La Top10 dei settori più importanti per Lugano

Si può stilare una classifica, una sorta di Top 10, dei settori economici più importanti per Lugano? E in che misura ha ragione chi dice che le banche non ci sono più? E cosa è cambiato rispetto al 2008, quando gli istituti di credito generavano ancora un gettito fiscale che sfiorava i 50 milioni di franchi?
Ne abbiamo parlato con il capodicastero finanze (e sindaco ad interim) Michele Foletti, che ci ha aiutato a raccogliere i dati e ad analizzarli. Iniziamo col dire che esistono due livelli: c’è il gettito, sì, ma c’è anche l’indotto, e non necessariamente le due cose vanno sempre di pari passo. E parliamo dei dati, che si riferiscono all’anno fiscale 2016. Vecchi? Un po’ sì, ma che rappresentano anche i più attendibili in quanto sono gli ultimi consolidati, o quasi consolidati. E da questi si deduce che 49 banche presenti in città hanno generato un gettito di 10,6 milioni (il 13,6% del gettito da persone giuridiche). Importo a cui - spiega Foletti - molto probabilmente andrà aggiunta l’emissione di alcuni contribuenti importanti che potrebbero portare a 15 il gettito generato dal settore.
Finanza ancora oltre il 50%
E se alle banche si sommano anche le altre attività - quasi 5.500 società - finanziarie e fiduciarie (considerando anche l’assicurativo e la consulenza) ecco che si aggiungono altri 29,6 milioni (37,8%), arrivando nel complesso al 51,4% delle entrate fiscali provenienti dalle aziende.
Commodity ed energia al 17,9%
Molto importante nei bilanci della città sono anche le imposte pagate dalle aziende attive nel ramo delle commodity e dell’energia, che generano 14 milioni di gettito (il 17,9%).
Costruzioni e farmaceutica
Costruzioni, architettura e ingegneria (un migliaio di aziende) «pesano» il 6,4% del gettito da persone giuridiche, mentre 223 aziende farmaceutiche e biomediche pagano imposte per 4,6 milioni (il 5,88%).


Commerci, alberghi e ristoranti
Il commercio all’ingrosso (un migliaio di aziende) genera 4,3 milioni di franchi di imposte, quello al dettaglio (618 società) 1,5 milioni e alberghi e ristoranti (412 attività economiche) «solo» 867.000 franchi (l’1,1%). Ma è un dato che non dice tutto sull’importanza del settore in città visto che - come dicevamo prima - un conto è il gettito e un conto è l’indotto. «Ristorazione e turismo - spiega Foletti - sono settori con una marginalità bassa (che hanno cioè margini di guadagno limitati, ndr), ma creano tanti posti di lavoro». Posti di lavoro che si trasformano comunque in gettito (imposta alla fonte o tassazione ordinaria che sia). «Poi - sottolinea Foletti - sono settori importanti anche per un altro aspetto: l’attrattività di una città è creata anche da loro. La presenza di un settore è spesso fondamentale per l’altro. Bisogna dunque guardare il disegno globale».
COVID e stime da rivedere
Guardando avanti, è chiaro che occorrerà ora capire l’impatto della crisi generata dalla pandemia sui conti della Città. «Il settore bancario ha retto nel 2020 e nel 2021 e questa è una buona notizia. Probabilmente le proiezioni fatte per il Consuntivo 2020 e il Preventivo 2021 (a livello svizzero era stata stimata a inizio pandemia una diminuzione del PIL sensibilmente superiore a quella poi effettivamente registrata) ci permetteranno di recuperare del gettito, e ancora ci aspettiamo delle sopravvenienze di imposta». Bisognerà però capire l’impatto del tele lavoro. «In città c’erano meno persone e questo può aver avuto ripercussioni sul commercio al dettaglio e la ristorazione. Effetto comunque in parte mitigato dal forte afflusso turistico. Il Ticino è andato bene da questo punto di vista, e Lugano durante la COVID se l’è cavata meglio di altri».
Aggregazioni e stabilità
E da un punto di vista della stabilità e della diversificazione del gettito un ruolo importante lo hanno giocato le aggregazioni. «Il gettito della piccola Lugano dipendeva fino al 75% dalle persone giuridiche. Con le aggregazioni la situazione si è ribaltata e sono le persone fisiche a garantire il 75% delle entrate fiscali. Questo offre stabilità. Non siamo dipendenti da un singolo settore o, come accaduto a Neuchâtel durante la crisi dell’orologeria, da poche grandi aziende».
Cosa aspettarci dal futuro
E in futuro su quali settori dovrebbe puntare Lugano? «Sulla digitalizzazione. Intelligenza artificiale, blockchain. Un settore che può svilupparsi molto, anche perché abbiamo molta competenza. Pensiamo all’USI, alla SUPSI e all’Istituto Dalle Molle. E sono anche fiducioso sul settore farmaceutico».