Reazioni

L'accordo fiscale per i frontalieri piace ai Comuni di Frontiera

Tramite un comunicato l'Associazione si dice soddisfatta «per il recepimento di alcune osservazioni che diventano testo di legge»
© CdT/Chiara Zocchetti
Red. Online
19.01.2023 17:20

Oggi, come noto, la Commissione congiunta del Senato Esteri e Finanze ha approvato il disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell’accordo tra l'Italia e la Svizzera relativo all’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri in sostituzione del precedente accordo del 1974, ad oggi vigente.

L’Associazione dei Comuni Italiani di Frontiera (ACIF), che nel dicembre del 2020, assieme ai sindacati frontalieri CGIL, CISL e UIL, OCST e SUNIA, aveva sottoscritto con il Ministero dell’Economia un Memorandum d’Intesa contenente disposizioni normative atte a garantire ai Comuni di Frontiera le risorse derivanti dalla attuale compensazione finanziaria (i cosiddetti ristorni) oltre a puntuali indicazioni di misure fiscali, previdenziali e normative volte a limitare la sperequazione tra i frontalieri regolamentati con le attuali regole derivanti dall’accordo del 1974 e quelli regolati dalle nuove norme in discussione, esprime la propria soddisfazione per il recepimento di alcune osservazioni che diventano testo di legge e in particolare:

- il riconoscimento della specificità e del ruolo dei Comuni di Frontiera circa le problematiche transfrontaliere oggetto dell’accordo in discussione, includendo l’Associazione tra i soggetti facenti parte di diritto della Commissione mista prevista dall’articolo 6, comma 1 del nuovo accordo fiscale;

- la garanzia in via strutturale ai Comuni di frontiera di risorse finanziarie, attraverso trasferimenti dallo Stato in conto capitale e in parte corrente ( quest’ultima elevata fino al limite massimo del 50% dell’importo annualmente attribuito), assicurando che non vi siano riduzioni delle risorse attualmente disponibili derivanti dal versamento dei ristorni da parte dei Cantoni in applicazione dell’Accordo del 1974 e pari, con riferimento all’anno 2019, a 89.000 milioni di euro;

- la revisione dei termini e delle modalità di determinazione dei Ristorni e in particolare della soglia del rapporto frontalieri/popolazione residente per l’attribuzione diretta ai Comuni che non potrà eccedere la quota del 3 per cento;

- il finanziamento di progetti di sviluppo economico e sociale nei Comuni dell’area di Frontiera, come individuati all’art. 2 del nuovo accordo, a valere sulle eventuali maggiori entrate derivanti dall’applicazione dell’Accordo, attraverso l’istituzione di un fondo per lo sviluppo economico e il potenziamento delle infrastrutture nelle zone di confine da utilizzare con il coinvolgimento dei Comuni dell’area di Frontiera;

- l’introduzione per tutti i frontalieri italiani che si recano a lavoro nei paesi confinanti o limitrofi all’Italia l’aumento della franchigia a 10 mila euro; la non imponibilità degli assegni familiari erogati dal Paese di lavoro; la deducibilità dei contributi per prepensionamento di categoria; l’istituzione del tavolo interministeriale sullo Statuto dei lavoratori frontalieri.

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