Il duello

L’abbraccio dei centristi momò

Da una parte il candidato al Governo de «Il Centro» Giorgio Fonio e dall’altra il PLR Andrea Rigamonti: più convergenze che strappi - Il PoLuMe si può fare, ma con maggiore attenzione - L’Intercity deve godere di una doppia fermata nel Mendrisiotto - Il Ticino non è Calimero
© CdT/Gabriele Putzu
Gianni Righinetti
07.02.2023 06:00

L’appuntamento nella sede del Corriere del Ticino a Muzzano doveva essere alle 8.30, poi i due momò hanno chiesto una deroga: «Facciamo alle 9.15? Così evitiamo il picco del traffico». Detto, fatto. Il candidato del PLR Andrea Rigamonti arriva con una decina di minuti d’anticipo: «Alla fine per rilassarmi un po’ ho fatto la strada del lago da Melide e Morcote. Il traffico era tanto, ma sopportabile». L’altro duellante, Giorgio Fonio (Il Centro), si presenta sul filo dei minuti, trafelato e inseguito al telefono dalle prime questioni sindacali da sbrigare. Si conoscono bene, Fonio lo chiama il «Riga», che aveva avuto il guizzo di fare car sharing, «ma gli impegni di lavoro successivi di entrambi lo hanno impedito». La buona intenzione è rinviata al mese di maggio, quando si ritroveranno entrambi in Parlamento. Con il traino della candidatura al Governo l’elezione al Legislativo è praticamente scontata, anche se loro non si sbilanciano, forse per scaramanzia. Il traffico tra Chiasso e Lugano è ormai persistente «e con i paletti d’ordine fiscale messi al telelavoro le cose non potranno che peggiorare» dice Rigamonti. «Siamo molto sollecitati» replica il sindacalista dell’OCST perché «la pandemia ha accelerato in maniera importante i meccanismi: oggi chi cerca lavoro a condizioni sociali e organizzative meglio adatte alla gestione della vita professionale e familiare è in crescita, e c’è anche preoccupazione nelle aziende per la complicazione derivante dalla fine del cosiddetto “accordo amichevole”».

Ustra e la «terza corsia»

Restiamo al traffico e al megaprogetto a sud del Ponte Diga chiamato PoLuMe. S’ha da fare? «Io dico sì, ma non al prezzo che vediamo ora», dice Rigamonti. Mi spieghi: «Di fatto Ustra sta mettendo in piedi una terza corsia da Lugano Nord a Chiasso. Se i lavori sono su tutta la tratta, sulla stessa porzione ci devono essere le conseguenti opere fiancheggiatrici. Oggi a questo manca una risposta. Il Governo ora dovrebbe muoversi meglio per portare a casa di più». Per Fonio «la nota positiva è il via libera di Berna a investimenti in Ticino. Incassiamo pure per nuove infrastrutture, ma sarà fondamentale considerare le esigenze di Melano e la regione, e che non si creda che con “più strade” si risolve tutto». Il PoLuMe è «più strade»? «No, non è più strade» dicono all’unisono i duellanti. Il dibattito scivola su Alptransit oltre Lugano, tema delle grandi parole ma senza alcun fatto concreto.

Nessun derby nel Mendrisiotto

Con i due momò affrontiamo poi il tema della Città Ticino. Ma questa esiste: «Certo, ma è sbilanciata sui tre centri Lugano-Bellinzona-Locarno. Le tre realtà si devono rendere conto che non possono perdere di vista il Mendrisiotto, una regione che lavora e che produce. Il Mendrisiotto è in un momento di difficoltà e ci attendiamo degli aiuti» afferma Rigamonti che poi lancia il tema dell’Intercity con tappa oltre Lugano. «È stata una vittoria del Ticino per il Mendrisiotto che risulta scollegato in maniera assurda dalla rete in Svizzera». E Fonio rilancia: «Abbiamo impiegato anni e io mi ricordo da dove nasce tutto quanto. Esattamente da una protesta alla quale partecipai ancora giovanissimo sdraiato sui binari con mia moglie, c’era ancora anche Rodolfo Pantani e Umberto Marra. Intervenne la Polizia, un giorno che non dimenticherò mai». Da dove fermarsi? E se fosse derby tra Mendrisio e Chiasso? «Ma no, Chiasso è una stazione internazionale, Mendrisio ha il collegamento importantissimo verso Malpensa» afferma Fonio per aggirare il derby. Entrambe? Ma ha senso? Non sono troppo vicine? «Assolutamente no - rilancia Rigamonti - c’è il precedente di linee nella Svizzera orientale a distanza di 7-8 minuti. È corretto prevedere entrambe le fermate».

Ricordando Rossano Bervini

Ai due contendenti puoi dire di tutto, ma guai a toccare il loro Mendrisiotto. Quanto vi manca un consigliere di Stato? «Tantissimo, l’ultimo, Rossano Bervini, risale agli anni 1983-1991 e che non ci sia lo si percepisce». Ma, realisticamente, non sarà neppure per la prossima legislatura. Ma Rigamonti non demorde: «L’assenza si vede anche nelle cose che non fanno rumore, ma danneggiano, come la perdita di posti di lavoro pubblici. Sarebbe essenziale che almeno 1/5 del Governo avesse sensibilità per la regione».

Collaborare: ma non a parole

Alla luce di quello che accade (e non accade) tra PLR e Il Centro, sorge spontaneo domandarsi cosa sia oggi il centro politico. «È quell’area che porta soluzioni. E il Ticino ha fortemente bisogno del centro» si lancia Fonio. «Il centro è determinante, è l’ago della bilancia» aggiunge Rigamonti. Allora lanci un messaggio a Alessandro Speziali per riappacificarsi con Fiorenzo Dadò: «Non devo mandare messaggi al mio presidente, io sono legato ai temi non alle strategie delle parole». E Fonio che ne dice? «Dadò al congresso è stato chiaro, dobbiamo collaborare».

«Non è un pozzo senza fondo»

La cassa pensioni dei dipendenti pubblici è un pozzo senza fondo: vero o falso? «Falso – risponde senza esitare Fonio – perché è la Cassa pensioni dei dipendenti dello Stato e lo Stato ha oggi più che mai la responsabilità di fare in modo che i dipendenti oggi attivi non subiscano decisioni gravose». Rigamonti conferma: «La vedo allo stesso modo, non è un pozzo senza fondo e le manifestazioni hanno il merito di scuotere un po’ il dibattito. La politica deve trovare una soluzione».

«Non ci piangiamo addosso»

Il Ticino è senz’altro un «Cantone povero» e la perequazione maggiorata lo testimonia, ma è pure un «povero Cantone» maestro nel piangersi addosso? «Questa immagine è distorta, rivendicare qualcosa è un modo sano di fare politica. E l’esempio dell’Intercity nel Mendrisiotto è calzante» dice Rigamonti. «Direi che ci si debba esprimere in altri termini - incalza Fonio - non è un Ticino brontolone, ma un Ticino che soffre e tutti gli indicatori rispetto alla Svizzera lo indicano chiaramente. La povertà non sta nella rivendicazione ma nei dati oggettivi. Essere periferia poi non ci aiuta». «Nel nostro cantone c’è Bosco Gurin e Lugano – aggiunge Rigamonti per concretizzare la questione – e non ci sono tanti Cantoni con la nostra situazione. E soprattutto nessuno è a Sud e a ridosso della Lombardia».

I sacrifici della politica

Fare politica aiuta a vivere meglio? «No. È bello, produce molte soddisfazioni, soprattutto quando puoi aiutare chi è meno fortunato. Ma non si creda che la politica renda ricchi e potenti» risponde Fonio. «Mi avvicino ora alla politica cantonale, ma so bene che non vivrò meglio e non è ciò che cerco. Quello che so è che richiede molta energia ed è ciò che sono disposto a dare» conclude Rigamonti.

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