Chiasso

L’aggregazione come ricetta per rendere gustosa la politica

La complicata sostituzione di una consigliera comunale ha riacceso i riflettori su un tema annoso: la difficoltà nel reperire candidati – Un caso da non ignorare? Abbiamo chiesto ai partiti come risolverlo, tra le soluzioni c’è l’unione delle forze
©CdT/Gabriele Putzu

Ha lasciato di che pensare la sostituzione della dimissionaria Nicole Fonio (Il Centro) in Consiglio comunale a Chiasso. Prima di trovare il candidato disposto a sostituirla è infatti stato necessario assistere a ben sette rinunce, con varie giustificazioni a seguito. Il caso è stato emblematico e ha riportato prepotentemente alla luce, oltre che l’estrema difficoltà nell’individuare persone disposte a mettersi al servizio della collettività, soprattutto l’appeal della politica locale, nonostante in questo caso specifico siano stati proprio i candidati già eletti a fare un passo indietro. Facendo una chiacchierata con i capigruppo della cittadina per capire le loro preoccupazioni per il futuro è emersa una possibile soluzione per restituire una certa attrattività alla politica: l’aggregazione del Basso Mendrisiotto potrebbe essere la ricetta? Secondo loro, sì.

Addio identità partitica?

La sostituzione di Nicole Fonio nel Legislativo chiassese è stata sancita durante la seduta di lunedì 22 dicembre. A prendere il suo posto, lo ricordiamo, Salvatore Giallongo, che da ottavo subentrante ha accettato di sottoscrivere la dichiarazione di fedeltà alla Costituzione e alle leggi. «Non ho mai visto casi così particolari, ma la situazione è emblematica perché le uniche persone che avrebbero potuto rinunciare sono quelle che hanno cambiato domicilio», osserva il presidente del Consiglio comunale di Chiasso, nonché capogruppo del gruppo Lega-UDC-Indipendenti, Claudio Schneeberger. «In tutti i partiti ci sono persone che riempiono la lista, al netto dei liberali che hanno sempre una bella scuderia. Tanti si mettono a disposizione, ma quando è il momento di affrontare concretamente l’impegno politico si tirano indietro. Una delle difficoltà più grandi è con quali occhi si guarda la politica al giorno d’oggi: non sta facendo delle belle figure, soprattutto a livello cantonale, e la si osserva un po’ di traverso». Per Schneeberger urge una seria riflessione. E bisognerebbe anche capire «cosa pensa il candidato oggi rispetto a quando si è messo in lista. Sono anni che le persone perdono l’identità partitica, ma mai come in questo quadriennio». Come suggeriva il presidente del Legislativo, se la passa un po’ meglio il partito di maggioranza, il PLR, pur confermando un certo trend al ribasso. «Troviamo sempre persone disposte a candidarsi anche se rispetto al passato è ancora più difficile – ci spiega il municipale e membro dell’Ufficio presidenziale Luca Bacciarini –. Va pur detto che negli anni si è notata una certa disaffezione, anche perché la carica richiede impegno e costanza. Arrivare a completare la lista per il Consiglio comunale non è stato facile». Per Bacciarini, dunque, è importante dar seguito all’unione d’intenti: «Sono pure fondamentali le aggregazioni, affinché la politica di milizia mantenga un buon livello».

Anche il capogruppo del Centro, Amedeo Mapelli, guarda all’aggregazione come una possibile soluzione, premettendo comunque che fare politica a livello comunale «richiede un certo impegno: le riunioni di commissione oppure di gruppo sono fuori dall’orario di lavoro. E non è sempre facile. Forse uno vorrebbe impegnarsi, ci crede, ma poi si scontra con la realtà dei fatti. Abbiamo avuto giovani con curriculum interessanti che non si sono messi a disposizione perché consapevoli di non poter ricoprire in modo serio la carica». Ad esempio, spiega Mapelli, rispetto alla scorsa legislatura «tanti giovani si sono tirati indietro per motivi di studio. Forse, però, sotto sotto c’era anche un po’ di rassegnazione». La domanda delle domande, però, rimane sempre quella: qual è la ricetta per rendere più attrattiva la politica? «Sono dell’idea che con dei Comuni più grandi, e quindi con dei programmi di più ampio respiro, anche l’aspetto politico diventerebbe più interessante. Io sono un forte sostenitore delle aggregazioni, e creare poli più grandi potrebbe rendere più attrattiva la politica». Anche il capogruppo dell’Unità di Sinistra-I Verdi, Kavashar Ratnam, è convinto che «unendo le varie sezioni del Basso Mendrisiotto ci sarebbe un ventaglio più ampio di candidati validi e convinti al posto di cercarli sempre con il lanternino». Ma questo, ovviamente, se dovesse andare in porto l’aggregazione. E se non fosse così? «Sarei preoccupato e non saprei quale potrebbe essere la soluzione: forse la lista civica, in cui chi non si sente affiliato ad alcun partito si mette a disposizione. Ma la disponibilità dei cittadini a mettersi in gioco è diminuita. E le schede senza intestazione sono tante, quindi vuol dire che la gente, forse, non si sente più affiliata a un partito. Le persone non sono più motivate», chiosa.