro, dando la possibilità a chi lo desidera, di provare qualche trucco.

Uno strumento, tanti benefici
«Ho coniugato l’utile al dilettevole», sottolinea il 45.enne con il sorriso che lo contraddistingue. «Devo fare molto esercizio per cercare di non far progredire velocemente la malattia – spiega – e, mentre lo faccio, interagisco con il prossimo, conosco persone nuove, insegno loro a giocolare con palline e clave o a camminare su una fune». E non importa se si riesce o meno a manipolare con destrezza gli oggetti, gli stimoli positivi non mancano. «La giocoleria – ribadisce Filippo – è uno strumento dai molteplici benefici. Permette di aumentare non solo la concentrazione, penso ai bambini con difficoltà di apprendimento, ma anche la capacità di reazione e, quindi di migliorare i riflessi, penso agli anziani e alla prevenzione di alcune malattie degenerative». Ecco, dunque, che praticando la giocoleria «faccio del bene a me stesso e, al contempo, anche agli altri. È una sensazione stupenda».

Momenti emozionanti
Quando poi, a passeggio con i loro genitori in piazza Grande, i bambini riconoscono Filippo, corrono verso di lui e lo abbracciano, «è davvero molto emozionante», ci confida il giocoliere, subito aggiungendo: «Non rinuncerei a tutto questo per nulla al mondo». Numerosi i ricordi e gli aneddoti collezionati lungo il suo percorso di vita. Gli chiediamo di sceglierne uno a lui particolarmente caro. La memoria scorre quindi indietro di qualche anno, fermandosi a quell’estate durante la quale ha insegnato la giocoleria al figlio del falconiere. «Aveva appena finito la prima elementare e non sapeva lanciare neanche una pallina, ma dopo un mese di allenamento riusciva a manipolare con destrezza anche le clave in plastica», ricorda Filippo con fierezza. «Sono tornato a trovarlo qualche mese più tardi, a Natale, per mostrargli le clave infuocate – aggiunge –; lui ha voluto provare e, dopo aver chiesto il consenso al papà, si è cimentato riuscendo nell’impresa in soli 5 minuti. Ecco, forse, quello è stato il momento più emozionante che ho vissuto a Locarno».

Un’attività dal cuore benefico

Quella di Filippo De Bernardi è «un’attività di volontariato», come tiene a precisare. «C’è chi mi conosce da tempo e sa bene che cosa faccio e chi, invece, equivoca e pensa che voglio chiedergli dei soldi, ma non è così», sottolinea il 45.enne. «Lo faccio gratuitamente – aggiunge – e se qualcuno vuole darmi qualcosa, gli dico di mettere i soldi nel salvadanaio dei bimbi». Anche nel caso in cui venisse invitato a fare una dimostrazione, l’eventuale retribuzione «la destinerei a un ente benefico».