Il caso

L’aeroporto di Lugano vuole anticipare il treno

L’ipotesi che Swiss possa portare i suoi passeggeri a Zurigo con AlpTransit minaccia il rilancio dello scalo – La Città punta sui voli di linea nonostante l’incertezza, che però rischia di frenare anche l’aviazione privata
In cielo o sui binari? (Foto Putzu)
Giuliano Gasperi
06.08.2019 14:36

AGNO - Non sappiamo quanto possa interessare a Swiss e a chi la controlla, cioè la tedesca Lufthansa, ma le parole dell’amministratore delegato della compagnia Thomas Klühr sul possibile abbandono della rotta Lugano-Zurigo hanno creato una buona dose di malumore e apprensione all’aeroporto di Agno e fra le mura di Palazzo civico. «Se la ferrovia, attraverso un collegamento veloce, dovesse diventare una valida alternativa, al momento debito studieremo la cosa» aveva detto il CEO riferendosi all’imminente apertura del tunnel di base del Ceneri, attesa per il dicembre del 2020. Prima di addentrarci nei contenuti ci soffermiamo sui modi, ammesso che le due cose si possano realmente separare. Secondo il sindaco di Lugano Marco Borradori, l’uscita di Klühr non è stata «per niente fair», vale a dire corretta, nei confronti dello scalo e di tutto il Ticino. «Personalmente, se voglio fare una riflessione la faccio e poi comunico la mia decisione; non speculo sulla stampa. In ogni caso, dato che siamo parte in causa, di questi scenari Swiss dovrebbe discutere prima con noi. Stiamo tenendo bassissimi i toni della polemica – fa notare il sindaco e presidente di Lugano Airport – ma non vogliamo passare per chi non vede le cose». In parole povere: non siamo scemi. Grande freddo quindi sull’asse Lugano-Zurigo, o meglio Lugano-Zurigo-Colonia. Non è una novità a dire il vero. Negli ultimi anni Swiss ha fatto arrabbiare più volte gli addetti ai lavori ticinesi per le sue scelte e il suo atteggiamento: in particolare per la decisione di fare concorrenza a Darwin sulla Lugano-Ginevra (dopo il matrimonio della compagnia di Bioggio con Etihad) per poi non volerne più sapere di quella rotta quando l’aeroporto di Agno (dopo il fallimento di Darwin) aveva bisogno di riattivarla. Oppure per il fatto che Swiss, non di rado, propone tariffe più economiche a chi parte da Malpensa: secondo alcuni è una politica inaccettabile per una compagnia comunque svizzera. Tensioni a parte, Lugano Airport con Swiss vuole continuare a dialogare e dopo l’intervista di Klühr alla Sonntagszeitung potrebbe esserci un incontro chiarificatore. Se il confronto ci sarà, è facile immaginare che la delegazione dell’aeroporto cercherà di far capire a Swiss quanto è delicato il momento che sta vivendo lo scalo. E qui passiamo dai modi ai contenuti.

Klühr non aiuta
Dicevamo delicato perché il Municipio di Lugano ha appena chiesto al Consiglio comunale di stanziare un credito di 8 milioni a favore dello scalo: 3,6 servono a ricapitalizzare la società di gestione, che altrimenti fallirebbe, 1,3 a coprire le perdite riportate a bilancio al 31 dicembre 2018 e 3,2 a garantirle un credito annuo di 780 mila franchi dal 2020 al 2024 (è la prima tappa del risanamento, in cui è coinvolto anche il Cantone). Poi ci sarebbe il piano di rilancio, con un potenziamento strutturale che lo scalo invoca da tempo e che prevede un investimento nell’ordine delle decine di milioni. Il «pensiero a voce alta» di Swiss – quasi quasi i nostri passeggeri li portiamo a Zurigo in treno – non aiuta.

La linea parallela
«Per ora continuiamo sulla nostra strada – ha dichiarato Borradori sul CdT di ieri – Se un domani Swiss dovesse lasciare, e mi auguro che non succeda, modificheremo la strategia e ci concentreremo sull’aviazione generale, ma finché non arriva questa decisione cambiare rotta sarebbe sbagliato ». Parole che meritano qualche riflessione in più, quelle del sindaco. Si parla di una virata verso l’aviazione generale, ossia voli privati, scuole, aero-taxi eccetera, ma in quel caso lo scalo sarebbe sostenibile? «Un aeroporto può stare in piedi anche solo con l’aviazione generale – risponde Borradori – Ci sono vari esempi in tal senso, da Samaden a Magadino e in gran parte anche Sion, e a Lugano questo ambito sta assumendo un’importanza sempre maggiore, diciamo più o meno uguale a quella dell’aviazione di linea. Inoltre dalla business aviation c’è una crescente richiesta di spazi e miglioramenti strutturali». Insomma il settore spinge e il sindaco assicura che una visione di sviluppo basata sull’aviazione generale Lugano Airport ce l’ha, «si farà trovare pronta», per citare lo stesso Borradori, che però, almeno adesso, non vuole sbilanciarsi a favore di questo scenario. «Il nostro modello di riferimento continua ad essere la combinazione fra la linea e l’aviazione generale – commenta il sindaco – Oltre a metterci in contatto con aeroporti importanti in Svizzera e nel mondo, la linea ci permette di promuovere Lugano come destinazione (anche se in questo ambito legato al turismo un vero progetto non è mai stato promosso, ndr) e avere un aeroporto di linea significa beneficiare di sovvenzioni federali». La crescita dello scalo con i voli di linea rimane quindi il piano A, o per citare Borradori «l’unico piano che al momento è aderente alla realtà», dato che Swiss una scelta non l’ha ancora fatta. In mezzo a tante possibilità ci sono due certezze. La prima è che senza la ricapitalizzazione di Lugano Airport, qualunque strada si decida di percorrere, la società depositerà i bilanci e lo scalo rischierà di chiudere. «Il nocciolo adesso è questo – evidenzia il sindaco – e non dobbiamo allontanarci da questo nocciolo ‘inquinando’ il dibattito con altri elementi». La seconda certezza è che le incognite sui voli di linea rallentano il piano di rilancio dello scalo congelando interventi strutturali che farebbero un gran bene anche all’aviazione generale, che quindi non può sfruttare tutto il suo potenziale.

Il fattore D
Un’altra certezza è la presenza di Dassault, il colosso della manutenzione subentrato a Ruag. Che ruolo giocherà? «È un attore importante, una potenza di fuoco» osserva Borradori, che ha incontrato i suoi dirigenti nei giorni scorsi. Addetti ai lavori assicurano che con il cambio Ruag-Dassault l’aeroporto ci ha guadagnato, dato che l’azienda francese è più focalizzata sull’aviazione generale e in essa, ad Agno, potrebbe anche investire. L’aeroporto riuscirà a fare lo stesso?

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