L’aeroporto, i finalisti e i ricorsi evitati (forse solo per ora)

Si andrà avanti con due gruppi. «Con due progetti - ha spiegato il Municipio - completamente diversi». «Entrambi perfettibili». «Due visioni molto distanti di quello che potrebbe essere lo sviluppo dell’aeroporto». Un progetto più minimalista, certamente pragmatico (e questo è stato giudicato dal Municipio un pregio), e uno un po’ più articolato e coraggioso (e questo a un certo punto è sembrato un difetto). Il Municipio di Lugano, dopo un paio di settimane di tentennamenti, ha comunicato di aver deciso di voler continuare le trattative per la gestione dello scalo di Agno con la cordata «Amici dell’aeroporto» (rappresentata da Giovanna Masoni Brenni e in cui figurano l’ex CEO di L’Oréal sir Lindsay Owen-Jones e la famiglia Bonomi) e con il gruppo composto dall’imprenditore Stefano Artioli, dall’avvocato Oscar Crameri, da Rolf Marending (CEO di Eliticino-Tarmac) e da Massimo Malgorani (proprietario di Delta Line SA). La Città - che entro aprile vorrebbe sottoporre al Consiglio comunale la richiesta di autorizzazione a intavolare le trattative - analizzerà dunque ancora ulteriormente i progetti, approfondendo maggiormente gli aspetti economici dell’operazione.
Dietro le quinte della scelta
Qualche tentennamento, prima di arrivare a questo annuncio, in Municipio c’è stato. Stando a nostre fonti l’Esecutivo è stato a lungo sul punto di scegliere direttamente un gruppo (quello di Owen-Jones e Bonomi) e di scartare gli altri. Poi ha optato per coinvolgere nella seconda fase del concorso anche il gruppo guidato da Artioli.
Decisiva l’ultima audizione
Decisiva - sempre stando a fonti non ufficiali - sarebbe stata l’ultima audizione. Una decina di giorni fa il Municipio ha infatti deciso di convocare i tre gruppi giudicati più promettenti (Owen-Jones, Artioli e il gruppo indiano SKN).Il progetto di SKN è scartato perché giudicato troppo improntato sul traffico di linea (avevano promesso di portare 700.000 passeggeri ad Agno). L’audizione della cordata di Artioli sarebbe andata bene («Molto bene», ci dice una fonte). Quella del gruppo di sir Owen-Jones un po’ meno. E così, sapendo che entrambe le cordate avevano depositato 10 milioni di garanzie bancarie (inizialmente non richieste, perlomeno non in questa formula), i giochi si sono riaperti.
Ricorsi evitati, per ora
Una scelta, quella del Municipio, che evita (ma forse semplicemente rimanda) possibili scontri giuridici tra le due cordate. Molto probabilmente infatti, scegliendo un solo gruppo, quello escluso avrebbe presentato un’istanza contro la procedura adottata dal Comune. E i due gruppi non avevano fatto mistero di essere pronti ad affidarsi agli avvocati. Ma allora è andata così? Si è scelto di continuare il concorso con due gruppi per evitare i ricorsi? Lo abbiamo chiesto al Municipio e sia il sindaco Borradori sia il municipale Angelo Jelmini ci hanno detto di no. «Sono entrambi progetti buoni. Entrambi sono progetti perfettibili. La perfezione non esiste, ma con queste due proposte abbiamo visioni diverse del possibile sviluppo dello scalo». Visioni che appunto, ora, possono ulteriormente venir approfondite.
Le due proposte
Ma vediamole queste due proposte. Come detto quella del gruppo «Amici dell’aeroporto» (Owen-Jones - Bonomi) si fonda sul pragmatismo. «Sono previsti diversi investimenti immobiliari - ci aveva spiegato Masoni Brenni il 10 dicembre - tutti legati alle esigenze dell’aeroporto stesso. Investimenti che, come i voli di linea, rispondono a domande e bisogni dello scalo con mezzi appropriati, in modo da riuscire passo dopo passo a costruire un’azienda solida che cresca. Crediamo che sia la via per evitare i disastrosi fallimenti passati». Previsti anche dei voli di linea - verso Berna e Ginevra - con dei piccoli King Air 350 da 10 posti e dei King Air 250 da 8 posti. Più articolata - ne avevamo parlato il 12 gennaio - la proposta di Artioli, Crameri, Marending e Malgorani. La loro idea per il futuro di Agno passa dal concetto di indipendenza energetica. La volontà di creare il primo (o uno dei primi) aeroporti in Europa ad autosostenersi a livello di produzione di energia (attraverso i pannelli solari) e di idrogeno, che sarà il carburante degli aerei di prossima generazione. Artioli intende abbattere gli immobili dell’aeroporto - giudicati estremamente vetusti - e ricostruirli. Nuovi hangar, un nuovo terminal e un autosilo. E soprattutto realizzare una grande area in cui radunare aziende che si occupano di sviluppo tecnologico, con particolare attenzione alla tecnologica legata ai droni, destinata ad imporsi nei prossimi anni e che quasi certamente cambierà il mondo dell’aviazione e del trasporto delle merci. Anche in questo caso - del resto per il Municipio si tratta di una conditio sine qua non - sono previsti voli di linea.
I prossimi passi
E ora che succede? L’Esecutivo vorrebbe sottoporre al Consiglio comunale, il più presto possibile (entro aprile), la richiesta di autorizzazione a intavolare le trattative con i due gruppi. Significherà ricevere l’avallo a cedere la concessione federale e a dare al gruppo vincente un diritto di superficie.
Parlano di cerotti e di sogni
Il gruppo Amici dell’aeroporto in una nota stampa ha comunicato di «rallegrarsi per essere fra i due candidati scelti» ed esprime soddisfazione. Poi ecco la frecciatina ai concorrenti «Riteniamo di essere il miglior compromesso possibile tra sogno e realtà». Ma viene espressa anche preoccupazione per i tempi e i modi della procedura ventilata (quella di una trattativa parallela tra due progetti), attingendo anche a idee provenienti da altri progetti, «e per come il Municipio potrà garantire la trasparenza e regolarità di tale procedura». Soddisfazione l’ha espressa, da noi contattato, anche Stefano Artioli. E anche l’imprenditore nelle scorse settimane non si era risparmiato qualche frecciatina. Nell’edizione del 12 gennaio, riferendosi al progetto concorrente, aveva parlato di «un cerotto» e aveva rincarato la dose: «Noi non investiamo nell’aeroporto solo perché vogliamo andare da qualche parte a giocare a golf con l’aereo privato».
Si auspicano collaborazioni e alleanze
Alla fine come visto la scelta sarà tra il gruppo capitanato da sir Owen-Jones e quello di Artioli. E gli altri cinque che si erano fatti avanti ma che sono stati esclusi? Il Municipio auspica delle forme di collaborazione e delle alleanze. Auspica cioè che quei progetti - giudicati tutti di valore - non finiscano nel dimenticatoio ma vengano ripresi, nel limite del possibile, dal gruppo che alla fine otterrà la gestione dell’aeroporto. Ma vediamoli questi gruppi. In molti hanno apprezzato la proposta di SKN Haryana City Gas Distribution Pvt. Ltd., società indiana rappresentata da Daniel von Rechitar. Il 7 gennaio un portavoce - Virender Singh - ci aveva spiegato i loro piani. L’intenzione era di investire 60 milioni di franchi ad Agno per trasformare lo scalo in una sorta di aeroporto regionale modello in Europa. «Vogliamo intervenire sulla pista ma anche a livello immobiliare, creando nuovi parcheggi per i velivoli, hangar, hotel e ristoranti all’interno dell’aeroporto». Il progetto di SKN si è unito negli ultimi mesi a quello di un altro gruppo che si era fatto avanti: la compagnia aerea Moov, che aveva intenzione di collegare Lugano a 17 aeroporti europei e portare ad Agno 700.000 passeggeri l’anno (numeri simili a quelli dei tempi d’oro di Crossair). E numeri che hanno un po’ spaventato l’Esecutivo.
«Non ci hanno fatto sapere»
Interessante anche il progetto «Northern Lights». Un imprenditore locale (Damien Hefti) e un ex pilota (Andrea Brukhardt) intendevano riproporre a Lugano l’esempio dello scalo di San Gallo. L’intenzione era di creare una holding divisa in due società: una si sarebbe occupata della gestione immobiliare e aeroportuale, l’altra (SouthSwiss Airways) avrebbe gestito i voli di linea. Con degli Embraer 170 avrebbero collegato Lugano a Ginevra ma anche a Londra e alla Germania (oltre che offrire voli charter verso destinazoini estive). Sul portale Ticinotoday Hefti e Brukhardt si sono lamentati del fatto di non essere più stati contattati dal Municipio nonostante abbiamo presentato garanzie di liquidità per 10 milioni di franchi.
I charter estivi
Tra i partecipanti alla «call of interest» avanzata dal Municipio c’era anche H24. Il suo referente, Fabio De Luca, in pasato aveva tentato di mettere in piedi una vasta rete di collegamenti con una compagnia aerea (24Airways) da Malpensa. E poi c’era il gruppo «Team Lug». Tra i referenti figurano Raffaella Meledandri di Air-Dynamic (società di trasporti privati già attiva a Lugano) e Nicola Brivio. Nella prima fase puntava soprattutto su rotte estive e su collegamenti a prezzi contenuti verso destinazioni interessanti per le comunità ticinesi più numerose come il Portogallo, la Germania e i Paesi balcanici.
«Non ce l’aspettavamo»
Ancora ieri il sindaco Borradori ha ribadito di essere rimasto stupito sia dal numero, sia dalla qualità dei progetti giunti sul tavolo del Municipio e del gruppo di lavoro. «Pensavamo che si sarebbero fatti avanti in due o in tre. Non certo in sei o sette. E dall’analisi dei progetti emergono proposte interessantissime». Proposte che il Municipio, come detto, spera possano comunque venir coltivate.