La storia in Ticino è insegnata... solo fino a un certo punto

«Historia magistra vitae» recita una celebre locuzione latina tratta dalle parole di Cicerone che vedeva la storia come «testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, messaggera dell’antichità»: va insegnata affinché ci possa insegnare a sua volta. In Ticino, tuttavia, i programmi didattici si fermano troppo spesso a 80 anni fa, cioè alla Seconda Guerra Mondiale; talvolta arrivano agli Anni ‘70 ma ad ogni modo tralasciano buona parte della storia contemporanea.
Lettera alle istituzioni scolastiche
Nel tentativo di colmare questa lacuna, diverse sezioni giovanili dei partiti ticinesi - Giovani verdi liberali, Generazione giovani, Giovani verdi, Gioventù comunista svizzera, Gioventù socialista e Giovani liberali radicali ticinesi - unitamente al Sindacato indipendente studenti e apprendisti si sono rivolti oggi con una lettera al direttore del DECS (Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport) Manuele Bertoli, alla Sezione dell’insegnamento medio-superiore (SIMS), al gruppo di lavoro impegnato a rivedere il programma di storia dell’insegnamento medio-superiore e all’Associazione ticinese degli insegnanti di storia (ATIS) proprio per renderli attenti alla questione.
«Alla formazione manca un tassello importante»
«Conoscere la storia è essenziale per capire chi siamo e come mai il mondo è così come lo osserviamo ogni giorno. Il buon funzionamento della democrazia dipende anche dall’educazione dei cittadini che la compongono e per questo l’insegnamento della storia è un tassello centrale della formazione dei giovani», si legge nella missiva. «In Ticino una parte importante degli studenti delle scuole medio-superiori termina questo percorso con una conoscenza insufficiente della seconda metà del XX. secolo. Alcuni studenti a storia arrivano a parlare degli Anni ’70/’80, certi solo degli inizi della Guerra Fredda e altri ancora, purtroppo numerosi, terminano il corso nel mezzo o alla fine della Seconda Guerra Mondiale», argomentano ancora le sezioni giovanili dei partiti rivolgendosi alle istituzioni scolastiche.
Per un insegnamento più omogeneo della materia
Il rischio cui la lettera vuole rendere attenti è che la formazione venga poi proseguita o ci si addentri nel mondo del lavoro senza aver trattato dal punto di vista storico la seconda parte del secolo scorso. «Parlando con numerosi giovani ci siamo resi conto che questo fenomeno è diffuso, anche se con grandi differenze tra una sede e l’altra». Per capirne la reale entità della situazione sul nostro territorio, viene inoltre proposto nella lettera, sarebbe utile condurre un sondaggio cantonale. «Nel complesso siamo dell’opinione che, nell’insegnamento medio-superiore ticinese, la seconda metà del ‘900 non riceva lo spazio necessario».
«Servono i mezzi necessari per affrontare il futuro»
«Comprendiamo naturalmente le difficoltà dei docenti nell’insegnare una materia così vasta e complessa, in un tempo relativamente limitato, e sappiamo che fanno del loro meglio per condensare il programma nel quadriennio previsto. Tuttavia - scrivono ancora gli emittenti - siamo convinti che trattare la seconda metà del ‘900 in maniera approfondita sia una necessità inderogabile e che riuscire a farlo sia una questione di volontà e di organizzare al meglio risorse limitate». Le sezioni giovanili dei partiti (salvo Lega e UDC) e il Sindacato studenti e apprendisti, in quanto studenti ed ex-studenti, ritengono quindi fondamentale che la scuola fornisca i mezzi necessari per interpretare la realtà odierna: «solo così saremo capaci di affrontare le sfide presenti e future».
Revisione del programma in corso
Il programma di storia dell’insegnamento medio-superiore è attualmente soggetto a una revisione e sarebbero già molti i docenti che vorrebbero dare maggiore peso al capitolo concernente la seconda parte del ‘900. Con questa lettera, il gruppo interpartitico incoraggia quindi il DECS e il gruppo di lavoro interessato dall’argomento a far sì che ogni studente dell’insegnamento medio-superiore termini questa formazione avendo affrontato dal punto di vista storico gli ultimi settantacinque anni.