Turrita

«L’affetto è stato il più bel regalo, sul rinnovo verità solo a metà»

Renato Dotta, storico sovrano del Rabadan «destituito» con la sua Corte a inizio agosto, fa il punto dopo la delusione iniziale: «Abbiamo voltato pagina e scelto il silenzio ma non escludiamo, a breve, di dire la nostra»
La coppia reale e le damigelle durante una passata edizione dei bagordi bellinzonesi. © CdT/Chiara Zocchetti
Irene Solari
22.09.2025 06:00

«L’ondata di stima che abbiamo ricevuto è stata enorme e ci ha scaldato il cuore. Questo è stato il più bel regalo». A raccontarlo è Renato Dotta, storico sovrano del Rabadan «destituito» con una decisione presa un mese e mezzo fa  da parte del Comitato dal Rabadan. Una decisione che Dotta - in carica da 12 anni come Sire dei bagordi bellinzonesi - aveva accolto con molta amarezza, e che aveva suscitato anche non poco stupore e incredulità tra i cittadini. Non hanno tardato ad arrivare, infatti, nei giorni successivi alla diffusione della notizia diverse manifestazioni di vicinanza e apprezzamento al Re, oltre ad una petizione online lanciata sul portale Change.org - che ha raccolto oltre 1.300 sottoscrizioni - dove si legge: «La figura del sovrano effimero non è solo un titolo, ma un simbolo: Renato Dotta rappresenta lo spirito del Rabadan e incarna la tradizione che vogliamo continuare a vivere».

«Siamo stati apprezzati»

«Abbiamo ricevuto manifestazioni di stima addirittura dall’Italia e dalla Svizzera interna - conferma Dotta -, per non parlare del Ticino. Non ci aspettavamo di ricevere tanto affetto, ma ci ha davvero fatto piacere. Si vede che negli ultimi anni abbiamo lavorato bene e ci siamo fatti apprezzare un po’ da tutti». Vicinanza e stima giunte non solo al Re ma anche alla Regina, Elisa Ghelmini-Brenna, e alle damigelle.

Scelte e motivi

La motivazione principale del cambio in toto della Corte è una, come aveva spiegato il presidente della Società del Rabadan Giovanni Capoferri: mantenere l’evento al passo con i tempi e, per questo, scegliere un Re più giovane e più presente sui social media. «Il nostro pubblico è composto dalle nuove generazioni e dobbiamo saper parlare il loro linguaggio», aveva dichiarato al CdT. Per tale ragione era stato pubblicato il bando ufficiale di concorso con i requisiti necessari a ricoprire il ruolo del sovrano che guiderà la 163. edizione del carnevale bellinzonese: «Simpatia e capacità di coinvolgere il pubblico di tutte le età». Oltre, naturalmente, ad avere al massimo 40 anni e familiarità con il mondo dei social. Il concorso si è chiuso a fine agosto e a selezionare il nuovo Sire sarà una commissione ad hoc.

«C’è malcontento»

Un ruolo che Renato Dotta pensava di incarnare bene - complici carisma e un certo physique du rôle - «ma c’è chi non l’ha pensata così», commenta con un sorriso. «Noi ormai, dopo un primo momento di grande delusione soprattutto per il fatto che la Regina e le damigelle non state informate della decisione, abbiamo voltato pagina. Sappiamo però che in tutto il Bellinzonese c’è molto malcontento per questa decisione». Ora Dotta attende l’appuntamento con l’annuale assemblea del Rabadan, «dopo la quale faremo le nostre valutazioni». Finora infatti, la Corte ha preferito la via del silenzio. «Abbiamo scelto di non dire nulla e di non esporci per evitare di gettare benzina sul fuoco». In ogni caso, aggiunge Dotta, «la verità si trova sempre nel mezzo e alcune cose che sono state dette sono giuste solo a metà. Vedremo se, a breve, dire anche la nostra».