Ladri d'auto traditi da una sciarpa

LUGANO - Lungi da noi insegnare il mestiere ad aspiranti ladri d'auto. Se però l'idea è quella di tornare - a distanza di un mese dal primo colpo - a saccheggiare parti di vetture negli stessi garage, è meglio a) non addormentarsi in auto poco distante dal luogo del crimine e b) non farlo indossando una sciarpa rubata nell'occasione precedente.
Perché è proprio in questo modo che lo scorso dicembre è stato acciuffato il 22.enne estone protagonista di uno dei due processi tenutisi mercoledì alle Assise correzionali di Lugano presiedute dalla giudice Rosa Item. L'altro riguardava il suo complice, un 28.enne russo residente in Estonia, arrestato due settimana prima.
I due, parte di una banda dedita al furto di parti elettroniche di auto di lusso attiva in tutta Europa (il russo, difeso dall'MLaw Camilla Robotti, aveva precedenti in Germania e in Estonia; l'estone, difeso dall'avvocato Luisa Polli, in Germania), avevano colpito in una notte di metà novembre due garage a Biasca e a Lamone, rubando e danneggiando per quasi 100.000 franchi.
A Lamone, in particolare, oltre a parti del cruscotto i due si erano impossessati di alcuni effetti personali di una delle vittime, fra cui la famosa sciarpa, prima di svanire nel nulla.
Come detto il 28.enne è poi stato identificato e arrestato, cosa che però non ha funto da deterrente per il 22.enne che, a quasi un mese esatto dalle prime effrazioni, è tornato a colpire negli stessi luoghi (stavolta rubando e danneggiando per 45.000 franchi circa). A Lamone è però stato messo in fuga da un agente di sicurezza. Le forze dell'ordine l'hanno poi arrestato poco dopo, riconoscendolo per la sciarpa rubata portata al collo.
Entrambi i processi si sono svolti con la formula del rito abbreviato, grazie a un accordo fra accusa e difesa poi suggellato dalla giudice Item. I capi d'accusa erano quelli di furto aggravato, ripetuto danneggiamento e ripetuta violazione di domicilio (nonché ripetuta entrata illegale per il russo). I due imputati erano rei confessi.
L'estone è stato condannato a un anno di carcere, di cui sei mesi da espiare, il russo a nove mesi di carcere da espiare. Entrambi sono stati espulsi dalla Svizzera per 7 anni.