La Traversata nuota verso i cento

Gli organizzatori hanno dovuto chiudere le iscrizioni online anzitempo perché il numero dei partecipanti aveva già oltrepassato la soglia consentita degli ottocento. Ottocentoquattro, per la precisione. Più persone che boe a disposizione, insomma. Inutile ribadirlo, cifre alla mano, ma la traversata popolare del lago di Lugano rimane senza dubbio una delle tradizioni estive più amate in riva al Ceresio. Una tradizione consolidata ormai da ben 91 anni. Questa mattina lo specchio di lago di 2.500 metri tra Caprino e il Lido di Lugano ha fatto il «tutto esaurito». Alla fine sono state 727 le persone provenienti da buona parte dell’Europa – e oltre – a cimentarsi in acque libere. Qualche “fortunato ritardatario” è riuscito ad aggiudicarsi una boa in extremis prima della partenza, prendendo il posto di chi ha deciso di ritirarsi probabilmente per timore dell’accumulo di cianobatteri nel lago (in quello specchio d’acqua non era presente, ndr).

Una menzione speciale
I più veloci, Mattia Mauri per gli uomini e Suami Papais per le donne, ci hanno messo solo mezz’ora. L’ultimo, invece, merita una menzione speciale (ci torniamo tra poco). Quest’anno, a sorvegliare che tutto filasse liscio, insieme alla Salvataggio Lugano c’erano anche dei volontari in pedalò, in canoa e in stand up paddle (una novità). «Danno un primo supporto, perché possono avvicinarsi subito a qualcuno che è stanco oppure che vuole fermarsi», ci dice il presidente dell’Associazione Traversata del Lago di Lugano 1932 Urs Lüchinger.
In ogni caso, il bilancio di questa edizione è più che positivo. «È andata così bene che la stragrande maggioranza è rimasta anche alla maccheronata di mezzogiorno. Verso le 11 il caldo era però torrido, senza neanche un filo d’aria, una condizione favorevole per i nuotatori ma chi era sulla spiaggia ha patito. E non poco», prosegue. Una menzione speciale va però al signor Hans Kurt, classe 1942, «che non ha voluto mollare nonostante abbia concluso la Traversata oltre il limite consentito di due ore. La Salvataggio l’ha seguito fino alla fine in caso decidesse di fermarsi, ma non ha voluto».

Tra storia e curiosità
In entrata abbiamo accennato al tetto massimo degli ottocento partecipanti. Piccola curiosità: non è stato sempre così. O meglio, per un anno il numero massimo di nuotatori è stato portato a 1.200. «Era l’edizione del 2012 e il presidente della Traversata era ancora Mauro Antonini – ci racconta Lucas Bächtold, membro di comitato fin dagli anni Ottanta e memoria storica dell’Associazione –. Abbiamo però avuto un problema logistico, perché bisognava trasportare milleduecento nuotatori con tre battelli e non è stato per niente semplice». E pensare che fino agli anni Ottanta-Novanta il numero di partecipanti era così basso rispetto agli ultimi tempi da consentire di accompagnare i nuotatori fino a Caprino con le barche private. L’arrivo, però, era alla Rivetta Tell. Poi, con l’aumento degli iscritti, si è optato per il Lido. Si dà il caso che quest’ultimo sia stato inaugurato dai soci fondatori nel 1928, gli stessi che costituirono, sempre nel 1928, la Società Nuoto Lugano (SNL). «Negli anni Trenta non erano in tanti che nuotavano, infatti agli albori la traversata era una manifestazione riservata ai soli soci della SNL e organizzata con circa dieci nuotatori», prosegue Bächtold.

Quelle edizioni annullate
Nel corso delle novantuno edizioni ci sono stati anni (pochi) in cui la manifestazione ha dovuto essere annullata causa forza maggiore. «Durante il periodo della guerra, ovviamente, non si è tenuta. È stata poi la volta del 1966, anno in cui la Traversata è stata sospesa perché le acque del golfo subirono lo shock dell’inquinamento, che impose il divieto di balneazione favorendo l’abitudine al nuoto in piscina. A quei tempi, però, l’inquinamento del lago era legato alle fognature». Bächtold non ricorda se l’evento, negli anni, fosse stato annullato anche per ragioni meteorologiche. Tuttavia, sul sito della traversata troviamo che nel 2001 venne annullata per ragioni di sicurezza causa maltempo».