La storica Villa Elisa di Massagno è in vendita

MASSAGNO - Maestose colonne, preziosi mosaici, una vasca da bagno in marmo, vari stucchi e boiseries, una monumentale scala in legno intarsiato, un parco con piante secolari e un romantico giardino d’inverno. Viene descritta in questi termini Villa Elisa, la storica residenza di Massagno che presto potrebbe cambiare proprietario e diventare un bene protetto a livello comunale. Ma andiamo con ordine.
Costruito nel 1925 da esponenti della famiglia Talleri, che a fine Ottocento avevano fatto fortuna in Sudamerica, e abitato per tanti anni dalla famiglia Jäger, sette anni fa l’edificio è stato ristrutturato da cima a fondo mantenendo le sue caratteristiche originarie, mentre i suoi quasi quattromila metri quadrati di area verde sono stati affidati alla mano del paesaggista danese Tage Andersen. La superficie abitabile supera i mille metri quadrati distribuiti su quattro piani, ai quali si aggiungono i quasi trecento del seminterrato. Il bello è soggettivo, d’accordo, ma di fronte a un gioiello del genere è difficile non sgranare gli occhi. Il suo prezzo? «Su richiesta», come indicano gli annunci pubblicati su Internet dall’Immobiliare Vesa e dalle case d’asta Sotheby’s (Immobiliare Fontana) e Christie’s (Wetag) che su incarico della proprietaria stanno cercando di vendere Villa Elisa. La residenza è anche oggetto di un’interrogazione al Municipio di Massagno del consigliere comunale leghista Philippe Bouvet, che chiede lumi in particolare sulle conseguenze fiscali per il Comune di un eventuale passaggio di proprietà. Lo stesso Comune, fra l’altro, ha deciso di inserire il complesso storico nella lista dei beni culturali degni di essere tutelati. Il relativo messaggio municipale con questa e altre proposte di protezione sarà presentato al Consiglio comunale tra la fine di questa legislatura e l’inizio della prossima.
Un nome che ricorre
Quo vadis, Elisa? Non è la prima volta che una villa con questo nome balza agli onori delle cronache. Il caso forse più discusso è stato quello della Villa Elisa di via Coremmo, edificata nel 1904-1905 da Americo Marazzi per monsignor Francesco Stoppa-Guioni, caratterizzata da elementi liberty e facciate in pietra artificiale decorate da Cristoforo Vicari. Nel 2011 gli allora proprietari volevano demolirla, poi il Consiglio comunale l’aveva inserita tra i beni da tutelare e successivamente era passata di mano. Colpiti dalla sua bellezza, i nuovi padroni avevano optato per un restauro con l’inserimento di spazi moderni. Era stata meno fortunata la Villa Elisa che sorgeva in via Moncucco 9, progettata da Luigi Luvini nel 1912. Esattamente un secolo dopo, dopo aver atteso per sei anni di essere inclusa anch’essa tra le residenze da proteggere, era stata ridotta in polvere.