Ticino

L’aggressore della donna del Balestra a piede libero, le donne protestano davanti alla Procura

Il collettivo femminista «Io l’8 ogni giorno» ha organizzato per questo pomeriggio un presidio di sorellanza
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Red. Online
18.12.2021 11:27

«Non vi scriviamo per augurarvi buone feste, ma perché purtroppo è ancora necessario scendere in strada e far sentire la nostra voce a fronte dell’inerzia delle autorità nel contrastare la violenza maschile sulle donne». Così comincia il comunicato del collettivo femminista «Io l’8 ogni giorno» per annunciare il presidio di sorellanza e protesta davanti alla Procura di Lugano per questo pomeriggio alle 14.

Il presidio è stato organizzato a seguito della brutale aggressione, riportata dal Corriere del Ticino, di domenica scorsa all’autosilo Balestra di Lugano. «Come è possibile, si sono chiesti in molti, che una donna minacciata di morte, aggredita e che è riuscita a salvarsi grazie all’intervento di terzi, si ritrovi ora a dover vivere nella paura, in gabbia, mentre il suo aggressore è lasciato a piede libero? - scrive i collettivo - Purtroppo questo non è un caso isolato. È anzi ciò che normalmente succede in queste situazioni. Le donne minacciate e aggredite ancora oggi non ricevono il dovuto ascolto e la dovuta protezione. Nonostante le denunce, i colpevoli vengono lasciati liberi e possono continuare a terrorizzare, molestare e aggredire. Anche i provvedimenti restrittivi si rivelano purtroppo spesso illusori ed inefficaci, come dimostrato dal recente tentato femminicidio di Solduno».

Un’occasione anche per rivendicare alcuni punti presentatati nel Piano d’azione femminista contro la violenza sulle donne:

un numero unico anti-violenza 24/24 e 7/7, gestito non dalla polizia ma da personale qualificato e prevalentemente femminile,

un reale rafforzamento dei servizi di presa a carico e degli sportelli anti-violenza,

una procedura specifica negli ospedali per le vittime di violenza domestica e sessuale, sul modello del “codice rosa” italiano, e la creazione all’interno degli ospedali di consultori specializzati per il sostegno alle vittime di violenza,

un reddito d’emergenza per facilitare i percorsi di uscita dalla violenza,

una procedura proattiva di presa di contatto da parte dei servizi di aiuto alle vittime, con lo scopo di illustrare alle donne gli aiuti e i servizi esistenti,

misure di allontamento realmente efficaci e dispositivi ‘salvavita’ per le vittime,

campagne di informazione e prevenzione capillari e martellanti.