Morcote

La villa di Pierin Vincenz va al suo creditore

Asta tutta svizzerotedesca per il lussoso immobile luganese appartenuto all’ex CEO di Raiffeisen – Ad aggiudicarselo è stato l’imprenditore ed ex presidente del San Gallo, Dölf Früh – Quest’ultimo aveva prestato 4 milioni di franchi al manager grigionese – Ora il restauro, poi la vendita
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Non aria esotica, ma quasi. Chiamiamola aria confederata. Quella che si respirava nella sala del Consiglio comunale di Mendrisio durante l’asta in programma oggi era solo parzialmente un’atmosfera indigena. In sala riecheggiava infatti soprattutto il tedesco, lingua parlata dalla maggior parte della trentina di presenti. E non è un fatto sorprendente. In primis perché i terreni che cercavano un nuovo acquirente si trovano in una delle località ticinesi maggiormente prediletta dai turisti d’Oltralpe: Morcote. Secondariamente perché all’asta c’era la villa vista lago dell’ex CEO di Raiffeisen, Pierin Vincenz.

Acquistata nel 2015

A portarsi... a casa la magione del manager decaduto, dopo due turni d’asta, è stato un volto noto soprattutto Oltralpe, sia perché ex presidente della squadra di calcio dell'FC San Gallo, sia perché legato a Vincenz: Dölf Früh. L’immobile era stato acquistato da Vincenz e dall’ex moglie nel 2015; secondo la stampa d’Oltralpe, i coniugi avrebbero sborsato 6,5 milioni di franchi e l’acquisto era stato finanziato dalla filiale Raiffeisen di Lugano con un’ipoteca di quattro milioni di franchi. Per estinguerla, Vincenz si era fatto prestare 4,3 milioni dalla società immobiliare di Früh, all’epoca suo amico.

«È abbandonata»

Lasciato il mondo del calcio, Früh oggi è imprenditore immobiliare ed è proprio dalla sua pretesa di credito che è nata l’asta forzata della villa oltre che di una darsena in riva al lago. Per lui, quello fatto acquisendo la proprietà morcotese per 4 milioni potrebbe rivelarsi un affare. La villa ha bisogno di lavori di ristrutturazione, ma una volta rinnovata potrebbe fruttare un bel gruzzoletto. Quel che è certo è che sarà necessario un pesante restyling. Gli antichi fasti dell’immobile sono infatti uno sbiadito ricordo. Come rilevato dal perito durante il sopralluogo, «l’immobile (edificato negli anni Sessanta) si trova in uno stato di degrado e semi abbandono», non essendo mai stato abitato dal giorno del suo acquisto nel 2015. Stesso discorso per la darsena, «un oggetto più unico che raro» vista la sua vicinanza al lago, che pure versa in uno stato «di totale incuria». Insomma, due perle rare che aspettano solo una bella sistemata.

Uno spettatore d’eccezione

L’asta si è svolta in due turni. In un primo momento le due particelle che compongono la proprietà (quella della villa e quella a bordo lago con darsena appartamento monolocale) sono state vendute separatamente. Dopo vari rilanci sono state assegnate per rispettivamente 600.000 franchi (la villa) e 725.000 l’appartamento con posto barca. Poi c’è stato l’incanto in blocco che ha visto primeggiare Früh dopo svariati rilanci, gli ultimi due fatti dai due avvocati dello stesso imprenditore immobiliare. «L’ho fatto per ragioni fiscali», sono state le uniche parole di commento di Früh a fine asta.

Un’asta a cui era presente anche l’ex sindaco di Lugano Giorgio Giudici, che però non ha fatto nemmeno un’offerta: «Ero qui per curiosità. Per capire i meccanismi di un’asta pubblica», ci ha confidato.

Lo scorso 20 febbraio, il Tribunale cantonale di Zurigo aveva annullato «per gravi vizi di procedura» la condanna di prima istanza inflitta a Vincenz (3 anni e 9 mesi di detenzione per ripetuta appropriazione indebita, ripetuta amministrazione infedele, falsità in documenti, truffa e corruzione passiva. L’incarto era stato rinviato al Ministero pubblico. Per la Corte di appello erano stati violati i diritti fondamentali a un processo equo e a una promozione dell’accusa conforme alla legge. Insieme a un ex socio, Vincenz era accusato di aver realizzato profitti illegali milionari (9 milioni) attraverso partecipazioni segrete che deteneva in quattro società poi rilevate dalla banca Raiffeisen e da Aduno. L'ex CEO avrebbe inoltre accollato a Raiffeisen più di mezzo milione di franchi di spese per visite in locali a luci rosse e viaggi privati.
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