La Valascia, Petrov e gli spazzaneve

AMBRÌ - «Un grande grazie a tutte le persone che stanno contribuendo alla costruzione della nostra nuova casa». Chiamarla passione ormai è riduttivo. No, è vero e viscerale amore quello che prova il popolo biancoblù per l’Hockey club Ambrì-Piotta (HCAP) e per la Valascia. Vecchia e futura. Tant’è che su Facebook è stato creato un gruppo («Nuova Valascia – Work in progress») attraverso il quale i tifosi possono condividere, giorno per giorno, foto e video dell’avanzamento del cantiere sulla Piana di Ambrì. Le parole di Danilo riportate all’inizio sono condivise dalle 931 persone che seguono la pagina social (anche mister Luca Cereda ha messo il classico «mi piace»). Il Corriere del Ticino ha preso spunto da questa iniziativa per dare voce a quattro fan della squadra altoleventinese, di differenti età, chiedendo loro il ricordo più caro dell’attuale pista e un auspicio per la moderna arena.
Partiamo però sbirciando fra i contenuti presenti su Facebook. L’ultima pubblicazione risale a domenica mattina. Maurizio ha postato sei foto lasciando il seguente messaggio: «I lavori proseguono... curiosi di vedere andare ‘a fondo’ con lo scavo». C’è trepidazione fra i supporter dell’HCAP. Sono ansiosi di ammirare il gioiello da 51 milioni di franchi dell’architetto Mario Botta che dall’estate 2021 sostituirà l’impianto inaugurato nel 1959. Abbiate pazienza, risponderebbe il presidente Filippo Lombardi. Il sogno sta per concretizzarsi. Il cantiere, aperto lo scorso 29 aprile, sta procedendo senza intoppi nel rispetto dei tempi. Ad inizio giugno è stato demolito l’hangar 6 (un passo accolto come una vera e propria liberazione dagli utenti-tifosi) e poi si è proceduto con gli scavi principali prima di cedere il testimone all’impresa edile che si è aggiudicata l’appalto. Chi volesse seguire in tempo reale i lavori può farlo attraverso la webcam sul sito ufficiale del sodalizio (www.hcap.ch).
«L’aver visto il folletto russo è fantastico»
«Credo che non ci sia veramente un ricordo unico legato alla Valascia. Per me è una questione di sguardi, di visi, di colori, di luoghi, di azioni e momenti. E ogni sera è come se fosse la prima. C’è sempre qualcosa che non hai mai visto prima. L’ambiente è unico. Se però proprio devo citarne uno, allora dico il ‘muro’ di persone della curva e l’aver visto giocare Oleg Petrov», afferma la bellinzonese Cristina, 35 anni. La quale non teme che questo particolare spirito possa venire perso nel nascituro stadio multifunzionale all’ex aerodromo: «Certo, sarà diverso, ma con il supporto di tutti i tifosi potrà mantenere il primato di pista più speciale della Svizzera». Le fa eco il locarnese Mattia, 28 anni: «Il clima che si respira oggi alla Valascia penso che non potrà essere replicato. Ma il popolo biancoblù, dopo magari un paio di partite di ‘adattamento’, saprà sicuramente dare quella spinta in più come succede ad ogni match. La Valascia resta la Valascia e non vedo l’ora di poter entrare in quella nuova». L’aneddoto indimenticabile è legato al debutto: «La mia prima partita fu qualcosa di molto emozionante. Avevo 7 anni e andai con i miei genitori nella vecchia tribuna verde. Si giocava contro gli ZSC Lions è finì 2-2 (potrebbe essere il match della doppietta di Franz Steffen disputato davanti a 7.500 spettatori a cavallo tra le fine del 1998 e l’inizio del 1999; ndr.). Se non erro i due stranieri erano Paul Di Pietro ed Oleg Petrov. Ma poi ce ne son state molte altre di emozionanti, tra cui il derby vinto con il Lugano con un gran gol di Adam Hall all’overtime (il 3 ottobre 2014; ndr.).
«Cantavamo per non far sospendere la partita»
Per il 70.enne di Arbedo Sergio il ricordo indelebile è legato addirittura ai tempi quando «la pista non era coperta. Questo perché erano inverni rigidi e la neve scendeva sempre copiosa. In particolare voglio citare una partita contro lo Chaux-de-Fonds con gli improvvisati spazzaneve che entravano in pista e dalla curva partiva il coro ‘Forza Ambrì!’, man mano sempre più forte: non volevamo che l’arbitro sospendesse l’incontro. Così come porterò sempre nel cuore l’arrivo di Dale McCourt (il centro canadese raccolse il sensazionale bottino di 391 punti in 267 partite tra il 1985 ed il 1991: la sua maglia numero 15 è stata ritirata dalla società; ndr.)». Secondo il nostro interlocutore «per chi come me è nato negli anni Cinquanta non potranno essere fatti paragoni fra la vecchia e la nuova pista, ma le future generazioni sicuramente daranno quella carica in più per far sì che l’Ambrì non tramonti mai. Di aneddoti belli ce ne sono tantissimi e altri seguiranno: i derby, le lacrime, le gioie e la Montanara finché avrò fiato di sicuro non smetterò di cantarla». Infine per Richard, 39.enne di Giubiasco, il ricordo più bello è la vittoria 2-0 il 31 agosto 1999 contro i russi del Metallurg Magnitogorsk nella Supercoppa europea. Cosa si aspetta dalla sua nuova «casa» sportiva? «Si respirerà lo stesso clima, ma un po’ più al caldo senza che gelino mani e piedi».
Qual è il vostro ricordo più caro della Valascia e quali aspettative avete per la nuova pista? SCRIVETECI a [email protected]

