L’agenda scolastica divide la politica

Come da tradizione, il giorno della riapertura delle scuole gli allievi ticinesi hanno trovato sui propri banchi l’agenda scolastica, che per il secondo anno di fila è stata autoprodotta dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS). A riceverla, lo ricordiamo, sono stati gli alunni delle scuole medie, del pretirocinio, delle scuole speciali, del primo anno delle scuole medie superiori e delle quinte elementari. Se nel 2019 era stato scelto come filo conduttore il tema dei diritti dell’infanzia, per l’anno scolastico 2020/2021 è stato dato spazio al tema dei diritti umani e del cambiamento climatico, con uno spazio riservato a figure, come quella delle attiviste Greta Thunberg e Anuna De Wever, legate al mondo giovanile. Apriti cielo. Negli scorsi giorni questa scelta ha incassato le critiche delle forze a destra dello scacchiere politico che, stando a nostre informazioni, dovrebbero sfociare in un atto parlamentare sottoscritto dall’UDC e dalla Lega.
Se ne discuterà in Parlamento
Ma andiamo con ordine. Il primo j’accuse è arrivato dal deputato dell’UDC Paolo Pamini, che su Facebook ha puntato il dito contro la mancanza di imparzialità nell’affrontare un simile tema. «Se lo Stato pretende di produrre istruzione, ha il problema irrisolvibile dell’imparzialità. La questione principale è che sono andati lunghi sui contenuti», ha commentato Pamini, da noi contattato. «Poteva essere l’occasione per stimolare una discussione in aula ma avrebbero dovuto ascoltare entrambe le campane. Nessuno nega che la questione ambientale sia importante, ma come mai non c’è nessun accenno al fatto che le centrali nucleari saranno verosimilmente la fonte energetica di massa senza emissioni per 7 miliardi di persone che escono dalla povertà in Asia e Africa? Oppure, come mai non si parla delle condizioni dei lavoratori che estraggono il cadmio e il litio necessario per il funzionamento degli smartphone dei ragazzi?». Dal canto suo, il consigliere nazionale e municipale leghista di Lugano Lorenzo Quadri, sempre su Facebook, ha parlato di «indottrinamento» degli scolari.

Le reazioni
Apriti cielo, dicevamo. La questione non è destinata ad esaurirsi con la classica polemica social in salsa ticinese e all’orizzonte vi è un atto parlamentare, verosimilmente un’interpellanza, che verrà presentata nei prossimi giorni con l’intento di aprire una discussione in Gran Consiglio (con tutti i costi e le tempistiche del caso).
Da noi contattato, il DECS ha fatto sapere che, come da prassi istituzionale, verrà data risposta all’eventuale atto parlamentare nella prossima sessione di Gran Consiglio. Il dibattito in aula si preannuncia animato. «Non è nulla di sorprendente. È evidente che le pagine sono unidirezionali e monotematiche, c’è anche qualche slogan non propriamente di buon gusto. Probabilmente si poteva invitare i ragazzi a riflettere su questi temi importanti usando un approccio meno banale e retorico», ha commentato il capogruppo del PPD Maurizio Agustoni. «È legittimo che anche attraverso un’agenda scolastica vengano lanciati degli stimoli a riflettere, perché è uno dei compiti della scuola, ma fatto in questo modo perde il suo risultato. Era una bella occasione per stimolare delle riflessioni su dei temi importanti, ma lo si è fatto con delle banalità e senza un minimo confronto critico sui vari temi». Per quanto riguarda l’atto parlamentare in rampa di lancio, Agustoni non esclude «che qualche deputato del PPD decida di sottoscriverlo».
«Premetto che in questo momento ci sono problemi più importati e seri di cui discutere in Gran Consiglio. Riguardo i contenuti dell’agenda, va detto che quello del cambiamento climatico è un tema importante e sentito ma il modo in cui è stato rappresentato è poco opportuno perché sembra far prevalere solo una parte», ha precisato la capogruppo del PLR Alessandra Gianella. «Ogni anno l’agenda dà spazio a un tema attuale che può essere discusso in classe, ma simili argomenti devono essere presentati in maniera equidistante». Dal canto suo, la deputata socialista Anna Biscossa non le ha mandate a dire: «Ci si sta aggrappando ad alcune immagini eclatanti per censurare di fatto una riflessione opportuna che viene proposta agli allievi, perché perfettamente in linea con gli indirizzi che si decide di far propri a livello di Consiglio federale sugli obiettivi da raggiungere a livello ambientale ed energetico. Lo Stato è pluralista così come la scuola pubblica – al contrario di quello che dice Pamini –, garantisce quindi pluralità e deve anche proporre temi d’attualità; innegabilmente, il tema ambientale è uno di questi».
«Il fenomeno del cambiamento climatico causato dall’attività dell’uomo è ormai un’evidenza scientifica, come lo è il fatto che la terra è rotonda. È giusto che se ne discuta a scuola: non si tratta di rappresentare una teoria a scapito di un’altra», ha tagliato corto il capogruppo dei Verdi Nicola Schoenenberger.