Ex macello

«La zona rossa? Un pretesto per creare paura»

Il CSOA Il Molino commenta la decisione del Municipio di Lugano di vietare al corteo degli autogestiti di entrare nel centro città
La zona rossa, off limits per il corteo. Sul lungolago sabato sera si svolge la corsa della speranza.
Red. Lugano
13.09.2019 10:30

«Le zone rosse ci riportano a inizio anni duemila. Genova, Davos, Praga. Città blindate, polizia che spara (Götebrog), polizia che uccide (Genova) e arresti, torture, traumi e repressioni». Così in una nota il CSOA Il Molino ha commentato la «zona rossa», decisa dal Municipio di Lugano, all’interno della quale il corteo degli autogestiti in programma per domani pomeriggio non potrà entrare. Si tratta in sostanza della zona del centro, nella quale comunque gli autogestiti non avrebbero avuto intenzione di entrare. «Le zone rosse - continua il comunicato dei «molinari» - vengono riproposte oggi, anno 2019, nella città vetrina impaurita di Lugano. Nonostante i propositi dichiarati e la natura stessa della manifestazione lanciata a inizio giugno con un corteo allargato, partecipato e rivendicativo, nel quale tutte e tutti potranno trovare il proprio spazio e che - come già detto - non andrà a interferire con altre manifestazioni previste quel giorno, il ripetitivo e abituale valzer di bugie e luoghi comuni trova il suo culmine con la creazione di un’improponibile zona rossa».

L’area è stata delimitata dal Municipio, che ha motivato la decisione con la mancanza di una spiegazione da parte dei «molinari» sui dettagli della manifestazione. L’Esecutivo aveva infatti scritto al CSOA Il Molino chiedendo i termini per l’autorizzazione dell’evento, ma senza ricevere risposta. «La Città - si legge in una nota - in base al principio di proporzionalità ha quindi deciso di delimitare una zona alla quale il corteo non potrà accedere. Tale decisione garantisce da un lato l’esercizio dei diritti costituzionali ai manifestanti e dall’altro il corretto svolgimento delle altre manifestazioni già programmate nel centro cittadino, tra cui la Corsa della speranza, alla quale parteciperanno diverse migliaia di persone». Il corteo dei «molinari», di conseguenza, non potrà entrare nel perimetro delimitato da via Balestra, viale Cassarate, viale Cattaneo (compreso il Parco Ciani), Riva Albertolli, Riva Vela, rotonda del LAC, via Adamini, via Maraini, tunnel di Besso, via San Gottardo, via Pelli e via Balestra.

«Una volontà politica per creare un clima di tensione»

Secondo gli autogestiti, la decisione dell’Esecutivo è «un pretesto fomentato ad arte per creare paura e strade vuote. Una chiara volontà politica volta a creare un clima di tensione, per scoraggiare le persone, i/le solidali e le famiglie a scendere in piazza e per non permettere nessun contatto tra la parte «ufficiale» e le «devianze molinare». Ma sabato quello che invece faremo sarà scendere nelle strade per rivendicare pratiche e culture autogestite, per l’autodeterminazione di corpi, dei generi, degli ecosistemi, dei popoli in resistenza. Per difendere un luogo di libertà che vive da ormai 23 anni. Con l’intenzione di attraversare quei quartieri che la “grande lugano” vorrebbe trasformare o che sta già trasformando in non luoghi, securizzati, elitari e puramente rivolti al consumo», continua la nota. «Perché sabato la politica della paura e della menzogna non troverà spazio. Perché il loro timore non è tanto quello della «devastazione e del saccheggio» - reato con cui vennero incarcerate 10 persone dopo il g8 di Genova con condanne per un totale di 98 anni e 9 mesi di carcere – ma la paura della contaminazione e della forza delle idee: quella di territori altri, liberi, degni, solidali, meticci, aperti. Perché non ci stancheremo mai di ribadire che, in un mondo in cui un confine, una legge o un conto in banca valgono più della vita di un essere umano o di una foresta millenaria, chi realmente devasta e saccheggia sono lo stato e il capitale». Il comunicato del CSOA si conclude con un invito: «Rinvitiamo per tanto tutte e tutti a raggiungerci sabato 14 settembre, all’ex termica, lato fiume, dalle ore 13.30 per una giornata di lotta, di solidarietà, di sorrisi, di musica, di cibo, di condivisione».

Il corteo

Il ritrovo per la partenza è fissato alle 13.30 di domani al Cinestar, nell’area a lato del fiume. Il corteo dovrebbe snodarsi lungo il Cassarate per arrivare in piazza Molino Nuovo, dove avranno luogo una cena popolare e degli spettacoli. La decisione di scendere in piazza per «promuovere un dibattito sul tema dell’autogestione» è stata annunciata dopo la diserzione, da parte del CSOA, dell’incontro (da loro definito «una farsa ») con il gruppo di lavoro designato dal Municipio per cercare una sede alternativa all’ex Macello. Spazio che, dopo la decisione del Consiglio comunale di imbastire un concorso d’architettura per riqualificare l’area, i «molinari» dovranno abbandonare. Nel progetto non è infatti contemplata l’autogestione.